L’altro giorno è uscita sul Web una notizia che rilancia l’ennesimo allarme sulle radiazioni emesse dalle antenne delle reti wireless che una ricerca sì e una no ritiene nocive per la salute dell’uomo, e non solo. Questa volta infatti un nuovo studio sposta l’obiettivo su altri organismi viventi e individua nelle piante le possibili vittime delle onde elettromagnetiche.
Tutto nasce nella cittadina olandese di Alphen aan den Rijn dove sono state registrate numerose anomalie nella crescita delle piante e in particolare degli alberi: crepe e fessure sulla corteccia, strane protuberanze, decolorazione delle foglie e varie forme di necrosi dei tessuti delle piante. Dieci anni fa queste anomalie interessavano il 10% delle piante mentre oggi sarebbero presenti nella quasi totalità degli alberi esposti alle radiazioni, non solo nella cittadina olandese ma in tutto l’Occidente. La cosa ha allarmato l’amministrazione locale che ha incaricato l’Università di Wageningen di indagare sui fatti per cercare di capire le cause di queste malformazioni.
L’Università ha preso ovviamente sul serio la questione e ha cominciato a indagare partendo dai normali agenti patogeni come virus e batteri che di solito attaccano i vegetali e che possono potenzialmente causare anomalie simili a quelle riscontrate; né i virus né i batteri però erano capaci di questi effetti e l’attenzione è stata spostata quindi proprio verso le reti wireless e le antenne dei cellulari ovvero sulle onde elettromagnetiche da esse irradiate.
Il team di ricerca ha effettuato un esperimento che ha previsto l’esposizione di 20 frassini all’irradiazione proveniente da varie sorgenti, con frequenze comprese tra i 2412 e i 2472 MHz a una potenza di 100 mW, per un periodo di tre mesi. Le prime conclusioni del test hanno evidenziato un ruolo diretto delle radiazioni: per prime le foglie distanti 50 cm si sono scolorite mostrando riflessi metallici causati dalla perdita dello strato superficiale delle cellule che ha portato successivamente alla morte delle foglie stesse. Tali effetti sono stati riscontrati anche sulle piantagioni di grano. Nonostante l’evidenza diretta di questo esperimento gli scienziati ritengono però che un’associazione tra la radiazione wifi e le anomalie registrate nelle piante non può essere provata solo sulla base del loro studio e hanno previsto di approfondire con altre ricerche. Un ruolo di queste radiazioni nell’interferire sulla crescita delle piante sembra comunque assodato, forse in combinazione con altri fattori come le nano particelle prodotte dal nostro inquinamento che, minuscole come sono, riescono a penetrare nei tessuti degli organismi viventi, piante incluse.
Se i risultati verranno confermati dai prossimi studi ci saranno altri ottimi argomenti a favore di coloro che ritengono queste radiazioni nocive non solo per le piante ma per tutti gli esseri viventi, uomo incluso.
Foto di Yuba College Public Space