Bene, se proprio non vi rassegnate al grigiore della stagione, alle piante in quiescenza, alla quasi totale mancanza di fioriture, ho giusto il genere che fa per voi: è quello conosciuto con il nome scientifico di Helleborus, più comunemente chiamato elleboro, che con le sue specie si fa beffa del freddo e del gelo e ci regala abbondanti fioriture anche in pieno inverno.
Al genere Helleborus (dal greco hellós che significa “cervo” e bibróskō “mangiare” perché di queste piante si nutrono i cervi) appartengono, i botanici in questo caso non sono molto d’accordo sul numero, dalle 20 alle 30 specie molte delle quali originarie dell’Europa centrale e meridionale e dell’Asia minore dove alcune di esse risultano molto diffuse: vi sarà senz’altro capitato di incontrare la specie foetidus, diffusa in quasi tutte le regioni italiane e che, a dispetto del nome (dovuto al particolare odore emanato da alcune ghiandole presenti sulle brattee), viene spesso coltivata per l’eleganza e la durata di foglie e infiorescenze. Le altre specie più coltivate sono H. niger (dal colore nero delle radici), detta anche “rosa di Natale” e dal fiore bianco, con le sue interessanti varietà (non è raro vedere la precox in fiore già a fine novembre) e H. orientalis dalla quale sono stati ottenuti molti ibridi dai molti e variegati colori che non è difficile trovere in commercio.
Sono piante perenni a foglia caduca o sempreverdi caratterizzate dal fatto che i fiori sono formati da 5 sepali e non da petali e che rimangono integri per molto tempo.
Al di là delle specie scelte gli ellebori sono piante piuttosto rustiche e risultano in genere molto facili da coltivare. Pur tollerando esposizioni ombreggiate o assolate in genere queste piante danno il meglio quando coltivate in mezz’ombra. Il terreno ideale deve essere ricco di sostanza organica e risultare umido ma assicurare al contempo un buon drenaggio (specialmente se coltivate in vaso) per scongiurare il marciume radicale, vero problema della pianta in presenza di ristagno dell’acqua. Tenete presente che le radici rizomatose di queste piante tendono a sviluppare molto in profondità e sarà bene lasciare loro il giusto spazio e, se coltivate in vaso, assicurare a loro un contenitore bello profondo. Gli ellebori, per crescere rigogliosi e regalare ricche fioriture, necessitano di abbondanti concimazioni con letame o compost ben maturi, da effettuare a fine estate. Vanno annaffiate con buona frequenza per quasi tutto l’anno specialmente nei periodi più caldi mentre in autunno-inverno di solito le precipitazioni sono sufficienti per le loro necessità.
Si moltiplica per seme e per divisione: molto meglio quest’ultimo metodo (da effettuare in primavera, dopo la fioritura) che il primo, lento e complicato. In genere non ha grossi problemi neanche con i parassiti: a parte qualche attacco di afidi il maggiore rischio proviene dalle lumache che sembrano particolarmente ghiotte di queste piante, in modo particolare di quelle giovani.
Ultima cosa, fate attenzione: tutte le specie di elleboro sono velenose, sia per ingestione (nausea, vomito, convulsioni, diarrea i principali sintomi) che per contatto che può causare ulcere cutanee.
Foto di Tie Guy II