La mirra è una resina dall’odore acre estratta da alcuni arbusti e alberi appartenenti al genere Commiphora (a sua volta appartenente alla famiglia delle Burseraceae); la si ottiene da diverse specie presenti sulle rive del mar Rosso, in Senegal, in Madagascar e in India ma qui ci concentriamo su quella più usata per la sua produzione, ovvero la Commiphora myrra, un arbusto molto diffuso nella penisola arabica e nelle regioni dell’Africa Nord- orientale e che possiede numerose proprietà benefiche. Moltissimi la conoscono come uno dei doni, insieme all’oro e all’incenso, che i Re Magi portarono a Gesù Bambino, ma pochi sanno che in passato la mirra era utilizzata proprio per le sue qualità terapeutiche. Era usata per combattere disturbi come gli arrossamenti della gola, aiutava a cicatrizzare tagli, ferite e bruciature, leniva le irritazioni della pelle, delle gengive, e combatteva i disturbi delle vie respiratorie. Oggi sono dimostrate solo queste attività farmacologiche: antinfiammatoria, analgesica e disinfettante.
I costituenti principali sono olio essenziale, sesquiterpeni, chetoni, steroli e polisaccaridi.In passato era utilizzata per via orale come carminativo ed espettorante ma anche come digestivo e disinfettante urinario, impieghi oggi abbandonati per mancanza di dati sulla sicurezza della resina. Era anche utilizzata come profumo per ambienti, come insetticida, oppure trovava impiego nelle cerimonie funebri dato che gli Antichi Egizi la usavano per l’imbalsamazione.
La mirra combatte le infezioni del sistema respiratorio, incluse la tosse e il raffreddore, favorendo l’eliminazione del muco. Inoltre è usata in molti prodotti farmaceutici disinfettanti perché, essendo un antisettico, distrugge i microbi.
Un nuovo studio condotto dai ricercatori della King Abd Al-Aziz University nell’Arabia Saudita, ha dimostrato che la somministrazione della resina a un gruppo di topi albini ha abbassato i livelli di colesterolo cattivo (LDL) e ha alzato quello di colesterolo buono (HDL). Naturalmente noi umani aspettiamo pazienti e speranzosi l’evoluzione dell’esperimento…
La tintura di Mirra per uso esterno costituisce un rimedio specifico per gengiviti, piorrea, afte, stomatiti e tonsilliti. Può essere utilizzata anche per la medicazione di abrasioni, ferite, ulcerazioni cutanee, foruncoli e acne.
Ci sono controindicazioni per chi soffre di gastriti e per chi ha una ipersensibilità accertata verso questa sostanza. Gli effetti collaterali possono essere nausea, vomito, diarrea e tachicardia. Possibili anche reazioni allergiche. Per questo, e in ogni caso, prima di assumere qualunque tipo di pianta medicinale è SEMPRE BENE avvisare il proprio medico curante.