Visto che Franco ne ha descritto le qualità fitoterapiche vediamo più da vicino il genere Hibiscus, descrivendone velocemente le caratteristiche botaniche e le tecniche colturali, almeno per quanto riguarda le specie più diffuse nel nostro Paese.
Sì perché a questo genere appartengono, secondo almeno le ultime interpretazioni tassonomiche, oltre 300 specie, caratteristica che costringe a concentrare l’attenzione verso quelle più coltivate. Originarie per lo più di Africa e Asia, una manciata di specie sono indigene in Europa e tre di esse sono presenti in Italia: H. trionum (annuale), H. pentacarpus e H. roseus (quest’ultime perenni).
Si tratta di un genere di piante che si sviluppano come erbacee, arbusti e piccoli alberi e che possono essere annuali o perenni, sempreverdi o decidue e rustiche, semirustiche o delicate. Al di là di tale eterogeneità queste piante hanno in comune la caratteristica che i fiori, che nascono di solito all’ascella delle foglie o all’apice dei rami, sono imbutiformi e possono svilupparsi semplici, doppi o plurimi; i colori più comuni sono il bianco, il rosa e il rosso (altri colori sono presenti negli ibridi); altro aspetto comune è l’assenza di profumo dei fiori, a eccezione di poche specie per altro debolmente profumate.
Le specie più diffuse sono: H. coccineus (erbacea, perenne, semirustica), H. manihot (erbacea, perenne, rustica), H. militaris (erbacea, perenne, rustica) H. moscheutos (o H. palustri, erbacea, perenne, semirustica), H. mutabilis (arbustiva, perenne, semirustica), H. pentacarpos (erbacea, perenne, rustica), H. rosa-sinensis (arbustiva, perenne, semirustica), H. roseus (erbacea, perenne, rustica), H. schizopetalus (arbustiva, perenne, delicata), H. syriacus (arbustiva, perenne, srustica) e H. trionum (erbacea, annuale, rustica).
Sono piante generalmente facili da accudire e possono essere coltivate sia in vaso che in piena terra.
Temperatura ed esposizione
Le specie rustiche come l’H. trionum, roseus, mutabilis, militaris, pentacarpus e syriacus sono piante resistenti e non necessitano di protezioni durante l’inverno mentre le semirustiche e le delicate vanno riparate nei mesi freddi possibilmente in serra calda o in appartamento, l’importante è mantenere la temperatura al di sopra dei 16° C. L’esposizione migliore delle specie di ibisco è quella soleggiata, a patto di mantenere un minimo umido il terreno, mentre se questo non è possibile è consigliabile posizionare le piante in una zona ombreggiata o semiobreggiata.
Annaffiature
Per parlare delle annaffiature dobbiamo premettere che molte specie sono originarie di un ambiente paludoso e questa caratteristica influisce nella coltivazione perché dobbiamo fare in modo di assicurare loro una certa umidità ambientale, anche in estate, facendo attenzione però ad evitare il ristagno dell’acqua, nocivo per buona parte delle specie di ibisco. Le annaffiature devono essere abbondanti durante i periodi più caldi dell’anno ma vanno diradate in inverno, specialmente quando fa più freddo; anche in questo periodo si deve comunque mantenere un minimo di umidità nel terreno.
Terreno
Le piante di ibisco non sono particolarmente esigenti in fatto di terreno e in genere si adattano a qualsiasi situazione anche se il substrato migliore è composto da una terra ben lavorata, profonda e fresca, con una buona percentuale di terriccio e una manciata di sabbia che garantisca un drenaggio sufficiente.
Concimazione
Da maggio a settembre si somministra un concime liquido universale ogni 15 giorni per poi diradare la frequenza nei mesi successivi fino a sospenderla in inverno.
Rinvaso
Se le piante di ibisco sono coltivate in vaso vanno rinvasate ogni anno all’inizio della primavera. Il vaso è indispensabile per le specie delicate o semirustiche che nella stagione invernale vanno riparate dal freddo.
Moltiplicazione
Le specie annuali di ibisco si moltiplicano benissimo con la semina che si effettua di solito da aprile a maggio; nei mesi successivi si diradano le piantine nate e le si mettono a dimora, in vaso o in piena terra. Se si dispone di un letto caldo si può anticipare la semina a marzo.
Le perenni invece si moltiplicano bene da talea erbacea al termine della primavera o semilegnosa durante l’estate, oppure per divisione in autunno o sempre in primavera.
Potatura
Per quanto riguarda la potatura delle piante di ibisco ci sono varie scuole di pensiero: c’è chi non le tocca fino al terzo o quarto anno di età e c’è chi lo fa fin da subito; in linea di massima è possibile optare per una cimatura alle piante giovani, per favorire l’infoltimento, mentre per quelle in vaso c’è chi consiglia un intervento deciso (fino a ridurle a 15-20 cm) da effettuare a marzo. Stesse scuole di pensiero anche per le perenni all’aperto: c’è chi sostiene che non necessitino di potature regolari e chi viceversa interviene ogni anno. In ogni caso, le piante più vecchie e poco produttive possono essere rivitalizzate praticando una drastica potatura a primavera.
Parassiti e malattie
I principali parassiti delle piante di ibisco sono le mosche bianche, gli afidi, le cocciniglie cotonose e quelle brune. La malattia più frequente invece e l’oidio (o mal bianco).
Foto di aj marx