Il genere Arnica comprende circa 30 specie appartenenti alla famiglia delle Asteraceae o Compositae. L’unica che cresce spontaneamente in Italia è l’Arnica montana ed è di questa pianta che parliamo delle sue proprietà benefiche. Pianta erbacea perenne, preferisce i climi freschi e soleggiati, infatti cresce spontaneamente sui pascoli delle Alpi e dell’Appennino settentrionale da 1000 a 2400 m.. Assomiglia alla margherita, anche se i suoi fiori sono giallo-arancioni ed emanano un forte odore aromatico che in alcuni può provocare starnuti. Le foglie sono glabre nella parte inferiore, ma ricoperte di piccola peluria nella parte superiore. A causa della progressiva sparizione del suo habitat naturale, compresso dalle colture intensive, la A. montana è sempre più rara da incontrare ed è inclusa tra la flora protetta.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono i fiori e il rizoma. I costituenti principali sono i flavonoidi, i triterpeni, i lattoni sesquiterpenici, un olio essenziale contenente anche timolo, le cumarine e i derivati dell’acido caffeico. Altri componenti sono una sostanza amara chiamata arnicina, tannini e un alcaloide proprio, detto arnicaina.
La pianta possiede eccezionali qualità antisettiche, antinfiammatorie e analgesiche, ed è davvero straordinaria la sua proprietà nel trattare i traumi e le contusioni, dando un aiuto immediato nel riassorbire gli edemi e i versamenti.
Nella medicina popolare è utilizzata soprattutto in caso di contusioni, slogature, ematomi, strappi e dolori muscolari, geloni, punture di insetti e cura dei capelli.
L’A. montana è utilizzata per uso esterno soprattutto sotto forma di pomate, creme o gel, mentre se ingerita è velenose provoca effetti collaterali come gastriti, nausea, vomito, enterocoliti, vertigini, cefalea, palpitazioni, ipotensione arteriosa, reazioni allergiche e paralisi. Si possono verificare anche lesioni di tipo irritativo o caustico nella sede di applicazione.
Sconsigliatissimo dunque l’uso orale. Nei riguardi di questa importante pianta medicinale è bene ribadire che le applicazioni devono esser fatte sempre con molta prudenza, in modo da evitare il minimo contatto con gli occhi e con le mucose.
Cautela sulla cute lesionata e sulle dermatiti.
Ovviamente controindicata anche in quei soggetti con ipersensibilità accertata nei suoi confronti perché può causare dermatite da contatt; in ogni caso prima di usare anche soltanto le pomate, è sempre bene avvisare il proprio medico curante.
Foto di Robbie Veldwijk