Il cervello umano al limite “Mai più intelligenti di così” è il titolo di un interessante articolo uscito su Repubblica di ieri dove si scopre che, pur rappresentando solo il 2% del nostro peso corporeo, il cervello consuma circa il 20% dell’energia che produciamo; non solo: sembra che abbia raggiunto il suo limite di intelligenza e in questo senso difficilmente potrà migliorare; in teoria non lo metterei in dubbio, in realtà però su questo punto mi sento di obiettare: vista l’infinita stupidità che contraddistingue buona parte del genere umano, per la materia grigia c’è ancora molto da lavorare e per questo può tornare utile l’elenco di 12 alimenti provenienti dal Regno vegetale che aiutano a migliorare il nostro cervello. Vediamo quali.
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La Flora in Mostra, gli appuntamenti di agosto 2011
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Il periodo non è certo favorevole agli appuntamenti “verdi” ma, se durante le ferie del mese di agosto volete assecondare il vostro pollice verde o più semplicemente gustare qualche prodotto tipico o di stagione, l’elenco che segue vi offre comunque una buona scelta di eventi. Lasciate come sempre un commento se avete da segnalare un evento non presente nella lista.
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Alberi monumentali, il castagno di Monteombraro (MO)
L’appuntamento con gli alberi monumentali della settimana ci porta in Emilia-Romagna. Grazie a Nicola che mi ha spedito non uno, non due, non tre ma addirittura quattro bellissimi esemplari, il primo dei quali, di sicuro il più imponente, è il castagno di Monteombraro in provincia di Modena.
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Lotta biologica, gli uccelli insettivori preziosi alleati nella difesa dell’orto e del giardino
Nel vedere le foto dei post di ieri e di oggi a un visitatore di passaggio sembrerà di essere capitato su “Animalblog” o qualcosa del genere. Niente paura, siete sempre su Florablog e mucche al pascolo e il pettirosso di cui sopra rientrano nella normalità: ieri l’argomento era infatti l’impronta ecologica determinata dalle nostre scelte alimentari e l’ambiente in generale (da sempre temi ricorrenti su questo blog), mentre oggi si parla dei migliori alleati su cui possiamo contare nella lotta biologica a difesa delle nostre piante, ovvero gli uccelli insettivori.
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Ennesimo studio: mangiare carne contribuisce al riscaldamento globale
Non facciamoci l’abitudine, sarebbe troppo bello. Parlo dell’ottimo clima che sta interessando l’Italia in questi giorni anche se, obietterà qualcuno, siamo in piena estate e di pioggia nelle spiagge e di neve in montagna se ne farebbe molto volentieri a meno. Personalmente preferisco queste temperature al caldo infernale sperimentato non più tardi di due settimane fa ma il punto non è certo questo: siamo, a livello mondiale, un’eccezione, anomala quanto si vuole (specie per quello che è chiamato il Belpaese), ma pur sempre un’eccezione. A Mosca nei giorni scorsi infatti i termometri hanno segnato punte di 40° C e in buona parte degli Stati Uniti le cose non sono andate certo meglio visto che si sono registrate temperature superiori ai 43° C che hanno causato 22 morti e una moria di bestiame in Minnesota e in South Dakota; per tacere della devastante siccità che sta interessando la Somalia, la peggiore degli utlimi 60 anni… Rincara la dose un articolo apparso sul Fatto quotidiano riportante uno studio americano che afferma come tra 30 anni il Polo Nord rimarrà senza ghiacci durante la stagione estiva, previsione che anticipa di ben 40 anni quella che sembra un’inevitabile conseguenza del riscaldamento globale…
Già, il riscaldamento globale. Quando si tocca questo argomento, a parte la maggioranza di chi assume un atteggiamento “agnostico” (di gran lunga l’approccio peggiore), si trovano sempre due fazioni nettamente contrapposte fra chi crede che l’impatto dell’uomo sia determinante nell’aumento del global warming e chi, come i negazionisti, ritengono che le cause del riscaldamento globale siano da ricercare altrove. A smentire quest’ultima tesi arriva l’ennesimo studio che dimostra come mangiare contribuisca ad aumentare la febbre del Pianeta.
Cosa coltivare nell’orto, S come spinacio
Non coltivatelo per poi mangiarlo nel bel mezzo di una scazzottata nella quale state quasi per soccombere, e neanche per assumere enormi quantità di ferro, per lo più un mito da sfatare. No, il “Cosa coltivare nell’orto” di oggi non vi serve per questi motivi (o almeno non solo per questi…), ma per avere un ottimo prodotto, buono e versaltile e tra i pochi disponibili fino ad autunno inoltrato (e oltre): lo spinacio.
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Dagli ortaggi estivi un pieno di vitamine e sali minerali
Dopo l’approfondimento sulla frutta di stagione completo l’argomento legato a vitamine e sali minerali con una veloce carrellata sugli ortaggi estivi e sulle sostanze benefiche in essi contenute. Prima però, visto che delle vitamine s’è già detto, due parole sui sali minerali.
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Alberi monumentali, i faggi di Canfaito, San Severino Marche (MC)
Notevole anche la terza segnalazione di Angelo, ormai un habitué di queste pagine: dopo il Castagno dei Cento Cavalli e il Castagno Sant’Agata (detto anche della nave) mi manda le foto di addirittura tre alberi piuttosto famosi e conosciuti come i faggi di Canfaito.
Lotta biologica, le trappole cromotropiche
No, quello che vedete nella foto non è un malriuscito tentativo di arte contemporanea ma qualcosa che può tornare molto utile nella difesa delle vostre piante: una trappola cromotropica.
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Varietà di pomodoro, il nero di Crimea
In questa stagione, rispetto a quella dell’anno scorso (anno della Biodiversità), non ho sponsorizzato né piantato varietà di pomodoro particolarmente strane. L’esperienza passata infatti è stata caratterizzata da luci e ombre: devo dire che tutte sono riuscite piuttosto bene ma le piante “strane” hanno in generale manifestato una tendenza ad ammalarsi molto più spiccata rispetto a quelle comunemente coltivate, e questo a parità di trattamento; con poche eccezioni infatti i pomodori presentavano vistosi sintomi di malattie fungine che i loro vicini più comuni non avevano, nonostante i trattamenti a base di prodotti rameici fossero stati somministrati in egual misura. Le uniche due varietà a non subire particolari danni sono state il piccolo e simpatico Spoon e il buonissimo Feuerwerk, puntualmente riseminati anche quest’anno; per quest’ultimo mi sarebbe davvero dispiaciuto registrare una qualche debolezza perchè a mio modestissimo parere è un pomodoro davvero buono che ha anche l’indubbio vantaggio di presentare una buccia veramente sottile e un’ottima produttività, caratteristiche che hanno spinto anche la cerchia di “ortolani” che conosco a riproporne la coltivazione anche quest’anno.
Oltre a queste due, l’unica eccezione alla coltura di varietà convenzionali e di sicura resa è un pomodoro che molti di voi conosceranno ma che per me rappresenta una novità anche se solo per quanto riguarda la sua coltura diretta perché il nero di Crimea è piuttosto famoso e da qualche tempo anche periodicamente al centro delle informazioni sulla nostra salute.
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