Concimi naturali, lo stallatico

Stallatico
I fertilizzanti di origine chimica, è risaputo, sono dannosi per l’ambiente e alla lunga impoveriscono il terreno. Del resto i loro effetti negativi vennero indicati addirittura dal loro inventore, Justus von Liebig, che, come ho già avuto occasione di ricordare, prima di morire lasciò le seguenti ed emblematiche parole:

Confesso volentieri che l’impiego dei concimi chimici era fondato su delle supposizioni che non esistono nella realtà. Questi concimi dovevano portare una rivoluzione completa in agricoltura. Il concime di stalla doveva essere completamente escluso e tutte le materie minerali asportate dai raccolti, sostituite con dei concimi chimici. Il concime doveva permettere di coltivare su di uno stesso campo, senza discontinuità e senza esaurimento, sempre la stessa pianta, il trifoglio, il grano ecc., secondo la volontà e i bisogni dell’agricoltore. Avevo peccato contro la saggezza del Creatore e ho ricevuto la dovuta punizione. Ho voluto portare un miglioramento alla Sua opera e nella mia cecità ho creduto che nel meraviglioso concatenamento delle leggi che uniscono la vita alla superficie della terra, rinnovandola continuamente, un anello era stato dimenticato, che io povero verme impotente, dovevo fornire.

Se ebbe a dirlo lui…

Per garantire elementi nutritivi alle nostre piante, e al contempo ristabilire quella fertilità del terreno andata persa a causa della chimica, tra le tante valide alternative si può provare la versatilità dello stallatico.

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La Flora in Mostra, gli appuntamenti di giugno 2010

Florablog – Mappa della Flora in mostra del mese di giugno 2010

Appena in tempo per organizzare, in occasione della festa della Repubblica italiana, qualche sortita “verde”, ecco la Flora in Mostra del mese appena iniziato che propone un po’ di appuntamenti in giro per l’Italia dedicati principalmente agli appassionati delle piante e/o ai loro prodotti. Il numero degli eventi è inferiore a quello del mese precedente ma comunque sufficiente per avere un minimo di scelta; fa eccezione come sempre il sud del Paese sul quale non riesco a trovare in Rete che pochissimi appuntamenti. In questi giorni cercherò di capire se ho tralasciato qualcosa, intanto se conoscete manifestazioni che non sono nel post segnalatele in un commento e le aggiungerò all’elenco. Mi raccomando, festeggiate il 2 giugno in maniera adeguata (se non altro fino a quando ci sarà una Repubblica da festeggiare…) e  cercate almeno di fare l’unico ponte concesso quest’anno da un avarissimo calendario (il ponte rilassa chi lo fa e, a differenza della scuola a ottobre, aiuta il turismo): da par mio vi faccio presente che sabato 5 giugno si celebra la Giornata mondiale dell’ambiente (almeno, anche qui, fino a quando ci sarà un ambiente da celebrare…) e vi dò appuntamento al prossimo lunedì, non prima però di avervi ricordato la cosa più importante: continuate a coltivare il vostro pollice verde!
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E tre! Florablog Contest: alberi monumentali, i Ficus macrophylla del Parco d’Orleans a Palermo

Ficus magnolioides del Parco d'Orleans a Palermo
Chi legge con frequenza queste pagine sa che c’è un certo feeling tra Florablog e la città di Palermo: Giuseppe Marino collabora con buona frequenza al blog, un altro Giuseppe (sempre di Palermo) mi ha a suo tempo spedito i semi della zucca serpente di Sicilia con i quali ho poi ho ottenuto le piante per l’innesto erbaceo e molti altri lettori del capoluogo siciliano si collegano e commentano i vari post. Ora questo fruttuoso asse siculo-toscano si arricchisce di un nuovo capitolo grazie a Sandro che ha partecipato al Florablog Contest sugli alberi monumentali spedendo le foto non di uno ma di ben due Ficus macrophylla presenti in città!

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Innesto erbaceo per approssimazione, piccoli esperimenti crescono…

Innesto erbaceo per approssimazione di un cocomero sulla lagenaria
Dopo più di tre settimane di pioggia ininterrotta sono ormai quattro giorni che un cielo praticamente sgombro da nuvole ci dona delle splendide giornate e ci da finalmente il tempo per poter riprendere i lavori nell’orto che quest’anno sono davvero in un ritardo clamoroso. Proprio per l’interminabile “stagione dei monsoni” di cui sopra, gli orti della zona sono per lo più privi di ortaggi e quei pochi che avevano rischiato le prime piante a dimora sono nella maggior parte dei casi costretti a ripartire da capo, visto che quest’ultime sono letteralmente affogate. C’è poco da fare, quest’anno è andata così, ma tutti i lavori rimandati dell’ultimo mese si ripresentano ora insieme creando una lista lunghissima di cose da fare. Come per esempio la sistemazione delle piante innestate con il metodo dell’innesto erbaceo per approssimazione che ho umilmente sperimentato seguendo le indicazioni dell’ottimo video che Giuseppe ha girato in proposito.
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Il biotrituratore, per produrre compost anche dal materiale di scarto legnoso


Il problema non è da poco, lo sa bene chi vive in campagna. Ogni anno, specialmente in questa stagione, tra rami, ramaglie e scarti vari, le parti legnose e semilegnose potate o estirpate dal proprio terreno possono diventare una massa importante da smaltire e per farlo spesso viene scelta la strada più semplice, ovvero bruciare il tutto. Il guaio è che (almeno a livello mesoscopico) “nulla si crea e nulla si distrugge” e tramite l’azione del fuoco non si fa altro che trasferire il nostro scarto dal suolo all’atmosfera che, poverina, non ne ha certo bisogno scambiata da tutti com’è per la pattumiera del pianeta.
Eppure una soluzione c’è: il legno è, ovvio, un materiale naturale che, come tutto quello che ha origine organica, si decompone e con il tempo si trasforma nel prezioso humus, solo che lo fa più lentamente rispetto agli scarti di cucina che di solito dirottiamo nella compostiera. Per accelerare questo processo di decomposizione è possibile usare una macchina semplice quanto efficace, il biotrituratore.
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L’Equiseto dei campi, fungicida naturale


L’Equiseto dei campi (Equisetum arvense) appartiene all’unico genere rimasto in vita della famiglia delle Equisetaceae ed è considerato un “fossile vivente”, ovvero una pianta che, come per esempio il Ginkgo biloba, le Cycas, l’Araucaria araucana e le felci, è sopravvissuta all’estinzione toccata in sorte alle sue consimili qualche era geologica fa oppure perché, nonostante le altre si siano evolute, è rimasta uguale a sé stessa per un lungo periodo temporale. E infatti osservandolo da vicino ti accorgi dalla sua forma bizzarra, quasi “aliena”, che si tratta davero di una pianta molto antica: si fa risalire la sua nascita a circa 300 milioni di anni fa mentre resti fossili di specie appartenenti alla famiglia delle Equisetaceae risalgono addirittura al Devoniano ovvero qualcosa come 395-345 milioni di anni fa. Senza dilungarsi sulla sua morfologia (che potete approfondire partendo dalla pagina di Wikipedia), basta ricordare che sono piante più primitive delle Angiosperme, si riproducono tramite la produzione di spore e per questo non da molto sono state incluse (non senza qualche polemica) nella divisione delle Pteridofite (la stessa dele felci). Tra le tante caratteristiche peculiari, le proprietà fitoterapiche e quelle cosmetiche va aggiunto che con l’equiseto si può ottenere un decotto e un macerato utili come fungicida naturale.
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OGM sì, OGM no, e se i MAS mettessero tutti d’accordo?


Il dibattito sugli OGM, si sa, non prevede molte adesioni al partito dei moderati: di solito o si è a favore o si è contro. Le posizioni poi sono in genere inconciliabili. Da un lato i favorevoli sottolineano che, grazie alla loro (presunta) resistenza a parassiti e malattie e alla loro alta produttività, gli Organismi Geneticamente Modificati possono avere un ruolo fondamentale nella lotta alla fame e alle carestie, oltre a favorire l’abbandono dell’utilizzo di pesticidi e veleni vari; dall’altro i contrari che denunciano proprio la loro inefficacia nel resistere agli attacchi, presentano studi che proverebbero la loro potenziale pericolosità per la salute degli esseri viventi e soprattutto esprimono forte preoccupazione per l’imprevedibilità delle conseguenze che potrebbero scaturire dall’interazione tra il loro codice genetico e quello degli organismi naturali. Nonostante l’opinione favorevole di buona parte della comunità scientifica e delle ultime decisioni prese in sede europea l’adozione degli OGM non convince gli Stati singoli e molti Paesi tra i quali Austria, Germania, Lussemburgo e la stessa Italia hanno adottato misure restrittive che di fatto rendono impossibile la loro coltivazione. Insomma la controversia è sempre più accesa e fino a oggi tra i due schieramenti sembra impossibile un compromesso. Fino a oggi, perché da un po’ di tempo gli scienziati di diversi Paesi, tra i quali il nostro, stanno sviluppando una tecnica detta Marker Assisted Selection (MAS) che promette di mettere tutti d’accordo.
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Video, innesto ad anello o a flauto


Grazie anche al fondamentale apporto dei lettori questo blog si sta sempre più specializzando nei vari tipi di innesto. Dopo il notevole video di Giuseppe Marino sull’innesto erbaceo per approssimazione è infatti la volta di un altro abituale lettore che ci illustra una tecnica tanto facile quanto efficace: l’innesto ad anello o a flauto.
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Piante Solanum torvum in fiore e pronte per diventare l’albero delle melanzane

Piante di Solanum torvum in fiore a maggio

Con mia grande soddisfazione sono riuscito a far attraversare l’inverno a una decina di piante di Solanum torvum da me seminate lo scorso anno senza che queste subissero particolari danni e, quel che è più importante, le due piante speditemi da Francesco nel novembre del 2008 non solo sono esplose in una promettente fioritura (che se va in porto produrrà semi da mettere in palio nel Florablog Contest) ma hanno finalmente raggiunto un’altezza sufficiente per tentare l’innesto e ottenere così l’agognato albero delle melanzane.
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