Manifesto contro la capitozzatura della piante ad alto fusto

Ho conosciuto Paolo al Roseto Carla Fineschi (sono sue le abili mani che realizzano gli innesti sulle rose) e la sua passione e la sua competenza sono evidenti se hai la fortuna di poterci parlare. Gli ho detto che, se aveva tempo e voglia, avrei ritenuto un onore ospitare qulalche suo intervento. Detto fatto: Paola ha preparato questo interessante manifesto contro la capitozzatura degli alberi che vi invito a leggere. In realtà il post era pronto da un pezzo ma i luttuosi fatti che hanno colpito questo blog ne hanno ritardato la pubblicazione, me ne scuso con l’autore ma avrei di gran lunga preferito pubblicarlo mesi fa…
Buona lettura. Gianni

Per il mio primo articolo vorrei mettervi a conoscenza, tramite le foto di alcuni esempi, della situazione a cui vanno incontro gli alberi quando si decide di potarli usando una tecnica che si chiama “capitozzatura”. Si precisa che non essendo dottore forestale le mie sono valutazioni indicative, alle quali però è possibile far seguire perizie legalmente valide.
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Olivo bonsai, un toscano DOC!

Olivo bonsai
Ciao a tutti, come si deduce dal titolo, da buon toscanaccio non posso esimermi dal parlarvi di un’essenza tra le più usate per la realizzazione di bonsai. La facilità di coltivazione e la sua elevata resistenza alla siccità e agli stress in generale, fanno di questa specie una delle più facilmente adattabili a svariati tipi di clima, seppur con qualche accortezza. Quindi se non lo aveve ancora fatto, prendetevi un paio di questi “carrarmatini” e cimentatevi!!!
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7 regole da rispettare per la buona riuscita di un innesto

Innesto "a occhio"

Tra i contenuti più popolari di questo blog ci sono senz’altro quelli dedicati agli innesti delle piante da frutto: l’innesto cosiddetto “a occhio“, l’innesto a spacco e quello a corona sono infatti tra i post più letti di Florablog e suscitano un interesse costante e senza flessioni, segno che l’argomento appassiona molti lettori. Oltre a quelle sopra citate sono diverse le tecniche alle quali ricorrere per effettuare gli innesti, come per esempio l’innesto ad anello (o a flauto), ma per la loro buona riuscita ci sono almeno 7 regole che dobbiamo rispettare. Vediamo quali.
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Buon compleanno Italia! “Il tricolore” del corbezzolo simbolo del Risorgimento

Buon compleanno Italia! "Il tricolore" del corbezzolo simbolo del risorgimento
Per gli Stati Uniti è la quercia, così come per la Germania; per la Danimarca il faggio, per la Repubblica Ceca il tiglio, per Maldive, Iraq e Inghilterra la rosa; per il martoriato Giappone i fiori di ciliegio, per l’Albania l’ulivo, il fiordaliso per l’Estonia e la dalia per il Messico; il Canada ha direttamente la foglia di acero nella bandiera così come l’Ecuador ha la palma nello stemma nazionale; la Svizzera ha la stella alpina, il Madagascar il baobab e il Libano (ovvio) il cedro del Libano; la Francia ha il giglio (ma attenzione, non fate gaffe: solo per l’Ancien Régime), per l’Estonia c’è il fiordaliso, la giunchiglia per il Galles, il lotus per l’India, il tulipano per i Paesi Bassi e via elencando. Di cosa stiamo parlando? di alcuni esempi di simboli nazionali che i vari Paesi hanno preso in prestito dal Regno vegetale.
E l’Italia? Nel Paese di Santi, Poeti, Navigatori (e chi più ne ha, più ne metta…) non mancano di certo i simboli derivati da fiori e piante, e anzi regna l’abbondanza; su Wikipedia per esempio si citano il ciclamino delle Alpi, l’ulivo e la quercia ma si scorda di riportare un’altra pianta che, come emblema nazionale, acquista una valenza molto più ricca di significati delle altre perché riassume in sé i colori della nostra bandiera. questa pianta, adottata dal Risorgimento, è il corbezzolo. Prima di spiegare il perché di questa scelta vediamo velocemente le caratteristiche di questa pianta.
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Team italiano ottiene la ricostruzione ossea dal legno di rattan

Team italiano ottiene la ricostruzione ossea dal legno di rattan
In un paese che va letteralmente a puttane ((i pochi neopuritani perdoneranno la “sottile” metafora, tutti gli altri ci sono abituati…) quel poco che riesce ancora a essere motivo di orgoglio va sottolineato a dovere, quanto meno per farci un po’ di coraggio. L’occasione, ormai rara, l’offre una ricerca scientifica condotta da qualche anno (e che sta giungendo al termine) da un team italiano che, se non fosse com’è a uno stadio avanzatissimo, apparirebbe come puramente fantascientifica. L’Istituto di Scienza e Tecnologia dei materiali Ceramici (ISTEC) di Faenza sta mettendo infatti a punto una tecnica di ricostruzione ossea che ha dell’incredibile:  sono in grado di ricreare qualsiasi osso lungo partendo dal legno della canna dell’India, più conosciuto con il nome di rattan. Prima di parlare della ricerca però vediamo in due parole di che pianta si tratta.
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7 ottimi motivi per non capitozzare gli alberi


Provate a cercare su un motore di ricerca la parola “capitozzare”: dai risultati della ricerca, e all’unanimità, questa pratica di potatura viene indicata come del tutto errata ma nonostante questo risulta ancora oggi molto comune e anzi sembra addirittura in aumento, praticata anche da sedicenti professionisti dell’arboricoltura. Eppure non c’è niente di più dannoso e pericoloso di trattare gli alberi con questa “tecnica”. Già ma cosa si intende per capitozzare?
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“Save as .wwf”, ma serve davvero un nuovo formato per non stampare e salvare gli alberi?

"Save as .wwf", ma serve davvero un nuovo formato per non stampare e salvare gli alberi?
Un concreto aiuto alla risoluzione dei problemi ambientali può e deve venire dalla modifica delle nostre piccole abitudini quotidiane. Certo, è impensabile che adottando stili di vita solo di poco differenti dagli attuali si possa risolvere una situazione forse già irrimediabilmente compromessa, ma è indubbio che alcune minime variazioni dei nostri comportamenti (oltre ad “allenarci”, se necessario, per dei cambiamenti ben più radicali…) possono portare a dei risultati a dir poco sorprendenti. Prendiamo  ad esempio la questione della funzione di standby esistente nella maggioranza degli apparecchi elettronici presenti nelle nostre case.
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Le reti Wi-Fi sono nocive per le piante?

Le reti Wi-Fi sono nocive per le piante?
L’altro giorno è uscita sul Web una notizia che rilancia l’ennesimo allarme sulle radiazioni emesse dalle antenne delle reti wireless che una ricerca sì e una no ritiene nocive per la salute dell’uomo, e non solo. Questa volta infatti un nuovo studio sposta l’obiettivo su altri organismi viventi e individua nelle piante le possibili vittime delle onde elettromagnetiche.
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Festa dell’albero 2010, per rendere il nostro Paese più verde, più bello e più sicuro

Festa dell'albero 2010, per rendere il nostro Paese più verde, più bello e più sicuro
Può un blog che promuove il fotocensimento degli alberi monumentali (e che si sottotitola “dedicato al Regno vegetale”) non parlare di una festa che celebra gli alberi? Ovviamente no: da domani 19 novembre e nelle giornate del 20 e del 21 in tutta Italia si terrà l’edizione 2010 della Festa dell’albero.
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Olivo, è il momento della raccolta (e l’olio nuovo si avvicina…)

Olivo, è il momento della raccolta (e l'olio nuovo si avvicina...)
Oh! finalmente! Stagione delle piogge permettendo (che tra l’altro somiglia sempre più a un Diluvio di biblica memoria…), in questo periodo e fino più o meno agli inizi/metà di dicembre, nelle aree interessate dalla coltivazione dell’olivo è tempo di raccolta, operazione spesso sottovalutata a favore della frangitura, la fase finale che porta come risultato la produzione del cosidetto “oro verde”: l’olio d’oliva. E già assaporo la prima e mitica “fettunta”, realizzata rigorosamente con il pane toscano, una strofinatina di aglio, un pizzico di sale e un’abbondante affogatura d’olio “novo” delle mie parti, quello appena uscito dal frantoio, quello di un verde quasi fosforescente, quello più buono del pianeta.
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