Osservando di sfuggita la foto qui sopra sembra che non ci sia nulla di strano e che si tratti di una coltivazione di piante come tutte le altre ma se si presta un po’ di attenzione in più la straordinarietà non sfugge.
Si tratta infatti sì di un giardino con piante e fiori normali ma invece che con la zappa lo si lavora con il martello pneumatico. Perché al posto del comune terreno c’è… il cemento!
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I cambiamenti climatici rendono i prodotti agroalimentari più pericolosi per la salute?
A quanto pare il riscaldamento globale, le inondazioni, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello degli oceani, la siccità ecc. non sono gli unici effetti causati dai cambiamenti climatici che dovrebbero farci preoccupare. Stando a quanto sostenuto da alcuni scienziati al meeting annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS) il clima impazzito potrebbe rendere i prodotti agroalimentari più pericolosi per la nostra salute a causa di parassiti e malattie sempre più aggressivi e dealla contaminazione di prodotti chimici e di pesticidi impiegati in maniera più massiccia per combatterli.
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Dall’agave alte rese di biocarburanti ecosostenibili
Le terribili, terrificanti notizie che giungono dalla Libia, oltre a suscitare il massimo sdegno e una condanna senza appello, ci costringono anche a fare i conti con problemi che ci investono direttamente come la ricaduta sulla nostra economia (sono molte le aziende italiane che stringono affari con lo (ex) “scatolone di sabbia” e che in queste ore subiscono forti perdite in borsa) e, per quanto riguarda il fabbisogno energetico, la nostra dipendenza dagli idrocarburi. Anche se la chiusura del gasdotto GreenStream non sembra preoccupare più di tanto, visto che da lì ci riforniamo “solo” del 12% del gas totale (ma un importante 30% proviene dalla confinante Algeria e se l’effetto domino delle rivolte nei paesi nordafricani non si arresta…), di diversa portata appare la questione petrolio considerando che dalla Libia arriva poco meno del 24% del nostro fabbisogno di greggio. Poca cosa rispetto ai problemi che sta affrontando il popolo libico ma prima o poi qualcuno ci presenterà il conto anche se quanto quest’ultimo sarà salato nessuno può dirlo.
Anche alla luce di questi nuovi fatti cercare alternative al petrolio risulta sempre più fondamentale per il nostro futuro (anche per quello immediato) e ogni novità a riguardo è da analizzare con interesse. Di sicuro l’interesse lo suscita un articolo apparso sulla rivista Global Change Biology Bioenergy dove i ricercatori della Università dell’Illinois sostengono come dall’agave si possano ottenere biocarburanti in maniera efficace ed ecosostenibile.
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5 motivi per non consumare frutta e verdura fuori stagione
Chi legge da tempo queste pagine sa che su Florablog si fa un tifo spudorato per il consumo di frutta e verdura di stagione e come di contro si sconsigli vivamente quello dei prodotti fuori stagione, per almeno cinque motivi:
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Piante che purificano l’ambiente domestico: Dracaena deremensis
Come volevasi dimostrare il secondo blocco del traffico a Milano non ha sortito effetto alcuno, anzi: le centraline hanno registrato valori di pm10 tre volte superiori al consentito, sforamento che dall’inzio dell’anno si è verificato già in 34 giorni; calcolando che dal primo gennaio 2011 sono passati 39 giorni (solo 5 giorni con valori “normali”) ci si rende conto come quello dell’inquinamento nel capoluogo lombardo (e in pratica in tutta la regione) sia un problema estremamente grave. In una situazione del genere parlare di una pianta come la Dracena deremensis che ha la qualità di purificare l’aria delle nostre case può sembrare utile come svuotare il mare con un bicchiere. Sbagliato, perché può invece rappresentare un aiuto per la nostra salute da non sottovalutare, almeno per non sommare danno al danno e creare un ambiente più sano dove soggiornare. Non lo dice l’ultimo blog che passa sulla Rete ma bensì un’agenzia governativa tra le più famose al mondo, la N.A.S.A.
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Imitare la fotosintesi clorofilliana per trasformare acqua e CO2 in combustibile? si può!
Da queste parti, si sa, si fa un gran tifo per le piante e per le loro caratteristiche (il minimo, da un blog che si sottotitola “dedicato al Regno vegetale”) e quando ci si imbatte in notizie di questo genere è impossibile non parlarne, anche perché, una volta messo a punto, l’esperimento di una macchina che imita la fotosintesi clorofilliana per trasformare la CO2 in combustibile potrebbe rappresentare un passo decisivo per il nostro futuro e quello del Pianeta.
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2011 “Anno Internazionale delle Foreste”
Nel primo post del 2011 mi piace ricordare che quello appena iniziato è stato proclamato dall’ONU “Anno Internazionale delle Foreste“. Detta così la notizia potrebbe passare del tutto inosservata, spersa com’è nel mezzo dell’oceano di news che ogni giorno ci giunge dai vari media, se non fosse che basta una manciata di secondi della nostra attenzione per assimilare qualche dato e per capire che alla cosa dovremmo riservare maggiore considerazione.
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Buon 2011 da Florablog! e appuntamento a gennaio
L’altro giorno mi è capitato di rileggere il post di buon anno scritto esattamente un anno fa e mi sono accorto che avrei potuto benissimo fare il copia-incolla del testo e riproporlo oggi con minime correzioni, sostituendo cioè la delusione per la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di Copenhagen con quella per il vertice del clima di Cancun e aggiungendo l’ennesima manifestazione estrema del clima che ha portato un’ondata di freddo e neve in tutta Europa e soprattutto un’abbondante nevicata (come mai prima, almeno a memoria d’uomo) nella zona della Toscana dove abito, nevicata che, tagliando in pratica l’Italia in due per diverse ore, ha costretto migliaia e migliaia di persone a passare la notte al gelo.
Per il resto, fatte queste piccole modifiche, il post può essere riproposto per intero, considerando come i blandi impegni contro il riscaldamento globale sottoscritti nella città messicana a inizio dicembre rappresentino poca cosa e ancor di più come, dopo un altro anno caratterizzato da manifestazioni climatiche sempre più estreme (inondazioni in Pakistan – con 20 milioni di persone interessati – e le temperature infernali dell’estate russa, solo per citare le più clamorose), le morti per i disastri climatici nel corso del 2010 siano raddoppiate. Insomma, niente di nuovo sotto il sole anzi, sempre peggio.
Pessimismo cosmico a parte vorrei comunque augurare ai lettori di Florablog un felice 2011 sperando che sia un anno di svolta. Buone vacanze a tutti e appuntamento a gennaio, non mi rimane che salutarvi con la solita raccomandazione di sempre: continuate a coltivare il vostro pollice verde.
“Save as .wwf”, ma serve davvero un nuovo formato per non stampare e salvare gli alberi?
Un concreto aiuto alla risoluzione dei problemi ambientali può e deve venire dalla modifica delle nostre piccole abitudini quotidiane. Certo, è impensabile che adottando stili di vita solo di poco differenti dagli attuali si possa risolvere una situazione forse già irrimediabilmente compromessa, ma è indubbio che alcune minime variazioni dei nostri comportamenti (oltre ad “allenarci”, se necessario, per dei cambiamenti ben più radicali…) possono portare a dei risultati a dir poco sorprendenti. Prendiamo ad esempio la questione della funzione di standby esistente nella maggioranza degli apparecchi elettronici presenti nelle nostre case.
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Le reti Wi-Fi sono nocive per le piante?
L’altro giorno è uscita sul Web una notizia che rilancia l’ennesimo allarme sulle radiazioni emesse dalle antenne delle reti wireless che una ricerca sì e una no ritiene nocive per la salute dell’uomo, e non solo. Questa volta infatti un nuovo studio sposta l’obiettivo su altri organismi viventi e individua nelle piante le possibili vittime delle onde elettromagnetiche.
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