Prima edizione di Florens 2010, Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali

Florens 2010, Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali
In totale controtendenza rispetto alle idee del ministro dell’Economia, che taglia un miliardo di euro destinato all’ambiente e sostiene che con la cultura non si mangia, Firenze inaugura la prima edizione di Florens, la  Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, che si apre domani 12 novembre e si concluderà il 20.
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Basta dissesto idrogeologico, ridiamo spazio alla Natura

Basta dissesto idrogeologico, ridiamo spazio alla Natura
Ci risiamo. Come tutti gli anni in questa stagione (come in quella primaverile) arrivano, in linea con il periodo, le piogge persistenti e intense e con esse, puntuali come un orologio svizzero, le frane, gli smottamenti, gli straripamenti e le inondazioni. E come tutti gli anni siamo qui a contare i danni e purtroppo i morti: per esempio in meno di un mese solo in Toscana, con i tre di Massa, sono già sei le vittime causate dal maltempo. È come un disco rotto, ogni anno le stesse scene, lo stesso andamento, le stesse tragedie. Eppure non è certo un fenomeno recente che ci può cogliere di sorpresa, anzi!
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No ai prodotti fuori stagione, impariamo a conservare la frutta e la verdura!

No ai prodotti fuori stagione, conserviamo frutta e verdura!
Una delle storture più insidiose prodotte dalla globalizzazione è senz’altro l’acquisto dei prodotti fuori stagione, la possibilità cioè di trovare  tutti i tipi di frutta e verdura disponibili e in vendita ogni giorno dell’anno. Insidiosa perché lavora dal di dentro, sulle nostre menti e sulle nostre abitudini tantoché alla fine ci sembra normale mangiare per esempio le ciliege a dicembre e le arance a luglio. Eppure non ci vuole molto a rendersi conto che questo comportamento non porta benefici a nessuno, né a chi lo pratica né tanto meno al pianeta Terra.
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Clima, 2010 annus horribilis e i prezzi di grano, cotone, zucchero, mais, ecc. vanno alle stelle

Pakistan Disaster Relief - DVIDSHUB - Flickr
Se c’è qualcuno che ancora pensa al riscaldamento globale come a una mezza bufala e crede di cavarsela tutt’al più installando l’ennesimo condizionatore, è bene che cambi idea, e in fretta. Il 2010 infatti non è solo, statistiche alla mano, l’anno più caldo da quando vengono rilevate le temperature, ma rischia di diventare anche lo spartiacque oltre il quale pagheremo le conseguenze del clima impazzito. Guardando all’impennata dei prezzi dei principali beni alimentari infatti si capisce che è giunto il momento di fare i conti con i repentini cambiamenti climatici degli ultimi anni. E detti conti potrebbero cominciare a essere salati.
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Clima, giugno 2010 è stato il mese più caldo di sempre, e anche luglio promette molto bene…

Giugno 2010 è stato il mese più caldo da quando vengono registrati i dati sul clima
Immagino che i catastrofisti non piacciano a nessuno, tantomeno al sottoscritto. Eppure è difficile, leggendo i dati pubblicati nel rapporto sul clima del National Climatic Data Center del NOAA (National Ocean and Atmospheric Administration), non farsi prendere dal pessimismo cosmico: da quando vengono raccolti i dati sul clima il mese di giugno appena trascorso è stato in assoluto il più caldo di sempre.
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Nuova invasione di alghe in Bretagna, sott’accusa agricoltura e allevamenti intensivi

Nuova invasione di alghe in Bretagna, sott'accusa agricoltura e allevamenti intensivi
Di nuovo le alghe protagoniste della cronaca, ma questa volta in senso negativo. Se la scorsa settimana infatti avevo commentato positivamente gli investimenti del governo statunitense nella ricerca di biocarburanti ottenuti dalle alghe, è una notizia di questi giorni la nuova e grave invasione di alghe verdi che sta colpendo alcune spiagge della Bretagna in Francia, talmente grave da costringere alla chiusura delle zone interessate per permettere la raccolta delle piante in putrefazione. Perché lasciarle sulla spiaggia sarebbe molto pericoloso.
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Il biotrituratore, per produrre compost anche dal materiale di scarto legnoso


Il problema non è da poco, lo sa bene chi vive in campagna. Ogni anno, specialmente in questa stagione, tra rami, ramaglie e scarti vari, le parti legnose e semilegnose potate o estirpate dal proprio terreno possono diventare una massa importante da smaltire e per farlo spesso viene scelta la strada più semplice, ovvero bruciare il tutto. Il guaio è che (almeno a livello mesoscopico) “nulla si crea e nulla si distrugge” e tramite l’azione del fuoco non si fa altro che trasferire il nostro scarto dal suolo all’atmosfera che, poverina, non ne ha certo bisogno scambiata da tutti com’è per la pattumiera del pianeta.
Eppure una soluzione c’è: il legno è, ovvio, un materiale naturale che, come tutto quello che ha origine organica, si decompone e con il tempo si trasforma nel prezioso humus, solo che lo fa più lentamente rispetto agli scarti di cucina che di solito dirottiamo nella compostiera. Per accelerare questo processo di decomposizione è possibile usare una macchina semplice quanto efficace, il biotrituratore.
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OGM sì, OGM no, e se i MAS mettessero tutti d’accordo?


Il dibattito sugli OGM, si sa, non prevede molte adesioni al partito dei moderati: di solito o si è a favore o si è contro. Le posizioni poi sono in genere inconciliabili. Da un lato i favorevoli sottolineano che, grazie alla loro (presunta) resistenza a parassiti e malattie e alla loro alta produttività, gli Organismi Geneticamente Modificati possono avere un ruolo fondamentale nella lotta alla fame e alle carestie, oltre a favorire l’abbandono dell’utilizzo di pesticidi e veleni vari; dall’altro i contrari che denunciano proprio la loro inefficacia nel resistere agli attacchi, presentano studi che proverebbero la loro potenziale pericolosità per la salute degli esseri viventi e soprattutto esprimono forte preoccupazione per l’imprevedibilità delle conseguenze che potrebbero scaturire dall’interazione tra il loro codice genetico e quello degli organismi naturali. Nonostante l’opinione favorevole di buona parte della comunità scientifica e delle ultime decisioni prese in sede europea l’adozione degli OGM non convince gli Stati singoli e molti Paesi tra i quali Austria, Germania, Lussemburgo e la stessa Italia hanno adottato misure restrittive che di fatto rendono impossibile la loro coltivazione. Insomma la controversia è sempre più accesa e fino a oggi tra i due schieramenti sembra impossibile un compromesso. Fino a oggi, perché da un po’ di tempo gli scienziati di diversi Paesi, tra i quali il nostro, stanno sviluppando una tecnica detta Marker Assisted Selection (MAS) che promette di mettere tutti d’accordo.
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Idee per l’Ambiente: piante che “sudano” biocarburanti


È la classica situazione da “con le spalle al muro” o meglio de “il topo all’angolo”: i cambiamenti climatici, l’inquinamento, l’esaurimento (imminente?) del petrolio e altri simpatici fattori costringono molti stati, aziende e ricercatori, ovvero l’umanità, a studiare alternative alla situazione odierna nella speranza di trovare fonti energetiche sostenibili e al contempo efficaci, in grado cioè di sostenere lo stesso tenore di vita garantito dagli idrocarburi senza sacrificare le nostre ormai consolidate (e a oggi insostenibili) abitudini. Eufemisticamente parlando, la sfida non è da poco anche se va detto che agli scienziati non manca certo la fantasia e molte innovative e promettenti tecnologie stanno spuntando come funghi praticamente tutti i giorni. È il caso per esempio della tecnica escogitata da una società del Massachusetts, la Joule Unlimited, che sta facendo promettenti passi avanti su un progetto pilota per ottenere combustibile dalle piante. Nessuna novità verrebbe da dire se non per il fatto che le suddette piante sono letteralmente in grado di “sudare” biocarburanti.
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