Grazie a un inizio d’estate molto più piovoso del solito (stando almeno alla media degli ultimi 10 anni), il meraviglioso bosco vicino a dove abito (che si sviluppa su una serie di monti e colline divisa tra le province di Arezzo, Firenze e Siena) ha prodotto una quantità spropositata di funghi di tutti i tipi, compresi ovviamente quelli squisiti del genere Boletus, più comunemente conosciuti col nome di porcini.
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Prodotti di stagione, qual è il frutto estivo più buono?
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Per quanto riguarda la disponibilità e la varietà di prodotti stagionali, l’estate è senza dubbio una vera e propria manna. Sono lontani i mesi invernali dove la monotonia dei pur squisiti agrumi, insieme a kiwi e a poco altro, la faceva da padrona. Frutta e verdura in questo periodo si traduce in abbondanza, varietà, bontà. E chi, come me, ne fa un uso industriale non ha che l’imbarazzo della scelta. Proprio per questa grande scelta, l’altro giorno in un ritrovo tra amici, è saltato fuori il classico giochino della Top Five applicata ai frutti preferiti dell’estate. Anche se l’ingenuità del passatempo è totale e il campione meno che risibile, qualche riflessione interessante è saltata fuori, tanto da spingermi a riproporre il tutto anche sul blog, sottoforma questa volta di sondaggio.
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Misurare il respiro del bosco
Recupero una notizia della scorsa settimana perché il 5 giugno, in occasione della Giornata del Pianteta organizzata dall’Onu è stato inaugurato un interessante esperimento che cerca di registrare niente meno che il “respiro del bosco”.
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5 Giugno, oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente
Con lo slogan “your planet needs YOU!” (Il tuo Pianeta ha bisogno di Te) si celebra oggi la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Ennesima Giornata-dedicata-a-qualcosa si dirà e come già fatto notare il rischio svalutazione incombe, anche se questo è uno di quegli appuntamenti talmente ufficiali che è impossibile non prestargli la giusta attenzione.
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Giornata Europea dei Parchi, il primo parco europeo compie un secolo
Tempo fa, in un articolo di Repubblica.it, sono state censite tutte le “giornate-dedicate-a-qualcosa” presenti nel corso di un anno e il risultato finale è stata la ragguardevole cifra di 190 ricorrenze. Con qualcosa da festeggiare ogni due giorni il rischio dell’inflazione e della svalutazione degli appuntamenti è reale: alle prime iniziative, spesso meritorie, si sono affiancati via via nel corso degli anni eventi che in alcuni casi possono essere definiti di nicchia se non addirittura “bizzarri”, con l’involontaria ma inevitabile conseguenza di sottrarre l’attenzione alle questioni più importanti. Con questo non voglio dire che le “Giornate” non abbiano tutte il diritto sacrosanto di essere celebrate, ci mancherebbe, ma senza togliere niente alle altre 189, la Giornata di domenica 24 maggio importante lo è perché la Giornata Europea dei Parchi festeggia i 100 anni del primo parco europeo.
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Frutta e verdura di stagione, i prodotti di maggio
Consiglio vivamente, a chi non l’ha vista domenica sera, di recuperare la puntata di Report intitolata “Carne per tutti“. Forse per qualcuno non aggiungerà molto a quello che già sa, ma fa sempre bene ricordare e ricordarsi come il sistema dell’alimentazione mondiale si regga su regole la cui assurda insostenibilità è pari solo all’ingiustizia che riescono a generare.
Earth Day, festeggiamo la Giornata della Terra
Oggi, 22 aprile 2009 è la 39ª edizione dell’Earth Day, la Giornata della Terra. Nata in America su iniziativa di un senatore con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’ambiente e della salvaguardia del pianeta, l’Earth Day è piano piano cresciuta nel tempo fino ad arrivare all’evento di oggi capace coinvolgere mezzo miliardo di persone in 175 paesi diversi. Quest’anno la giornata concentra le sue tematiche sui concetti di emissioni zero, energie rinnovabili e risparmio energetico. Proprio su quest’ultimo argomento viene posto l’accento, coinvolgendo in particolare la gente comune su una serie di riflessioni che portino a uno stile di vita più virtuoso e attento alle reali risorse del pianeta, come per esempio seguire e insegnare ai bambini (e non solo…) dieci cose da fare per fermare il riscaldamento globale (in inglese): visto il tema di questo blog sottolineo la numero sette…
Il calendario, ricco di appuntamenti a livello globale, nel nostro paese non prevede in realtà molto (in linea con quanto ci importa a noi italiani dell’ambiente?), anche se comunque ci sono importanti eventi legati alla giornata.
News del venerdì, anche questa settimana zero buone nuove
Eccoci qua: fine settimana, manciata di notizie, parziale raccolta, parzialissime opinioni, argomenti più o meno inerenti al tema di questo blog. E una certezza: c’è poco da stare allegri.
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Riscaldamento globale, in caso di disastro provare così
Ogni tanto commento le news che trattano di piante, clima e ambiente, e puntuali come un orologio svizzero non mancano mai le quotidiane e allarmanti notizie sul clima e i suoi repentini mutamenti. Certo, con una cadenza del genere di news tutte più o meno pessimistiche, c’è il rischio che alla fine subentri l’assuefazione e che si faccia un po’ l’abitudine ai continui allarmi ma questa notizia la dice lunga sul rischio potenziale che corriamo e sulle reali possibilità che abbiamo di reagire agli eventi.
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L’Italia e la grande fuga dall’agricoltura: ci salverà la crisi?
Ieri sul quotidiano La Repubblica (nella rete lo trovate qui) è uscito un interessante articolo nel quale Carlo Petrini analizza i dati e la situazione generale dell’agricoltura nel nostro paese facendo emergere un quadro a dir poco sconfortante. Una cifra su tutte: in Italia per ogni under 35 impiegato in agricoltura ci son 12,5 lavoratori over 65! Si stenta a credere a un dato del genere e per rendersi conto della gravità della situazione basta confrontarlo con quanto succede negli altri paesi: in Francia per esempio per ogni under 35 ci sono 1,5 over 65 mentre in Germania la situazione è ancora migliore, addirittura in positivo visto che il rapporto giovani/vecchi è di 0,8. Ora, io non sono uno studioso di numeri, statistiche e previsioni ma delle cifre del genere non possono che portare a una sola conclusione: se le cose rimangono così tra cinque, massimo dieci anni in Italia non ci saranno più contadini!
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