Il cervello umano al limite “Mai più intelligenti di così” è il titolo di un interessante articolo uscito su Repubblica di ieri dove si scopre che, pur rappresentando solo il 2% del nostro peso corporeo, il cervello consuma circa il 20% dell’energia che produciamo; non solo: sembra che abbia raggiunto il suo limite di intelligenza e in questo senso difficilmente potrà migliorare; in teoria non lo metterei in dubbio, in realtà però su questo punto mi sento di obiettare: vista l’infinita stupidità che contraddistingue buona parte del genere umano, per la materia grigia c’è ancora molto da lavorare e per questo può tornare utile l’elenco di 12 alimenti provenienti dal Regno vegetale che aiutano a migliorare il nostro cervello. Vediamo quali.
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Ratania, contro le infiammazioni del cavo orale
Ratania è il nome che viene di solito attribuito a 17 specie facenti parte del genere Krameria, l’unico appartenente alla famiglia delle Krameriaceae. Questo termine viene usato anche per indicare un rimedio fitoterapico ottenuto dall’essiccazione della radice di alcune specie appartenenti a questo genere e più in particolare a quelle di K. argentea e K. lappacea, questa conosciuta anche con il nome di K. triandra. Quest’ultima pianta è un delicato arbusto ramificato originario delle Ande boliviane e peruviane, dove cresce tra i 900 ed i 3000 metri di altitudine. Sviluppa radici molto ramificate, non troppo lunghe, che si estendono in senso orizzontale. La sua corteccia è spessa, bruno-rossastra, all’interno di colore rosso. Il gambo è cilindrico e ramificato, con rami che misurano 50-80 cm di lunghezza, dapprima biancastri e pelosi mentre in età adulta diventano scuri e perdono la peluria. Ha le foglie alternate, sessili , oblungo-ovali. Il fiore è grande e di colore rosso mentre il frutto è una drupa secca, pubescente, che contiene uno o due semi.
Detta anche Ratania del Perù, è molto apprezzata in ambito terapeutico. Gli indios la utilizzano per l’igiene e la cura dei denti, infatti conferisce loro saldezza e rinforza le gengive. Ma parliamo delle parti utilizzate in medicina, che sono le radici, fra l’altro presenti in Farmacopea Ufficiale. I costituenti principali sono i tannini catechici (acido ratanotannico), i flavonoidi e le mucillagini. Read More
Perilla, un aiuto contro le allergie
La perilla (Perilla frutescens), detta anche shiso o egoma, è una pianta aromatica annuale appartenente alla famiglia delle Lamiaceae (o, se preferite Nomen conservandum, Labiatae), coltivata principalmente in Oriente (soprattutto in Cina, in Giappone e in Corea). Possiede foglie ovali seghettate verdi o rosse, infiorescenze in spighe, che producono i semi. Pur vagamente somigliante all’ortica è assimilabile per famiglia alla menta e al basilico e a quest’ultimo per struttura ed è per questo chiamata basilico (o timo) giapponese (o cinese). La perilla è da sempre impiegata in Oriente a scopo gastronomico e per insaporire le pietanze, mentre le foglie e i semi sono le parti utilizzate in fitoterapia.
I costituenti principali sono i polifenoli (flavonoidi ed antociani), terpinoidi, vitamina A, vitamina E e un olio essenziale ricco in betacariofillene.
I semi contengono un olio ricco di acidi grassi polinsaturi, in particolare acido linoleico. Read More
Nepeta cataria, inebriante per i gatti, dolcemente sedativa per tutti
Il genere Nepeta comprende circa 250 specie, una delle più conosciute e apprezzate nel campo della fitoterapia per le sue proprietà medicamentose è la Nepeta cataria chiamata più comunemente erba gatta, perché le foglie e la radice hanno un odore pungente di menta, affine ai feromoni dei gatti che infatti ne vengono attratti. Della famiglia delle Labiatae è una pianta erbacea perenne il cui aspetto ricorda un po’ la Melissa, alta dai 50 ai 100 centimetri, con foglie grigioverdi, a forma di cuore, dentate, molto pelose nella parte inferiore da sembrare quasi bianche, e con fiori, bianchi-azzurro pallido con macchie color lavanda, molto apprezzate dalle api, riuniti in spighe come quelli della Lavanda, che fioriscono da maggio ad agosto. Il frutto è formato da quattro acheni ovoidali, di colore bruno con superficie liscia, racchiusi nel calice persistente. Cresce spontaneamente in Europa e in Asia, fino ad un’altitudine di 1200 m, preferibilmente nelle zone incolte e nelle macerie di vecchi edifici.
Le parti usate in fitoterapia sono i fiori e le foglie, i costituenti principali sono i flavonoidi e l’olio essenziale. Read More
Le importanti e benefiche proprietà del Lino
Al genere Linum, della famiglia delle Linacee, appartengono circa 200 specie. Oggi in questo post, parliamo del Linum usitatissimum, conosciuto fin da tempi antichissimi, perché utilizzato addirittura in epoca preistorica per le sue fibre e i suoi semi. La pianta – probabilmente originaria delle zona compresa tra il Golfo Persico, il Mar Caspio e il Mar Nero – è una pianta erbacea annuale che cresce spontanea ma che può anche essere coltivata; ha un fusto eretto con foglioline lanceolate molto tenere di colore verde, i fiori sono piuttosto grandi con 5 delicati petali di colore azzurro, gli stami sono gialli, mentre la radice è a fittone.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono i semi maturi essiccati che danno un olio non volatile (acido linolenico, acido linoleico ed acido oleico), proteine, una piccola percentuale di mucillagini e i lignani. I semi di Lino contengono anche una modestissima percentuale di glucosidi cianogenetici (1%) che possono rilasciare per idrolisi acido cianidrico, anche se successivamente inattivato a livello gastrico. Una piccolissima parte di glucosidi viene invece trasformata in tiocianato, tossico solo ad alte dosi. Read More
Grindelia, un buon rimedio contro la tosse
Il genere Grindelia, della famiglia delle Asteraceae (Compositae), comprende numerose specie, ma oggi parliamo della Grindelia camporum, nota anche con i sinonimi di G. bracteosa, G. paludosa, G. procera e G. robusta o, più semplicemente, Grindelia.
La pianta perenne, originaria delle regioni paludose della California e del nord del Messico, tende a lignificare alla base assumendo l’aspetto di un cespuglio alto 50-60 cm., mentre i suoi fusti sono ramosi e le foglie, isolate, fragili e lucide, sono allungate a margine seghettato. La secrezione resinosa avvolge e ricopre tutte le parti aeree della pianta e il fiore, detto capolino, è di color giallo acceso e caratterizzato da un involucro ricoperto di brattee verdi appuntite e rivolte verso il basso.
Le parti utilizzate sono le sommità fiorite, i costituenti principali sono i polifenoli e l’olio essenziale. La qualità migliore dell’estratto si ha quando la pianta è all’inizio della fioritura e i capolini, ancora semichiusi, sono particolarmente ricchi di resina. Read More
Gramigna, diuretica e antinfiammatoria delle vie urinarie
Borragine, luci e ombre: no a infusi e tintura madre, usiamo l’olio estratto dai semi
La Borragine (Borago officinalis) appartenente alla famiglia delle Borraginaceae, è una bellissima pianta erbacea annuale dal fusto eretto e carnoso, alta sino a 80 cm., che si trova praticamente dappertutto con i suoi fiori stellati blu dagli stami quasi neri. Ha frutti (acheni) che contengono dei semi di piccole dimensioni da cui si ricava l’importante olio di borragine. La pianta, ritenuta nella medicina popolare depurativa, diuretica e disintossicante, in realtà non dovrebbe essere più utilizzata a scopo curativo, né come infuso né come succo o tintura madre, dato che le foglie e i fiori della Borragine contengono, in alcune fasi del suo sviluppo, alcaloidi pirrolizidinici, epatotossici (può causare danni simili a quelli della cirrosi) e carcinogenetici (licosamina, amabilina, supinidina, tesinina e durrina). Il Ministero della salute ha stabilito con un decreto che fiore e foglie della Borago officinalis non sono ammessi negli integratori alimentari. Sconsigliabile anche l’uso in insalate, se non in minime quantità. Della pianta è possibile utilizzare soltanto l’olio estratto dai semi, ricco in acidi grassi polinsaturi, omega-3, ma soprattutto omega-6, quest’ultimo dotato di proprietà antinfiammatorie, indicato nella patologia dermatologica a componente allergica. Read More
Maggiorana, antibatterica e digestiva
La maggiorana (Origanum majorana), della famiglia delle Lamiaceae è una pianta aromatica erbacea che cresce perenne nei luoghi originari di Asia centrale e meridionale e dell’Europa. La maggiorana si adatta tranquillamente a qualunque tipo di terreno povero, anche se preferisce terreni a reazione alcalina, permeabili e asciutti e con una buona dose di sostanza organica. Attenzione perché teme il gelo e non è di facile coltivazione. La pianta, simile all‘origano, può arrivare anche ad una altezza di 90 cm, presenta fusti legnosi eretti molto ramificati con foglie piccole e ovali provviste di gambo, pelose e di colore verde chiaro-biancastro. Ha fiori violacei o rosei raccolti in spighe, che crescono intorno a un nucleo verde, i frutti invece sono costituiti da 4 capsule ovali e lisce di colore giallo, che a maturazione diventano scure.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono le sommità fiorite e le foglie, i costituenti principali sono i flavonoidi. l’acido rosmarinico e un olio essenziale ricco in monoterpeni e terpineolo. Read More
Dalla citronella un olio essenziale rivitalizzante
La citronella (Cymbopogon nardus), o lemongrass, della famiglia delle Graminaceae (o Poaceae) è una pianta erbacea perenne sempreverde, con foglie lineari nastriformi molto lunghe di colore verde brillante che possono arrivare fino a circa 90 cm. Gli steli sono robusti, simili alle canne e possono raggiungere l’altezza di 150 cm. Foglie e fusti emanano un intenso profumo, leggermente agrumato, che diviene molto forte se si stropicciano le foglie tra le dita. Originaria dell’Asia, in particolare India e Thailandia, predilige temperature miti, che non scendono sotto gli 8°C. La pianta di lemongrass è molto diffusa per le sue proprietà di tenere lontani gli insetti, ed è inoltre molto usata nella medicina orientale.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono le foglie. Il costituente principale è l’olio essenziale contenente citrale, geranil-acetato, linalil-acetato, geraniale, nerale, limonene, mircene e betacaryophyllene, insieme all’eugenolo. L’olio essenziale si ricava dalle foglie con il metodo della distillazione in corrente di vapore, ottenendo un liquido giallo scuro che emana una profumo che ricorda gli agrumi. Read More