Dopo l’interessante post di Gianni del 12 Marzo scorso sugli studi per un’energia sostenibile derivata dai piselli, torniamo a parlare di questo legume anche da un punto di vista nutrizionale e benefico. La pianta del pisello (Pisum sativum) può essere nana o rampicante, le foglie sono composte con i fiori bianchi o gialli, e i frutti, chiamati baccelli, caratterizzati dalla forma curva, contengono al loro interno i semi di colore verde (fino a dodici per baccello), che sono la parte commestibile della pianta. La provenienza non è molto chiara, ma sappiamo che la loro origine è sicuramente orientale. La tesi più avvalorata è che la loro origine sia la Mesopotamia, intorno al III millennio a.C. e che da qui sarebbero giunti nell’area mediterranea, entrando a far parte in modo stabile della dieta dei Greci e dei Romani. Oggi sono largamente coltivati in tutta l’Europa Centrale e in quella Meridionale, e sono diffusissimi in Italia, dove si possono trovare nelle varietà lisce o rugose, gialle o verdi, interi o sgusciati o spezzati. Insieme alle lenticchie, fagioli, ceci e la soia fa parte della famiglia delle Fabaceae (o Leguminose), che hanno in comune una caratteristica, contengono un’elevata quantità di aminoacidi, al punto da essere i vegetali che ne sono più ricchi; sono carenti solo di metionina e cisteina che si trovano invece negli aminoacidi dei cereali, che a loro volta mancano di lisina, la quale è contenuta nei legumi. Per questo motivo legumi e cereali si completano a vicenda, dando origine a un contenuto proteico di alta qualità. Read More
Eucalipto, dal suo olio essenziale un aiuto all’apparato respiratorio
L‘eucalipto, albero d’alto fusto sempreverde originario, come la Melaleuca (tea tree oil), dell’Oceania, oggi è molto diffuso anche nelle nostre regioni mediterranee. Se ne contano ben 600 specie diverse ma la più diffusa è l’Eucaliptus globulus, noto per le proprietà aromatiche, utilizzato da tempo e dal quale si ottiene un ottimo olio essenziale. Appartiene alla famiglia delle Mirtacee, ha il tronco eretto, la crescita molto veloce e raggiunge un altezza importante, fino a 70 – 80 m. I frutti sono capsule legnose contenenti i semi, mentre i fiori sono di un colore bianco rosaceo i quali prima della fioritura sono nascosti in capsule. Da questa caratteristica deriva anche il nome greco dell’eucalipto che significa ” ben nascosto”, ma che forse stona con la maestosità dell’albero. In medicina popolare è assai usato, soprattutto per a sua attività balsamica e fluidificante delle secrezioni catarrali dell’apparato respiratorio. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le foglie. I costituenti principali sono i polifenoli (quercetina, rutina e eucaliptina), tannini, derivati terpenici e un olio essenziale particolarmente ricco in eucaliptolo (1,8-cineolo), un ossido che ne costituisce circa l’80%. Read More
I superpoteri del caffè, ma senza esagerare
Le principali piante dalle quali si ottiene il caffè (Coffea arabica L. e Coffea canephora) sono arbusti che producono piccoli frutti (più o meno delle dimensioni di una ciliegia) che al momento della maturazione diventano di colore rosso vivo. I loro chicchi, estratti dal frutto stesso, vengono accuratamente selezionati, trattati, miscelati, tostati e macinati, e si distinguono per la varietà prodotta, rispettivamente “arabica” e “robusta” e che diventano la gustosa bevanda tanto amata in tutto il mondo e in modo particolare da noi italiani. Le piante hanno origine in Africa e più specificamente nella regione sud-occidentale etiopica dell’altopiano di Kaffa; in seguito iniziò la loro diffusione in Egitto e in Arabia e poi in altre parti del mondo, spesso ambientandosi perfettamente come nel caso del Brasile, dove trovarono il loro habitat ideale, tanto che la loro coltivazione è diventata la principale risorsa economica del Paese.
Sembra che proprio da Kaffa trarrebbe origine la parola caffè, ma in molti non sono d’accordo e fanno risalire il termine alla parola araba kàwek, che significa eccitante. Da molto tempo l’uomo si giova del caffè per il suo gusto e per il suo aroma ricco e fragrante che produce un effetto piacevole e stimolante, ma oltre al piacere della buona tazzina possiamo trarre dalla bevanda anche numerosi benefici. Read More
Olmaria, dalla Natura l’alternativa all’Aspirina
La olmaria, (Filipendula ulmaria, forse più nota con il vecchio nome botanico Spiraea ulmaria) della famiglia delle Rosaceae, è una pianta erbacea perenne con altezza che varia dai 70 cm a circa un metro e mezzo. Le foglie sono di colore verde scuro sulla parte superiore, mentre in quella inferiore sono biancastre e pelose. I fiori, di colore bianco-giallognolo, sono ermafroditi, piccoli e molto profumati riuniti in un mazzolino terminale. Predilige i luoghi umidi come le rive dei fossi e dei torrenti ed è comune in tutta Europa a esclusione delle coste mediterranee. Conosciuta anche con il nome Regina dei prati. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le sommità fiorite che vengono raccolte in estate tagliandole circa 20 cm sotto l’infiorescenza. I costituenti principali sono i polifenoli, i glucosidi salicilici, i tannini, la vitamina C e l’ olio essenziale. La principale attività terapeutica dell’olmaria è quella antinfiammatoria. Read More
I ceci sono gustosi e fanno bene alla salute
Il cece (Cicer arietinum) è una pianta erbacea della famiglia delle Fabaceae. I suoi semi si chiamano ceci e sono legumi come la soia, i fagioli e le lenticchie. La pianta ha un fusto peloso con altezza variabile tra 20 e 50 cm. Le foglie opposte, sono composte da foglioline dentate, i fiori sono bianchi, rosei o rossi, mentre i semi, contenuti in numero di 2-3 nei baccelli, sono il prodotto commestibile. I ceci secchi devono essere tenuti in ammollo per un periodo che può variare dalle 8 ore per i ceci essiccati da pochi mesi, alle 24 ore per i ceci di un anno; la cottura invece necessita di almeno 3 ore a fuoco basso, perché devono essere ben cotti per digerirli meglio. Devo dire che a mio parere fra tutti i legumi, i ceci si distinguono per la loro bontà, sia come ottimo contorno sia come deliziosa “vellutata”. A questo proposito, aspetto con ansia su Florablog la ricetta della “vellutata di ceci” di Luisa, dato che conosco quanto sia gustosa.
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Soia, il legume del benessere
La soia (Glycine max) appartiene alla famiglia delle Leguminosae ed è – proprio come lo sono fagioli, ceci e lenticchie – un legume ma, a differenza di questi ultimi originari deall’area mediterranea, la soia arriva dall’Asia orientale e solo nel XVIII secolo è giunta in Europa. La pianta è rivestita da una fitta peluria, ha fusti eretti, foglie dalla forma allungata e i suoi frutti sono baccelli riuniti in gruppi contenti semi dalla forma sferica. Coltivata da più di 5.000 anni in Asia (soprattutto in Cina) la soia ha impiegato millenni per arrivare in Occidente, mentre in Italia possiamo dire che è conosciuta a livello di massa da circa una trentina d’anni.
È il legume meglio digeribile rispetto agli altri e guardando ai suoi costituenti ci permette di capire quanto sia un alimento completo. Contiene il 42% di proteine (il doppio della carne), oltre ai fosfolipidi (lecitina), glucidi, vitamine, minerali, fibre, saponine e isoflavoni (quelli più comuni nella loro forma agliconica, cioè quella attiva, sono: genisteina, daidzeina, glyciteina, biocanina e formononetina). Le proteine sono altamente digeribili e, cosa non da poco, sono ricche di aminoacidi essenziali (istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, cisteina, fenilalanina, tirosina, treonina, triptofano e valina). Read More
Artiglio del diavolo, un buon rimedio contro i dolori
L‘artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens) della famiglia delle Pedaliacee, è una pianta erbacea che cresce nell’ Africa tropicale e del sud, particolarmente diffusa nel deserto del Kalahari, nelle steppe della Namibia, nel Madagascar ed in Sud Africa. Il suo nome deriva dalla presenza di spine uncinate che ricoprono i suoi frutti e nei quali possono rimanere intrappolati piccoli mammiferi. In realtà il nome ufficiale della pianta è arpagofito anche se è conosciuto da tutti con il nome di artiglio del diavolo. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le radici secondarie (presenti in Farmacopea Ufficiale). I costituenti principali sono i glucosidi iridoidi, soprattutto arpagoside, ma anche procumbide e arpagide, triterpeni, polifenoli, fitosteroli, flavonoidi e acidi organici (acido caffeico, acido cinnamico, acido clorogenico). Le principali attività sono quelle antidolorifica, antinfiammatoria e antireumatica.
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Pepe nero, un aiuto per le carenze di assorbimento dei cibi
Il pepe è una pianta erbacea perenne, sempreverde e rampicante, originaria dell’India, che cresce spontanea nelle zone tropicali e subtropicali della terra. Il genere comprende circa 700 specie, ma quella dal punto di vista economico, gastronomico e fitoterapeutico più importante è il pepe nero (Piper nigrum) della famiglia delle Piraceae. Il termine pepe nero è usato sia per la spezia (il frutto o drupa), sia per la pianta. Il frutto viene raccolto a maturazione avanzata ma non conclusa, viene essiccato al sole oppure in grandi essiccatoi fino a che non diventa del suo colore finale. In esso si trova la droga che viene usata in farmacologia ed è costituita da alcaloidi (piperina), oleoresine, olii essenziali (circa 100 componenti fra cui pinene e limonene), derivati glicosidici, polisaccaridi, proteine e sali minerali. Read More
Uncaria, immunostimolante, antinfiammatoria e antivirale
L‘uncaria (Uncaria tomentosa) della famiglia delle Rubiaceae, è una pianta rampicante che in natura può arrivare anche a 30 metri di lunghezza presente nella foresta Amazzonica. Le foglie, opposte, ricoperte di lanugine, da ciò il termine tomentosa, hanno alla base 2 o 3 protuberanze a forma di uncino, da cui il genere uncaria. I fiori sono di colore giallo con calice e corolla a forma di imbuto. La parte utilizzata a scopo fitoterapeutico è la corteccia, sia del fusto che delle radici, i cui principali costituenti sono gli alcaloidi ossindolici pentaciclici e i glicosidi triterpenici dell’acido quinovico, le procianidine, i sitosteroli, le mucillagini, le vitamine, i polifenoli e i minerali. Read More
Liquirizia, antinfiammatorio efficace contro l’ulcera
La liquirizia è una sostanza aromatica estratta dalle radici della Glycyrrhiza glabra L., una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle leguminose originaria dell’Asia e dell’Europa meridionale. Il nome deriva dal greco glykys (dolce), e rhiza (radice). Pare che nell’antica Grecia due famosi medici, Ippocrate e Galeno, la usassero per la cura della tosse, per le coliche renali ed epatiche e per i bruciori allo stomaco.
La liquirizia può raggiungere il metro e mezzo di altezza e le sue foglie sono imparipennate, costituite da una serie di foglioline più piccole ovali, da 9 a 15, opposte a due a due; i fiori sono azzurro-violacei, mentre il frutto, lungo circa 2 cm, è di di colore scuro con pochi semi. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le radici (rizomi). I costituenti principali sono la glicirrizina, una saponina triterpenica costituita da sali di calcio e di ammonio dell’acido glicirrizico, altre saponine (glabranina, glicirretolo ecc.), flavonoidi (liquiritigenina e i suoi glucosidi), cumarine e fitosteroli. Read More