Marzo, l’orto e il semenzaio

Marzo, l\'orto e il semenzaio
Quello che vedete nella foto (e nella galleria in fondo al post) è come si presentava l’altro ieri il mio semenzaio. Devo dire che per il momento sono molto soddisfatto dell’esperienza perché il letto caldo funziona che è una meraviglia: ieri sera, col freddo che faceva, la copertura di policarbonato era per buona parte ricoperta di condensa, segno evidente che là sotto le piantine se ne stavano tranquille al calduccio. A proposito di piantine, dopo una decina di giorni dalla semina sono apparsi i primi germogli, per la precisione di cetrioli, veri e propri campioni di germinazione e a seguire, qualche giorno dopo, sono spuntati molti altri ortaggi: pomodori, zucchine, meloni, cocomeri, basilico e peperoni mentre ancora nessuna melanzana anche se non dispero che possano ancora farcela. Sono molto fiducioso a questo punto, visto l’ottimo funzionamento del letto caldo, di riuscire a far crescere le piante fino alla loro messa a dimora definitiva nonostante si sia nel bel mezzo di un ritorno del freddo che potrebbe seriamente pregiudicare il tutto.
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Moltiplicazione della Drosera capensis da foglia

Moltiplicazione della Drosera capensis da foglia
Passione e competenza, questo troverete su Stranepiante, e quando si incontra un blog con queste qualità è difficile non seguirlo. La passione per le piante grasse, cactacee o succulente che siano, unita a una competenza rara sul web: chi ama questo genere di piante (e non solo) non può non mettere Stranepiante tra i suoi preferiti. Io lo seguo con attenzione da un po’ e giorni addietro, nel bel mezzo di una crisi di facciatostite acuta, ho scritto a Marcello (il nome di chi sta dietro al blog) e senza il minimo pudore gli ho chiesto se voleva, tempo e/o voglia permettendo, scrivere ogni tanto su Florablog.
Appena gli è stato possibile Marcello ha inviato un post che pubblico stravolentieri, ma invece della sua specialità ha scritto di un altro genere di piante, le carnivore, per il quale non nascondo la mia enorme simpatia. Trattasi della moltiplicazione della Drosera capensis da foglia, metodo semplice ed efficace per ottenere con facilità nuove piante di questa bella insettivora, e di questi tempi, con la crisi che c’è, è un altro ottimo metodo per coltivare il pollice verde quando si è al verde.
Ringrazio di cuore Marcello per il suo ottimo contributo, sperando che non rimanga l’unico…
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Albero di melanzane e pomodori, spazio al protagonista

Albero di melanzane e pomodori, spazio al protagonista
Premessa:
Se vi ricordate, nel luglio scorso, giornali e internet (compreso questo blog) riportarono la notizia di un geometra palermitano, Giuseppe Marino, che era riuscito ad innestare sul Solanum torvum sia una pianta di melanzana che una di pomodoro. La notizia fece piuttosto scalpore tanto che fu rilanciata anche dai Tg nazionali che sottolinearono l’importanza dell’innesto ritenendolo utile anche, ipoteticamente, per combattere la fame nel mondo.
Il fatto ha suscitato diverse reazioni tra chi si è avvicinato con curiosità all’argomento e chi ha sostenuto che l’innesto descritto non rappresenterebbe nessuna novità.
Ieri ho ricevuto una mail da parte di Giuseppe che ritiene giusto, anche se a distanza di tempo, intervenire sull’argomento per spiegare il suo punto di vista e chiarire alcuni aspetti anche polemici della vicenda.
Pubblico molto volentieri  l’intervento di Giuseppe e le belle foto della pianta da lui spedite e ricordo, come già fatto in altre occasioni, che questo blog è uno spazio libero e a disposizione di chiunque voglia far chiarezza o più semplicemente voglia approfondire un argomento, anche con senso critico, purché il tutto rimanga nei limiti del vivere civile.
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In Venezuela, dalla pianta del cacao al cioccolato più gustoso

In Venezuela, dalla pianta di cacao al cioccolato più gustoso
Di ritorno dalla terra che Cristoforo Colombo definì “Paria tierra de gracia” ho il piacere di raccontarvi il procedimento utilizzato per la produzione di uno dei migliori cioccolati del mondo. Si parte con la coltivazione della pianta del cacao (Theobroma cacao), in particolare della sottospecie Criollo originaria di Venezuela, Colombia e Messico, detta anche cacao nobile da cui si ottengono i mitici semi dei Maya e da lì un prodotto altamente pregiato, ricco di aromi e sentori.
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L’agricoltura verticale salverà il pianeta?

L\'agricoltura verticale salverà il pianeta?
L’agricoltura ha cambiato le sorti dell’umanità: in soli 10.000 anni (un’enormità per noi, un battito di ciglia per il pianeta) siamo passati dal ruolo di raccoglitori e cacciatori  a quello che siamo diventati oggi e uno dei motivi fondamentali, se non il principale, è stato appunto la capacità sempre più perfezionata di coltivare il cibo necessario al nostro sostentamento, capace di alimentare il nostro successo evolutivo. Talmente di successo che nel corso del tempo abbiamo rimodellato l’ambiente che ci circonda in funzione dell’agricoltura, favorendo le colture e riducendo molti ecosistemi naturali in aree sempre più piccole o eliminandoli del tutto, fino ad arrivare agli oltre 800 milioni di ettari coltivati attualmente che corrispondono al 38% delle terre emerse. Nonostante queste imponenti cifre le terre coltivate non bastano, specialmente in prospettiva, visto che le stime sull’aumento demografico ci dicono che diventeremo 9 miliardi nel 2050. Ai ritmi attuali di coltivazione (che già non riescono a sfamare molti dei 6 miliardi di individui di oggi) per soddisfare il fabbisogno alimentare dei 9 miliardi di esseri umani del futuro servirebbe un’area coltivabile aggiuntiva uguale alle dimensioni del Brasile. E visto che il 38% delle terre emerse coltivate corrisponde all’85% di quelle che è possibile coltivare si capisce che quella alimentare diventa la priorità assoluta.
Una possibile soluzione al problema potrebbe venire da Dickson Despommier e dal suo team di studenti della Columbia University che da alcuni anni sta sviluppando un’idea dalle potenzialità promettenti: l’agricoltura verticale.
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Signore e Signori, ecco a voi il Solanum torvum

Ecco il Solanum torvumEbbene sì, quello che vedete nella foto è un vaso che contiene tre piante di Solanum torvum, la pianta comunemente usata come portinnesto per le melanzane e dalla quale è possibile ottenere l’ormai famoso “Albero delle melanzane“.
Come ho fatto ad averlo? semplice: devo di nuovo ringraziare Francesco e la sua generosità. Dopo avermi spedito mesi fa i semi di S. torvum ha pensato bene di farmi avere questi esemplari della pianta e così, dopo un viaggio lungo buona parte della Penisola, e con il fondamentale contributo di Massimiliano (che ringrazio di cuore) all’occorrenza improvvisatosi corriere, ho avuto finalmente il piacere di trovarmi a tu per tu con il Solanum torvum documentando il tutto con alcune foto che riporto in questo post, insieme ad una breve descrizione della pianta stessa.
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Tutti i colori dell’Autunno


Foto di Lida Rose

Ieri Alessio ci ha spiegato i meccanismi e le dinamiche che innescano il cambio d’abito autunnale delle piante decidue (dette anche caducifoglie) e che rendono i colori di questa stagione così spettacolari. Sapendo che sarebbe uscito un post del genere mi è venuto in mente di pubblicare su Florablog una galleria di immagini che mostrasse questo fenomeno in tutta la sua bellezza. Dopo aver dato un’occhiata veloce alle mie insignificanti foto ho pensato di cercarle altrove e dove se non nello sconfinato serbatoio del più grande sito mondiale di photo sharing, ovvero Flickr?
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La vigna prima della vendemmia, con qualche ospite di troppo…

La vigna prima della vendemmiaEccoci di nuovo qua e come promesso abbiamo preparato la galleria fotografica per illustrare la situazione in vigna alla vigilia dell’evento per cui abbiamo (duramente) lavorato tutto l’anno: la vendemmia!
Un Settembre piuttosto fresco ma ancora capace di regalare giornate di sole si spera porti a maturazione la nostra uva e soprattutto le faccia raggiungere il giusto grado zuccherino, in maniera tale che, entro la prima metà di Ottobre i grappoli (o meglio il risultato della loro spremitura) possano trovarsi al sicuro in cantina, lontani da malattie, maltempo e “ospiti” indesiderati
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