Da un po’ di tempo a questa parte non faccio che sentir parlare di una pianta originaria della Cina chiamata comunemente Goji. Il motivo di tanta celebrità deriva dall’interesse che si è scatenato intorno al suo frutto, una bacca, che contiene la più alta concentrazione di antiossidanti presente in natura, tanto che chi studia la materia sta riscrivendo le tabelle del test ORAC. Per chi non sapesse cos’è questo test, ORAC è l’acronimo di Oxygen Radicals Absorbance Capacity ovvero la Capacità di Assorbimento dei Radicali dell’Ossigeno e, detto in soldoni, misura la capacità antiossidante dei vari alimenti. Di questo test ne ha parlato anche Franco dedicandogli post ma proponendo una classifica non aggiornata e priva dei valori del Goji. Visto che l’esperto dell’argomento è momentaneamente indisponibile (rimettiti in forma, grande Franco!) ho deciso di scoprire un po’ di più su questa pianta e ho per questo contattato un lettore, Marco Tacconi, che ha acquistato il Goji in occasione di Orticola, per farmi raccontare la sua esperienza con questa pianta. Prima di vedere cosa dice Marco in proposito vediamo però quel poco che so sul Goji.
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Innesto Solanum torvum, nuovo contributo da parte di un lettore
Dopo l’intervento di Giuseppe che ha illustrato i suoi progressi con il Solanum torvum, è la volta di un altro lettore, Antonio Carrisi, che mi scrive per inviarmi il suo interessantissimo contributo sull’argomento, con l’aggiunta tra l’altro di ben tre gallerie fotografiche.
Il secondo intervento del genere in pochi giorni può solo significare che, grazie anche all’opera “mediatrice” di questo blog, la coltivazione del S. torvum sta via via diffondendosi tra i molti coltivatori amatoriali sparsi lungo tutta la Penisola e questo, è logico, non può che farmi piacere.
Sono molti ormai i lettori che, ottenuti i semi di questa pianta, si cimentano con la sua coltivazione e tentano l’innesto del S. torvum con la melanzana e/o il pomodoro, seguendo magari l’esaustivo video dell’innesto erbaceo che illustra la tecnica cosiddetta “per approssimazione”. E gli ottimi risultati raggiunti dagli appassionati testimoniano la validità di quanto mostrato.
Ma bando alle ciance, vi lascio all’intervento di Antonio:
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Varietà rare: lo Spoon, ovvero “i pomodori più piccoli del mondo”
Nell’anno della biodiversità era obbligatorio, nel mio semenzaio, dedicare un po’ di spazio alla colitvazione delle varietà di ortaggi rare e inusuali che da troppo tempo ormai finiscono per lasciare il campo alle solite 3 o 4 piante più produttive finendo poi per essere dimenticate. Con tutto quello di negativo che questo comporta, proprio e soprattutto in termini di biodiversità che rischia così di diminuire o sparire per sempre con grave perdita per la vita del pianeta e dei suoi fragili equilibri. Per invertire questa disastrosa tendenza alla distruzione della biodiversità ognuno di noi dovrebbe “adottare”, nel suo piccolo, almeno una pianta rara coltivandola e facendola conoscere, diffondendone cioè, per dirla con uno scontato giro di parole, “la coltura e la cultura”.
Tra le varietà rare che ho seminato quest’anno la parte da leone l’hanno fatta i pomodori: ai soliti semi tramandati dai contadini della zona ho potuto infatti affiancare alcune varietà acquistate, in occasione di Murabilia ’09, presso un esperto appassionato che vanta una collezione di rarità di tutto rispetto. Tra i pomodori acquistati al banchino della manifestazione lucchese c’è per esempio lo Spoon i cui frutti sono definiti come”i pomodori più piccoli del mondo“.
Solanum torvum, l’interessante esperienza di un lettore con l’innesto erbaceo
In attesa di sciogliere il dubbio amletico sulle mie piante di Solanum torvum (“frutti o innesto, questo è il dilemma“) l’altra settimana mi ha scritto da Palermo un lettore abituale di queste pagine, Giuseppe Pergolizzi, che mi ha inviato alcune foto molto interessanti sulla sua esperienza con l’innesto erbaceo tra il S. torvum e una piante di melanzana.
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Alberi monumentali, salviamo Nonna Quercia!
Un post sugli alberi monumentali un po’ particolare, diciamo pure a fin di bene, per parlare di una pianta speciale che sta diventando un vero e proprio simbolo. È alta venticinque metri, il suo tronco ha una circonferenza di 4 metri, la sua chioma un diametro di trenta e vanta una rispettabilissima età di almeno due secoli. Mi riferisco a una bellissima farnia, a detta di alcuni esperti uno degli esemplari più belli di quercia di tutta Italia, che si erge in zona Oppiazzi nei pressi di Castelvetro Piacentino, comune al confine tra Emilia-Romagna e Lombardia, e che vorrebbe continuare a vivere per altrettanti anni e oltre se non fosse che la mano dell’uomo ne minaccia pericolosamente l’esistenza stessa.
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Solanum torvum, ottenere i frutti o innestarlo con la melanzana?
Coltivo il Solanum torvum ormai dal novembre del 2008 e piano piano, osservando il suo comportamento, approfondisco la conoscenza con questa pianta. Dopo aver fatto scampare alle mie due piante principali ben due inverni (dei quali uno – l’ultimo – più rigido del previsto) e complicando loro la vita mantenendole in vaso, le ho viste crescere lentamente, fiorire fuori stagione e ora, in un impeto di clorofilliano orgoglio, produrre addirittura i loro primi frutti.
Innesto erbaceo per approssimazione, piccoli esperimenti crescono…
Dopo più di tre settimane di pioggia ininterrotta sono ormai quattro giorni che un cielo praticamente sgombro da nuvole ci dona delle splendide giornate e ci da finalmente il tempo per poter riprendere i lavori nell’orto che quest’anno sono davvero in un ritardo clamoroso. Proprio per l’interminabile “stagione dei monsoni” di cui sopra, gli orti della zona sono per lo più privi di ortaggi e quei pochi che avevano rischiato le prime piante a dimora sono nella maggior parte dei casi costretti a ripartire da capo, visto che quest’ultime sono letteralmente affogate. C’è poco da fare, quest’anno è andata così, ma tutti i lavori rimandati dell’ultimo mese si ripresentano ora insieme creando una lista lunghissima di cose da fare. Come per esempio la sistemazione delle piante innestate con il metodo dell’innesto erbaceo per approssimazione che ho umilmente sperimentato seguendo le indicazioni dell’ottimo video che Giuseppe ha girato in proposito.
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Piante Solanum torvum in fiore e pronte per diventare l’albero delle melanzane
Con mia grande soddisfazione sono riuscito a far attraversare l’inverno a una decina di piante di Solanum torvum da me seminate lo scorso anno senza che queste subissero particolari danni e, quel che è più importante, le due piante speditemi da Francesco nel novembre del 2008 non solo sono esplose in una promettente fioritura (che se va in porto produrrà semi da mettere in palio nel Florablog Contest) ma hanno finalmente raggiunto un’altezza sufficiente per tentare l’innesto e ottenere così l’agognato albero delle melanzane.
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Primo albero monumentale del Florablog Contest: il cipresso di San Francesco a Villa Verucchio (RN)
Grande! Primo albero monumentale del Florablg Contest, e che albero! Grazie a Daniele che lo ha fotografato facciamo la conoscenza con una pianta che è davvero un monumento vivente, rafforzato anche dalla tradizione che lo vuole piantato nientemeno che dal santo dei santi: il cipresso di San Francesco al convento di Santa Croce a Villa Verucchio in Provincia di Rimini.
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Semenzaio 2010, produzione in ritardo sulla tabella di marcia
Ed eccoci all’ormai periodico aggiornamento con il semenzaio e i suoi ospiti, ovvero quegli ortaggi che andranno a riempire i campi di molti amici e conoscenti con più o meno le stesse dinamiche già sperimentate l’anno scorso e che mi hanno garantito un costante rifornimento di verdure. La qual cosa, alla fine dei conti, ha rappresentato un ottimo risparmio di denaro per le mie umili casse oltre a garantire, sulla mia tavola, una qualità dei prodotti di gran lunga sopra la media. È normale, al secondo anno della gestione di un semenzaio, fare dei paragoni con la passata stagione per vedere come vanno le cose; proprio dal parallelo con l’esperienza della scorsa stagione ho scoperto che a questo punto del mese di aprile le piante sono molto indietro rispetto all’anno scorso e questo nonostante la semina sia avvenuta con una settimana di anticipo.
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