Della serie: troppa grazia! Quello che vedete qui sopra (e nella galleria fotografica) non è il frutto di un’abile fotomontaggio ma la meravigliosa fioritura, in contemporanea, della mia Phalaenopsis e del suo keiki.
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Semenzaio in piena produzione, è già tempo delle prime nascite
Nuova puntata della soap opera “Un posto nel semenzaio” dove si narra delle ultime rifiniture prima e della semina poi, si racconta dell’esperienze passate e si registra il lieto evento delle prime nascite.
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Zucca serpente di Sicilia, da seme a seme
Una volta constatate le qualità organolettiche della zucca serpente di Sicilia (leggi: è buona) insieme a Simone e Carlo (i miei coltivatori di riferimento) abbiamo deciso di riprodurre il seme per ripetere la coltura anche quest’anno. Il fatto curioso è che sono entrato in possesso dei semi di questa varietà di zucca grazie a un singolare “rinterzo” con protagonisti due amici siciliani e i semi di Solanum torvum che, prima di giungere da un Giuseppe all’altro, sono partiti da Palermo, sono rimbalzati in Toscana per poi tornare… di nuovo a Palermo!
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Alberi monumentali, il Leccio dei Cappuccini a Montevarchi (AR)
Assurto suo malgrado alle cronache nazionali, il Valdarno non ha saputo sfornare (ops! verbo decisamente fuori luogo…) solo “tipiche” ricette non so quanto buone ma dal sicuro impatto mediatico (che per fortuna, almeno dei gatti, sono andate – quasi – dimenticate). No, come del resto tutti i territori del Paese, ha saputo e sa regalare anche altro: personaggi di spicco della Storia e dell’Arte non mancano di certo, così come i prodotti tipici, animali e vegetali, che forse saranno più comuni e banali ma che di certo riscuotono molto più successo delle “carnine bianche” di cui sopra. Poi, per carità, De gustibus non est disputandum.
Scherzi a parte, e venendo a temi più cari e consoni a questo blog, anche per quanto riguarda la presenza di alberi monumentali il territorio è abbastanza nutrito (ariops…) e dopo gli esemplari già censiti è il momento di un vero campione della zona: il Leccio dei Cappuccini a Montevarchi, Provincia di Arezzo.
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Urb Garden, produrre ortaggi in casa riciclando i rifiuti organici
Il giardino dentro una palla premiato su Instructables!
Beh, lasciate che mi bulli come farebbe un bambino dell’asilo. Ricordate il giardino dentro una palla? Una volta pubblicato il post, preso dal fanatismo, ho pure creato, passo-dopo-passo come si conviene, un “instruzionabile” (passatemi l’orrenda traduzione) e l’ho inserito su Instructables, il famoso sito per appassionati del fai-da-te e, essendo il contenitore del giardino di fatto un addobbo natalizio, ho potuto partecipare allo “Homemade Holidays Contest“, il concorso interno al sito dedicato alle invenzioni create dagli utenti in funzione delle festività. Ebbene, lunedì in tarda serata, mi è giunta una mail che mi informava di un premio vinto dalla mia idea!
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Alberi monumentali, l’Olivo della Strega a Magliano in Toscana (Gr)
Uno degli aspetti più interessanti del fotocensimento degli alberi monumentali, al di là della bellezza e della maestosità degli esemplari presi in considerazione, sono le storie e le leggende che si intrecciano con e su queste piante. Del resto, quando la tua vita può vantare centinaia e centinaia di anni (se non migliaia…), è facile calamitare le attenzioni di noi esseri umani che, nostro malgrado, vediamo esaurire la nostra esistenza entro scale temporali molto più limitate. È il caso dell’albero monumentale di oggi, vero e proprio mostro di bellezza e longevità, nonché catalizzatore di miti e leggende che si spingono (come la sua età) molto indietro nel tempo: l’Olivo della Strega di Magliano in Toscana, Grosseto.
Pacco dono da Palermo: avocadi, arance e pomeli!
Nella tarda mattinata di uno degli ultimi giorni festvi appena trascorsi (ormai-purtroppo-ahimé volati via), sento suonare il campanello e vedo giungere il postino con un pacco postale a me destinato. Curioso come non mai (non aspettavo niente, ergo: massima sorpresa) mi affretto ad aprirlo e, con mia estrema soddisfazione, lo trovo colmo di avocadi, arance e del più (paradossalmente) sconosciuto tra gli agrumi: il pomelo. Visto che in questo periodo faccio letteralmente incetta di agrumi, vi lascio immaginare la gioia di assaggiare tali bontà. Mittente del pacco-dono una vecchia conoscenza di questo blog, ovvero quel Giuseppe Marino che, grazie (o malgrado, fate voi) all’ormai noto albero di melanzane, si è fatto conoscere su giornali, web e tv e che (con mio enorme piacere) con discreta frequenza invia a Florablog alcuni interventi interessanti che pubblico sempre molto volentieri.
A questo giro Giuseppe ci parla appunto del pomelo, antico e poco conosciuto agrume che invece merita la massima attenzione per la sua bontà e per il fatto che, strano e appunto paradossale, è uno dei tre soli frutti che possono vantare, tra gli agrumi, l’appellativo di specie.
Tornerò presto sull’argomento per un doveroso approfondimento, intanto vi lascio al testo di Giuseppe, non prima di averlo di nuovo ringraziato per lo splendido dono che spero in qualche modo di poter contraccambiare, almeno parzialmente, il prima possibile.
Video, un giardino dentro una palla
L’altro giorno, in pieno delirio per i giardini in bottiglia, ero in uno dei tanti supermercati dedicati al bricolage e al fai-da-te quando, a un certo punto, su uno scaffale ho notato con la coda dell’occhio quelle enormi palle di natale realizzate in plastica trasparente che si aprono in due e che il gentil sesso ama riempire di fiori secchi e fiocchi colorati per poi addobbare l’albero natalizio con decorazioni più originali del solito. Mi sono avvicinato, ne ho presa una in mano, l’ho scrutata un po’ dopodiché la mia povera mente, obnubilata dai troppi giardini in bottiglia, da lì in poi non ha avuto che un solo pensiero: “devo metterci assolutamente una pianta dentro!”
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Alberi monumentali, il Ficus macrophylla di Piazza Marina, Palermo
Con le notizie che in questi giorni giungono da Palermo (ma in realtà è una storia che risale come minimo all’estate) parlare degli alberi monumentali della città siciliana può sembrare quasi un paradosso; proprio in questi frangenti è però bene ricordare la vera Palermo, quella della persone eccezionali, dell’arte, della cultura, della bellezza esagerata, anche per quanto riguarda le piante. Nella (vana?) attesa che anche qui, come a Napoli, si compia l’apparente miracolo della sparizione dei rifiuti (lì largamente testimoniato da una copertura mediatica senza precedenti e qui, stranamente, pressoché assente…), è quasi beneaugurante che la Sicilia degli alberi monumentali faccia il suo esordio nel fotocensimento di Florablog partendo proprio da Palermo, con un esemplare di una bellezza mozzafiato, di prima grandezza: il Ficus macrophylla di Piazza Marina a Palermo.