Nuovo appuntamento con “Cosa coltivare nell’orto” che, per essere più “stagionale” e parlare cioè delle piante che più si adattano al periodo, si stacca dal rigido ordine alfabetico per cercare gli ortaggi che è possibile seminare anche nel mese di novembre, per poi recuperare gli altri nelle “puntate” successive. A dir la verità il salto è breve perché dopo cetriolo, cavolfiore e carota si rimane alla lettera “c” di cicoria, in particolare le varietà dette da taglio e da raccolta, ortaggio diffusissimo che potrebbe rientrare anche in una ipotetica categoria chiamata “piante orticole per principianti” tanto risulta facile da coltivare.
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In autunno l’ortolano si riposa… ma non troppo!
Avete costruito la vostra bella serra? avete allestito un piccolo tunnel nell’orto? in alternativa, vi siete muniti del tessuto non tessuto? Se avete risposto sì almeno a una di queste domande, per voi l’attività nell’orto si protrae ben oltre il classico periodo primaveril-estivo, se invece la risposta è negativa per tutti e tre i quesiti il vostro impegno di ortolano si riduce un po’ ma non si esaurisce certo del tutto.
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Le protezioni per gli ortaggi in inverno: la serra
Sogno nel cassetto di tutti i “pollici verdi” di ogni livello e passione, una serra rappresenta un vero e proprio salto di qualità anche per l’amatore che coltiva un orto perché, tra i numerosi vantaggi che questa offre, c’è di sicuro anche quello di estendere la coltivazione di ortaggi (e quindi la loro raccolta) in pratica per tutto l’anno, compresi i mesi più freddi. Dopo il tessuto non tessuto e il tunnel, per quanto riguarda la protezione per gli ortaggi durante l’inverno è il momento di parlare della soluzione più completa, ovvero la serra, anche se l’argomento può essere affrontato solo sommariamente perché è piuttosto vasto e complesso.
Già, perché si fa presto a dire serra. Per costruirne una ci sono infatti talmente tante variabili da tenere presenti per quanto riguarda costi, forme, materiali, dimensioni, posizione geografica ecc. che rendono l’argomento delle serre impossibile da esaurire in un solo post. Sarà magari il caso, voglia e tempo permettendo, di tornarci sopra, anche per un suo utilizzo generale e non solo in funzione dell’orto, vediamo però velocemente qualche aspetto da considerare quando ci si appresta a mettere in piedi una serra per ortaggi, magari fai-da-te.
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Le protezioni per gli ortaggi in inverno: il tunnel
Seconda parte dell’approfondimento sui metodi per proteggere gli ortaggi durante i mesi autunnali e invernali e dopo aver affrontato per sommi capi il tessuto non tessuto è la volta di un’altra protezione, il tunnel, un po’ più macchinosa da mettere in piedi ma più efficace e versatile del TNT.
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Le protezioni per gli ortaggi in inverno: il tessuto non tessuto
Per non rendere chilometrico il post sui 5 consigli per coltivare ortaggi durante l’autunno e l’inverno ho preferito approfondire a parte un punto in particolare, il quinto, relativo alla Protezione delle colture: la serra, il tunnel e il tessuto non tessuto perché nel precedente intervento lo spazio a disposizione non consentiva che una veloce introduzione all’argomento. Che invece merita una diversa attenzione perché è proprio grazie all’impiego di una protezione che è possibile, anche per il semplice appassionato, prolungare ai mesi più freddi e con ottimi risultati (almeno per buona parte del territorio italiano) il periodo di raccolta degli ortaggi.
Per quanto riguarda il tempo e il denaro impiegati in relazione ai risultati ottenuti, l’utilizzo del tessuto non tessuto è forse la soluzione migliore.
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Orto, 5 consigli per coltivare ortaggi durante l’autunno e l’inverno
È risaputo che il migliore periodo per coltivare un orto è quello che va dalla primavera alla fine dell’estate, sia per la maggiore facilità di coltivazione sia per la qualità e la quantità di ortaggi che si riescono a ottenere. Le alte temperature, le ore di luce a disposizione, la (relativa) stabilità climatica e altre “facilitazioni” tipiche del periodo rendono infatti l’esperienza di coltivare un orto più che soddisfacente per la maggior parte dei molti appassionati che ormai si cimentano in questa pratica con successo ed entusiastica passione. Per molti di loro però il periodo di coltiavazione sta volgendo a termine perché la loro attività è spesso concentrata appunto nei mesi più caldi dell’anno, scelta che li costringe a rinunciare quasi del tutto alla coltivazione nelle restanti stagioni. Eppure con alcuni semplici accorgimenti è possibile prolungare l’attività dell’orto anche ai mesi autunnali e invernali, quelli più freddi, e ottenere così prodotti freschi provenienti dal proprio orto praticamente per tutto l’anno. In una veloce carrellata vediamo quali consigli generici adottare per ottenere tutto ciò.
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Varietà rare: il pomodoro “Pêche Rose”, piccolo, buono e… peloso!
Di solito, anche in ambiente domestico, si tende a privilegiare la coltivazione di varietà di ortaggi che garantiscano la qualità del prodotto, un’alta produttività e una certa resistenza agli agenti patogeni. Il problema è che le piante che soddisfano queste caratteristiche sono poche e alla fine la scelta sulle varietà da coltivare si assottiglia di molto. Non fa eccezione certo il pomodoro del quale quasi sempre viene coltivata non più di una decina di varietà. Eppure basta mettere il naso fuori – è proprio il caso di dire – dal proprio orticello per scoprire l’enorme numero di tipi di pomodoro disponibili: su Tatiana’s TOMATObase per esempio è possibile scegliere tra oltre 3.000 varietà di questo fondamentale ortaggio, numero già impressionante così ma che è destinato di sicuro a crescere rapidamente.
Per far conoscere e diffondere questo immenso patrimonio (siamo pur sempre nell’anno della biodiversità), questo blog, nel suo piccolo, ha sperimentato per voi la coltura di varietà sconosciute ai più, alcune delle quali davvero strane e/o curiose. E dopo il pomodoro Spoon (il più piccolo del mondo), lo squisito Feuerwerk e quella specie di informe blob chiamato Reise, è la volta di parlare di un’altra inusuale e antica varietà (già presente nella Francia del 1890), quella detta Pêche Rose, ovvero pesca rosa. Chiamata così perché con il celebre frutto estivo non condivide soltanto forma e colore ma anche la peluria che ne ricopre la buccia.
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Albero delle melanzane, riuscirò mai ad avere piante così? (e meno male che c’è Giuseppe…)
“Questo innesto non s’ha da fare”. È così che, parafrasando una delle frasi più celebri della letteratura italiana, si può riassumere al meglio il mio tormentato rapporto con il Solanum torvum, la pianta che rappresenta uno dei portainnesti più diffusi in agricoltura e che da un po’ di tempo a questa parte ha raggiunto una certa fama grazie al fatto che con esso è possibile realizzare l’ormai noto albero delle melanzane. Sono in possesso di questa pianta da quasi due anni e, per una serie infinita di vicissitudini e/o contrattempi e/o problemi (o più semplicemente per la mia incapacità…?), non sono ancora riuscito a realizzare ‘sto benedetto innesto con la Solanum melongena. E, calendario alla mano, il tutto è rimandato alla prossima primavera-estate. Come minimo…
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Solanum torvum, un’altra (ottima) esperienza di un lettore
Grazie al meccanismo virtuoso (di cui questo blog è solo il tramite) che si è instaurato grazie ai noti esperti del settore la coltivazione del Solanum torvum si sta via via diffondendo tra i coltivatori amatoriali un po’ in tutta la Penisola. Dopo le esperienze di Giuseppe Pergolizzi e di Antonio Carrisi l’altro giorno ho ricevuto alcune foto da parte di un altro lettore, Vincenzo Messana, che, dopo aver ricevuto i semi di questa pianta ormai famosa, ha potuto coltivare prima e innestare poi alcune piante di S. torvum con dei risultati, come è possibile vedere dall’esaustiva galleria fotografica, davvero eccelsi. Ma lascio volentieri spazio a Vincenzo, non prima però di essermi complimentato con lui per l’ottima riuscita e soprattutto per il metodo di coltivazione adottato (si veda per esempio l’impianto di irrigazione).
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Varietà rare: l’incredibile pomodoro Reise, più strano di così…
Pur non essendo certo quel che si dice un espertone dell’argomento, devo dire che di pomodori in vita mia ne ho visti di diversi tipi, soprattutto negli ultimi tempi: piccoli, medi, grandi, giganteschi, rossi, gialli, scuri (quasi neri…), lunghi, stretti, larghi, tondi ecc ecc. ma una varietà strana come il pomodoro Reise non l’avevo mai incontrata.
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