Dopo aver visto come trattare il prezioso compost quando esce dalla compostiera, vediamo come impiegarlo al meglio nei vari contesti di coltivazione, sia che si tratti di piante da vaso, da giardino o da orto.
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Semenzaio 2010, produzione in ritardo sulla tabella di marcia
Ed eccoci all’ormai periodico aggiornamento con il semenzaio e i suoi ospiti, ovvero quegli ortaggi che andranno a riempire i campi di molti amici e conoscenti con più o meno le stesse dinamiche già sperimentate l’anno scorso e che mi hanno garantito un costante rifornimento di verdure. La qual cosa, alla fine dei conti, ha rappresentato un ottimo risparmio di denaro per le mie umili casse oltre a garantire, sulla mia tavola, una qualità dei prodotti di gran lunga sopra la media. È normale, al secondo anno della gestione di un semenzaio, fare dei paragoni con la passata stagione per vedere come vanno le cose; proprio dal parallelo con l’esperienza della scorsa stagione ho scoperto che a questo punto del mese di aprile le piante sono molto indietro rispetto all’anno scorso e questo nonostante la semina sia avvenuta con una settimana di anticipo.
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Cosa coltivare nell’orto: b come barbabietola
Continuo questa veloce carrellata alfabetica degli ortaggi da coltivare nel proprio orto e lo faccio parlando, alla lettera b, della barbabietola. La conoscenza e la coltivazione della bieta risalgono a oltre 2 millenni fa quando la troviamo in scritti greci risalenti al 420 a.C. dove viene chiamata beta, nome che poi verrà assunto per il genere. Alla Beta vulgaris appartengono diverse varietà molto importanti per diffusione e coltivazione: B. vulgaris var. saccarifera, nota come barbabietola da zucchero, B. vulgaris var. crassa ovvero la barbabietola da foraggio, B. vulgaris var. cicla detta bietola da coste e B. vulgaris var. cruenta chiamata più comunemente Bietola da orto. Vediamo per sommi capi come coltivare queste due ultime varietà.
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Video, innesto erbaceo per approssimazione dell’anguria sulla lagenaria
Come è noto, l’innesto nasce anche dalla esigenza di creare piante arboree ed orticole per meglio adattarle, attraverso le qualità del portainnesto, alle diverse composizioni chimico fisiche dei terreni. In terreno pesante, ad esempio in quello argilloso, difficilmente una pianta di anguria riuscirebbe a svilupparsi e produrre i suoi frutti che nel migliore dei casi non supererebbero i 4 chilogrammi. Risultati assai diversi si ottengono se andiamo a sostituire “il motore” dell’anguria con quello della zucchina che è molto più potente. Chiaramente per chi si avvicina per la prima volta al mondo degli innesti erbacei, (quello per approssimazione è uno dei tanti), dovrà abituarsi all’uso del bisturi ( si fa per dire), basta all’uopo una lametta da barba, anche se non si sbaglierebbe se si definisse l’intervento di microchirurgia botanica!
L’esecuzione di questo tipo d’innesto è alla portata di tutti: si potrà sbagliare il primo ma, dal secondo in poi, si può incominciare a gustare l’anguria gigante dall’orto di casa.
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Cosa coltivare nell’orto: a come asparago
Della serie “Cosa coltivare nell’orto”, in ordine alfabetico e alla lettera a, dopo l’aglio è la volta di asparago. Se decidete di intraprendere la coltivazione di questo ottimo ortaggio, la vostra esperienza di coltivatori orticoli subirà un netto salto di qualità. Non tanto perché difficile da coltivare, anzi! l’asparago è una pianta piuttosto rustica che cresce bene un po’ ovunque, ma perché l’impianto di un’asparagiaia impegna una discreta porzione di terreno per molto tempo e questo significa che il vostro progetto di orto è a lungo termine e che dovrà essere tenuto vivo per diversi anni.
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Semenzaio in piena produzione, è già tempo delle prime nascite
Nuova puntata della soap opera “Un posto nel semenzaio” dove si narra delle ultime rifiniture prima e della semina poi, si racconta dell’esperienze passate e si registra il lieto evento delle prime nascite.
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Cosa coltivare nell’orto: a come aglio
Se avete intenzione di iniziare a coltivare un orto (o già lo fate da tempo) non potete non lasciare una porzione di terreno per sua maestà l’aglio. Non fatevi condizionare da pubblicità denigratorie che ironizzano sui suoi effetti sull’alito, per facilità di coltivazione, bontà e impiego l’aglio non ha forse eguali tra gli ortaggi comunemente coltivati. E dopo aver fatto conoscenza con le sue qualità benefiche e dopo aver visto quanto sia facile ottenerlo anche sul balcone di casa, vediamo per sommi capi come coltivarlo nel proprio orto.
Un semenzaio pieno di m….!
Perdonatemi la latente e al contempo palese (contraddizione in termini?) volgarità del titolo ma di questo si tratta: finalmente sono riuscito, sfruttando gli unici due o tre giorni di (relativo) bel tempo, a riempire il semenzaio di letame, a fare cioè il pieno di quella che è ritenuta una poco nobile sostanza che servirà da “carburante” per tenere al calduccio le nuove semine. Anche perché sembra proprio che di calduccio ce ne sia ancora un sacco di bisogno.
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Zucca serpente di Sicilia, da seme a seme
Una volta constatate le qualità organolettiche della zucca serpente di Sicilia (leggi: è buona) insieme a Simone e Carlo (i miei coltivatori di riferimento) abbiamo deciso di riprodurre il seme per ripetere la coltura anche quest’anno. Il fatto curioso è che sono entrato in possesso dei semi di questa varietà di zucca grazie a un singolare “rinterzo” con protagonisti due amici siciliani e i semi di Solanum torvum che, prima di giungere da un Giuseppe all’altro, sono partiti da Palermo, sono rimbalzati in Toscana per poi tornare… di nuovo a Palermo!
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Orto, a marzo si ricomincia (tempo permettendo…)
Quello che vedete qui sopra è come si presentava l’orto di Simone l’altro ieri. Quel po’ di tristezza che scaturisce dall’apparente stato di abbandono non è dovuta alla sua poca voglia di lavorarci o alla scarsità di tempo per farlo, anzi! Lui e soprattutto suo zio Carlo non vedono l’ora di rimettersi di nuovo all’opera ma, data l’interminabile Stagione delle piogge, sono costretti a rimandare di continuo l’inizio delle attività; c’è da dire che sono in ottima compagnia visto che anche gli altri coltivatori della zona sono palesemente indietro con i lavori tanto che in molti non hanno ancora potuto lavorare neanche il terreno.
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