Consiglio vivamente, a chi non l’ha vista domenica sera, di recuperare la puntata di Report intitolata “Carne per tutti“. Forse per qualcuno non aggiungerà molto a quello che già sa, ma fa sempre bene ricordare e ricordarsi come il sistema dell’alimentazione mondiale si regga su regole la cui assurda insostenibilità è pari solo all’ingiustizia che riescono a generare.
Licopene, buone nuove per il cuore
Ho già parlato del licopene in un post precedente, lodando le sue capacità antitumorali (soprattutto per il cancro alla prostata), ma voglio tornare sull’argomento perché nuovi studi ne hanno dimostrato le funzioni protettive sul cuore e sul sistema cardiocircolatorio in generale. Il licopene è il principale responsabile del colore rosso del pomodoro maturo e di altri frutti e verdure, quali per esempio il cocomero. Ricordo che se il pomodoro viene cotto si sprigiona più licopene dato che il calore lo libera dalla struttura fibrosa; mi raccomando di condirlo sempre con olio di oliva perché in questo modo viene assimilato più facilmente. Recenti studi hanno dimostrato che rispetto ad altri carotenoidi possiede un’altissima capacità antiossidante e antiradicali liberi, soprattutto quella di disattivare l’ossigeno singoletto, e questa sua funzione lo rende una sostanza molto studiata in medicina dai cardiologi. Il dottor Michele Gulizia, presidente dell’associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (Aiac) e organizzatore del Mediterranean Cardiology Meeting 2009 svoltosi a Taormina, sostiene che studi sul licopene avevano già dimostrato le sue potenzialità antiaterosclerosi fin dagli anni ’90, ma solo oggi ricercatori israeliani e inglesi hanno dimostrato la riduzione statistica di infarti e di ictus. Read More
Cicoria, disintossicante di stagione
La cicoria (Cichorium intybus) è una pianta erbacea che si trova in Europa, Asia, Africa e America. Conosciuta anche con altri nomi, tra i più comuni il radicchio, è un’erba perenne con radice a fittone affusolata che rimane bianca all’interno. Le foglie basali, raggruppate, spuntano in autunno e si raccolgono al secondo anno di vegetazione, in maggio-giugno, proprio di questi tempi, prima della fioritura; vengono utilizzate lessate, per poi condirle in diversi modi, all’agro o ripassate con aglio o burro, mentre le giovani foglie primaverili si mangiano in insalata, da sole o con altre erbe. In epoca romana veniva coltivata come verdura e pare che il poeta latino Orazio la consumasse tutti i giorni. I numerosi polifenoli, gli acidi organici (amari) e le fibre (inulina), sono i principali costituenti chimici presenti nelle foglie e nelle radici, ma la pianta contiene anche altri importanti elementi fra i quali vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina K, provitamina A, Sodio, Potassio, Cloro, Manganese, Calcio, Ferro, Zinco, Magnesio, Fosforo, protidi, lipidi, acido cicorico, tannini, colina, zuccheri e soprattutto i terpeni che presenti sia nella radice che nelle foglie gli conferiscono il sapore amaro e stimolano la secrezione gastrica.
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È tempo di depurarsi con la melanzana
La melanzana (Solanum melongena) è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae. Ortaggio tipico dell’estate, è una grossa bacca di forma e colore diversi secondo le varietà. La polpa è carnosa, di colore in genere bianco-verdastro, e va consumata assolutamente cotta, perché cruda è sgradevole e pure tossica dato che contiene solanina, un glicoalcaloide presente nelle solanacee ed in particolare nelle patate, nei pomodori e nelle melanzane. L’assunzione di alte quantità di solanina provoca alterazioni nervose (sonnolenza), irritazione della mucosa gastrica e perfino emolisi. Se presa in dosi particolarmente elevate può in teoria risultare addirittura mortale.
La melanzana è una piana originaria dell’India, fu introdotta in Europa a partire da metà del 1400 dagli Arabi e da alcuni Carmelitani. Il nome melanzana, di origine araba, veniva interpretato come “mela non sana”, proprio perché non era possibile mangiarla cruda.
La melanzana presenta un grande contenuto di potassio, ma modeste quantità di calcio e fosforo. Come tutti i vegetali, contiene un alto contenuto in fibra alimentare, ideale per combattere la stipsi. Accanto alle proprietà nutritive la melanzana possiede proprietà depurative e dolcemente lassative; regolarizza e stimola l’attività del fegato, aumentando la produzione e l’eliminazione della bile. Read More
Frutta e verdura di stagione: i prodotti di aprile
Dopo aver saltato il mese di marzo torna il post su frutta e verdura di stagione relativo al mese corrente cioè aprile. Colpevolmente saltato, devo esser sincero, perché dopo cinque mesi a consigliare clementine, mandarini, arance e kiwi non ho avuto il coraggio di ripetere per l’ennesima volta il solito elenco dei pochi frutti sopra citati… Ebbene sì, non se ne può più! Certo, grazie al kiwi e agli agrumi (leggi abbondanza di vitamina C), ci siamo difesi piuttosto bene dai raffreddori e dai malanni stagionali ma di un po’ di alternative, specialmente tra la frutta, se ne sente davvero il bisogno. Non fatevi facili illusioni però, se avete deciso di mangiare solo frutta e verdura di stagione, anche per questo mese dovrete sorbirvi arance e kiwi in abbondanza anche se non per molto perché sta arrivando qualche gradita e gustosissima novità.
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Frutta secca, toccasana per cuore e arterie
Noci, nocciole, mandorle, arachidi, chiamati un tempo “alimenti poveri”, oggi vengono rivalutati da nutrizionisti e medici che ne suggeriscono il consumo giornaliero dato il loro effettivo toccasana per il cuore, le arterie e per le altre patologie vascolari. La frutta secca è poverissima di acqua ma ricca di proteine vegetali (tanto da essere indicata dai vegani, insieme ai legumi, come alternativa alla carne rossa), vitamine, sali minerali, grassi fondamentali (monoinsaturi e polinsaturi), fibre e zuccheri. I grassi presenti abbassano i livelli del colesterolo e riducono il rischio di aterosclerosi e di cardiopatie.
La frutta secca si potrebbe dividere in due categorie: quella lipidica, propriamente detta secca (ricca di grassi benefici e povera di zuccheri cioè di carboidrati) e quella essiccata detta glucidica (ricca di zuccheri e povera di grassi). La frutta secca lipidica comprende i semi di alcune piante come ad esempio arachidi. noci, nocciole, pistacchi, mandorle, noci brasiliane, anacardi, pecan, etc., mentre quella essiccata glucidica comprende prugne, datteri, albicocche, etc. Oggi parliamo delle qualità nutrizionali della prima categoria: la frutta secca lipidica. Read More
Ma quanto vale un “piatto di lenticchie”…
A seguito di un episodio che è stato raccontato dalla Bibbia, la lenticchia è considerata il simbolo di una ricompensa che, in sostanza, non vale niente. Si narra infatti che Giacobbe, in cambio di un piatto di lenticchie offerte a Esaù che tornava stravolto e affamato dalla campagna e che quindi non aveva altra scelta se non la morte per fame, abbia chiesto e ottenuto la primogenitura (il diritto di regnare sugli Israeliti). Da qui il modo di dire “per un piatto di lenticchie” che indica l’atto di dare qualcosa in cambio di praticamente niente. Ma al contrario di quanto si narra, la lenticchia vale moltissimo perché è il legume con il più alto valore ORAC (attività antiossidante) ed è ai primissimi posti tra gli alimenti presenti in questa classifica; quindi mangiarne, anche in più occasioni, conviene, oltre che per il piacere del palato, anche per le sue virtù salutari e nutrizionali che sono molte. Read More
Mirtillo nero, per proteggere la vista e i capillari
Il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) è un piccolo arbusto alto fino a 50 cm., con foglie ovali o ellittiche dal picciolo corto, con il margine seghettato, i cui fiori sono solitari con la corolla di colore bianco-rosato e i frutti sono bacche rotonde di colore bluastro dal sapore dolciastro-acidulo. Il mirtillo nero si trova nei boschi delle zone sub montane e montane generalmente nelle Alpi e nell’Appennino fino all’Abruzzo. I frutti del mirtillo (che si raccolgono in piena maturità in Agosto) hanno molte proprietà medicinali dato che contengono acidi organici, minerali, tannini, pectina, flavonoidi, antocianine, vitamine A, C e, seppure in quantità minore, la vitamina B. Read More
Alimenti ricchi di ORAC per salvaguardare la nostra salute
Il test ORAC, acronimo di Oxygen Radicals Absorbance Capacity (Capacità di Assorbimento dei Radicali dell’Ossigeno), misura la capacità antiossidante degli alimenti contro i radicali liberi presenti nel nostro organismo. Questo test è stato messo a punto dai dottori Cao e Prior della Università di Boston e serve per misurare quanto la produzione endogena di ossido nitrico (molecola dalla forte azione ossidante in grado di aumentare notevolmente la produzione di radicali liberi) avrebbe alterato in provetta le capacità antiossidanti di alcuni alimenti. Bisogna dire che i dati per il test ORAC si basano esclusivamente su esami in vitro e che quindi non è detto che ad un elevato valore ORAC corrisponda una eguale biodisponibilità. Read More
Con la camomilla ti depuri, ti calmi e ti addormenti serenamente
La camomilla (Matricaria recutita L.), è un’erba annuale che nasce d’estate ed è notoriamente conosciuta per le sue proprietà aromatiche e medicinali. Originaria del Sud-Est asiatico, si è diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, in Europa e nel Sud America. Di camomilla ne esistono varie specie che si confondono tra di loro. Quella più sfruttata per la sue proprietà terapeutiche è la camomilla comune (Matricaria chamomilla) o (Matricaria recutita), che appartiene alla famiglia delle Asteraceae. L’etimologia del suo nome non è stata chiarita, forse “matricaria” deriverebbe dal latino “mater” (madre) o da “matrix” (utero), perché in passato veniva assunta dalle donne incinta, sostenendo che avesse un’azione benefica prima e dopo il parto. La sua proprietà più nota, da sempre, è quella calmante. Ma considerarla solo un sedativo naturale è riduttivo: la camomilla ha infatti moltissimi benefici sull’organismo.
Grazie a delle sostanze chiamate camazulene e bisabololo (da cui derivano l’odore e il sapore amarognolo), la camomilla ha un effetto antinfiammatorio (in buona parte è dovuta ai flavonoidi, i quali inibiscono l’azione degli enzimi capaci di produrre sostanze che favoriscono l’infiammazione), mentre le apigenine (che provocano il colore giallo ai fiori) hanno un’azione antispastica. Read More