Come volevasi dimostrare il secondo blocco del traffico a Milano non ha sortito effetto alcuno, anzi: le centraline hanno registrato valori di pm10 tre volte superiori al consentito, sforamento che dall’inzio dell’anno si è verificato già in 34 giorni; calcolando che dal primo gennaio 2011 sono passati 39 giorni (solo 5 giorni con valori “normali”) ci si rende conto come quello dell’inquinamento nel capoluogo lombardo (e in pratica in tutta la regione) sia un problema estremamente grave. In una situazione del genere parlare di una pianta come la Dracena deremensis che ha la qualità di purificare l’aria delle nostre case può sembrare utile come svuotare il mare con un bicchiere. Sbagliato, perché può invece rappresentare un aiuto per la nostra salute da non sottovalutare, almeno per non sommare danno al danno e creare un ambiente più sano dove soggiornare. Non lo dice l’ultimo blog che passa sulla Rete ma bensì un’agenzia governativa tra le più famose al mondo, la N.A.S.A.
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Farnia, astringente e antinfiammatoria
Appartenente alla famiglia delle Fagaceae, il genere Quercus include circa 600 specie. Tra le molte specie presenti in Italia la farnia (Quercus robur), la quercia più diffusa in Europa, è un albero rustico e si adatta bene sia al clima secco che a quello umido e tollera inverni freddi. Ama i terreni ben drenati (anche se si adatta bene a molte situazioni, possibilmente esposti al sole. In Italia è presente soprattutto nel nord, nei parchi e nei grandi giardini; albero dal bel portamento, con chioma allargata e tondeggiante, la sua altezza oscilla tra i 25 e i 40 metri, anche se si conoscono esemplari che hanno raggiunto eccezionalmente i 50 metri. Le foglie sono verdi scure e lucide sulla parte superiore, più chiare in quella inferiore e cadono durante il periodo invernale, mentre i frutti chiamati ghiande, sono acheni avvolti nella parte superiore da una cupola emisferica ruvida e legnosa.
La parte utilizzata in erboristeria è la corteccia dei rami giovani raccolti in Primavera o in Autunno. I principali costituenti sono i polifenoli (procianidine, cathechine e tannini). Read More
Alberi monumentali, il Ginkgo biloba di Baveno (VB)
Dopo Sicilia e Isola d’Elba per l’appuntamento settimanale con gli alberi monumentali facciamo un salto in Piemonte e più precisamente a Baveno, sul Lago Maggiore, dove Nicola ha scovato un bellissimo esemplare di Ginkgo biloba di più di 140 anni di età.
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Una galleria fotografica del cavolo
Perdonate il gioco di parole del titolo, degno sì e no di una prima elementare, ma non ho restito. Del resto di quello si tratta, letteralmente e fuor di metafora: una galleria forografica dedicata ad alcune varietà di cavolo viste molto da vicino, nella convinzione che queste piante nascondano un interessante valore estetico, degno senz’altro di un attimo di attenzione in più, per scoprire come degli ortaggi che di solito passano inosservati possano svelare una straordinaria bellezza. Non è bella per esempio la perfetta disposizione geometrica di un cavolo romano? non è affascinante il “soffice” sviluppo di un cavolfiore o il letto di infiorescenze del broccolo? non è intrigante il groviglio di foglie di un cavolo cappuccio in sezione? e che dire del gioco dei volumi vuoto/pieno delle foglie bollose di verza e cavolo nero?
Ok, se pensate che ognuno ha le stranezze che si merita nessun problema, non vi ho convinti e amici come prima, ma se siete incuriositi dalle molteplici incarnazioni della Brassica oleracea provate a dare un’occhiata alle foto successive e vi renderete conto che parlare di “bellezza del cavolo” (aridaje…) in questo caso è tutto fuorché un’offesa.
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Cosa coltivare nell’orto, L come lattuga
Febbraio è giunto e piano piano ricomincia ad intensificarsi l’attività nell’orto. Certo, i ritmi sono in linea con quelli delle stagioni e i lavori del periodo non possono essere intensissimi ma sono per lo più mirati alla preparazione e alla semina per i mesi successivi. Proprio in questo mese è possibile cominciare a seminare (nella prima parte in coltura protetta e a fine mese direttamente a dimora) la lattuga che, come la cipolla, è un altro ortaggio che non può assolutamente mancare in qualunque orto.
7 ottimi motivi per non capitozzare gli alberi
Provate a cercare su un motore di ricerca la parola “capitozzare”: dai risultati della ricerca, e all’unanimità, questa pratica di potatura viene indicata come del tutto errata ma nonostante questo risulta ancora oggi molto comune e anzi sembra addirittura in aumento, praticata anche da sedicenti professionisti dell’arboricoltura. Eppure non c’è niente di più dannoso e pericoloso di trattare gli alberi con questa “tecnica”. Già ma cosa si intende per capitozzare?
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Pino silvestre, balsamico e fluidificante
Il genere Pinus appartiene alla famiglia delle Pinaceae e comprende circa 120 specie. Di queste in Italia è possibile trovarne diverse, dal pino silvestre, al pino mugo, al pino domestico, al pino d’Aleppo e, sui nostri litorali, il pino marittimo. Oggi parliamo del pino silvestre (Pynus sylvestris L.) che già Ippocrate usava con successo come medicinale, per via della sua capacità di curare le malattie respiratorie. Adesso, infatti, il suo impiego principale avviene in relazione ai disturbi da raffreddamento, in particolare quelli a carico della gola ma anche e soprattutto quelli che interessano i bronchi. Il pino silvestre, spontaneo nelle zone alpine d’Italia, è un albero sempreverde con foglie aghiformi riunite a due a due (raramente in tre o quattro) e con fiori che fioriscono all’inizio estate e possono essere microsporofilli e macrosporofilli, con quest’ultimi che formano I frutti, ovvero le pigne, che maturano dopo tre anni e che producono semi alati.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono le gemme e gli aghi. I costituenti principali sono l’olio essenziale, ricco in monoterpeni: alfa- e betapinene, canfene, limonene, eucaliptolo, acetato di bornile. L’olio essenziale è presente in Farmacopea e numerose sono le specialità medicinali. Read More
Alberi monumentali, il pino di Monserrato, Isola d’Elba (LI)
Il nuovo appuntamento settimanale con gli alberi monumentali ci porta ancora su un’isola anche se molto più piccola della Sicilia di sette giorni fa: siamo sull’Isola d’Elba e grazie ad Antonio facciamo la conoscenza con il pino di Monserrato nel comune di Porto Azzurro in provincia di Livorno.
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“Le arance della salute” 2011, torna la raccolta fondi dell’Airc per combattere il cancro
Sabato 29 gennaio nuovo appuntamento con “Le arance della salute” 2011, l’evento organizzato dall’Airc (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) per raccogliere i fondi necessari alla ricerca per aiutarla “a rendere il cancro sempre più (in)curabile”, per togliere cioè, come l’efficace campagna pubblicitaria ci mostra, le due lettere “i” e “n” dalla parola incurabile e rendere un brutto ricordo la pericolosità di questa terribile malattia. Come tutti gli anni approfitto di questo spazio per parlare dell’appuntamento per almeno tre ottimi motivi.
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Imitare la fotosintesi clorofilliana per trasformare acqua e CO2 in combustibile? si può!
Da queste parti, si sa, si fa un gran tifo per le piante e per le loro caratteristiche (il minimo, da un blog che si sottotitola “dedicato al Regno vegetale”) e quando ci si imbatte in notizie di questo genere è impossibile non parlarne, anche perché, una volta messo a punto, l’esperimento di una macchina che imita la fotosintesi clorofilliana per trasformare la CO2 in combustibile potrebbe rappresentare un passo decisivo per il nostro futuro e quello del Pianeta.
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