In totale controtendenza rispetto alle idee del ministro dell’Economia, che taglia un miliardo di euro destinato all’ambiente e sostiene che con la cultura non si mangia, Firenze inaugura la prima edizione di Florens, la Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, che si apre domani 12 novembre e si concluderà il 20.
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Olivo, è il momento della raccolta (e l’olio nuovo si avvicina…)
Oh! finalmente! Stagione delle piogge permettendo (che tra l’altro somiglia sempre più a un Diluvio di biblica memoria…), in questo periodo e fino più o meno agli inizi/metà di dicembre, nelle aree interessate dalla coltivazione dell’olivo è tempo di raccolta, operazione spesso sottovalutata a favore della frangitura, la fase finale che porta come risultato la produzione del cosidetto “oro verde”: l’olio d’oliva. E già assaporo la prima e mitica “fettunta”, realizzata rigorosamente con il pane toscano, una strofinatina di aglio, un pizzico di sale e un’abbondante affogatura d’olio “novo” delle mie parti, quello appena uscito dal frantoio, quello di un verde quasi fosforescente, quello più buono del pianeta.
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Cosa coltivare nell’orto, c come cicoria da taglio e da raccolta
Nuovo appuntamento con “Cosa coltivare nell’orto” che, per essere più “stagionale” e parlare cioè delle piante che più si adattano al periodo, si stacca dal rigido ordine alfabetico per cercare gli ortaggi che è possibile seminare anche nel mese di novembre, per poi recuperare gli altri nelle “puntate” successive. A dir la verità il salto è breve perché dopo cetriolo, cavolfiore e carota si rimane alla lettera “c” di cicoria, in particolare le varietà dette da taglio e da raccolta, ortaggio diffusissimo che potrebbe rientrare anche in una ipotetica categoria chiamata “piante orticole per principianti” tanto risulta facile da coltivare.
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Il gelso nero, un gradevole toccasana per la nostra salute
Il genere Morus appartiene alla famiglia delle Moraceae ed è originario dell’Oriente da dove in seguito è stato introdotto e naturalizzato in tutto il mediterraneo. Le specie più famose sono il gelso bianco (Morus alba) e il gelso nero (Morus nigra) e hanno storie decisamente separate, dato che il primo proviene dalla Cina ed era coltivato come nutrimento del baco da seta, mentre il secondo è da sempre considerato un albero da frutto, legato alle tradizioni della cucina mediterranea. Oggi parliamo del gelso nero che può essere superficialmente confuso con il gelso bianco ma è più robusto, ha foglia più grande a forma di cuore e pelosa in entrambi i lati (glabra invece per il bianco), arriva a circa 15 metri di altezza, presenta il tronco e i rami più grossi, resiste meglio al freddo e può essere coltivato ad altezze che arrivano oltre 1000 metri. I frutti hanno un sapore decisamente gradevole per cui sono usati come alimento, soprattutto per preparare marmellate, confetture o sciroppi, a differenza di quelli del gelso bianco che sono sì dolciastri ma pure leggermente aciduli. Inoltre, data la loro bontà, sono usati anche come aromatizzanti e coloranti per i gelati. Dal punto di vista terapeutico gli effetti del gelso nero e del gelso bianco sono molto simili.
A scopo medicinale si usano soprattutto le foglie, ma anche i frutti e, in alcuni casi, la corteccia della radice. I principali costituenti sono i flavonoidi, l’olio essenziale e i polisaccaridi. Read More
Alberi monumentali, l’olmo campestre di Villanova sull’Arda (PC)
Grazie alla segnalazione di Davide c’è un nuovo albero monumentale da aggiungere al fotocensimento lanciato da questo blog. L’albero in questione è il secondo segnalato in Emilia-Romagna dopo l’ormai famosa Nonna Quercia, lo splendido esemplare per il quale si sono mobilitate migliaia di persone nel tentativo (per ora riuscito) di scongiurare il suo sacrificio in nome del progresso e dell’ennesima strada alla quale dovrebbe far posto. Curiosamente l’albero segnalato da Davide, un olmo campestre, si trova molto vicino a Nonna Quercia e cioè a Villanova sull’Arda, in provincia di Piacenza.
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Frutta e verdura di stagione, come conservare carote e finocchi
Eccoci alle prese con altri due ortaggi tipici di questa stagione, le carote e i finocchi, che in questo periodo sono ancora in produzione e che di solito vengono raccolti prima che il freddo, quello vero, arrivi alle nostre latitudini. Per quanto riguarda le carote va detto che ci sono diverse zone, specialmente al centro-sud, dove è possibile applicare una pacciamatura per proteggerle dal freddo intenso e raccoglierle di volta in volta quando se ne ha bisogno, mentre per i finocchi il discorso è leggermente diverso visto che sono un po’ più “allergici” al freddo (sopportano fino a pochi gradi sopra lo zero) ed è consigliabile raccoglierli se si abita in zone a rischio gelate. Vediamo allora come fare con questi importanti prodotti dell’orto, cominciando dalle carote e da un (per me) strano metodo che ho visto messo in pratica da mio nonno tanti anni fa.
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Basta dissesto idrogeologico, ridiamo spazio alla Natura
Ci risiamo. Come tutti gli anni in questa stagione (come in quella primaverile) arrivano, in linea con il periodo, le piogge persistenti e intense e con esse, puntuali come un orologio svizzero, le frane, gli smottamenti, gli straripamenti e le inondazioni. E come tutti gli anni siamo qui a contare i danni e purtroppo i morti: per esempio in meno di un mese solo in Toscana, con i tre di Massa, sono già sei le vittime causate dal maltempo. È come un disco rotto, ogni anno le stesse scene, lo stesso andamento, le stesse tragedie. Eppure non è certo un fenomeno recente che ci può cogliere di sorpresa, anzi!
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Melaleuca, l’albero del tè contro le infezioni e le micosi
La Melaleuca (Melaleuca alternifolia L.) appartiene alla famiglia delle Myrtaceae ed è un albero sempreverde che cresce spontaneo in Australia, ma che oggi viene coltivato per scopi industriali in molte zone umide e paludose di altre aree del mondo. Può raggiungere l’altezza di 6 metri e sviluppare una chioma della larghezza di 4, ha foglie strette e fiori bianchi che fioriscono dalla primavera fino all’inizio dell’estate. Conosciuto soprattutto con il nome “Tea Tree” (albero del the), dato dallo scopritore dell’Australia, James Cook, che imparò a preparare un Tè con le foglie dell’albero, imitando gli aborigeni locali. Le foglie del Tea Tree erano state usate per migliaia di anni dall’antico popolo dell’Australia per curare tagli, ferite e altre malattie. Le sue proprietà sono arrivate presto anche in Europa, tanto che la comunità scientifica ha documentato gli effetti della pianta, in particolare la sua azione battericida e germicida. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le foglie mature da cui si distilla l’olio essenziale. Read More
La Flora in Mostra, gli appuntamenti di novembre 2010
Florablog – Mappa dell’Italia
Pochi appuntamenti ma buoni quelli raccolti per l’ultimo Flora in Mostra del 2010. Il mese di novembre si sa non favorisce l’organizzazione di manifestazioni per “pollici verdi” ma a guardare bene qualche evento lo si riesce comunque a trovare, magari incentrato sui prodotti di stagione tra i quali spiccano, come a ottobre, castagne e zucche. E poi ci sono un paio di eventi istituzionali che si svolgeranno in tutto il territorio nazionale e che vale la pena di visitare, visto che sono dedicati a due prodotti, il vino e l’olio, tra i più importanti del nostro Paese. Come sempre se siete a conoscenza di manifestazioni assenti nell’elenco segnalatele pure con un commento e aggiornerò il post. Non mi resta che augurarvi un buon fine settimana lungo e darvi appuntamento a martedì.
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Viole, fiori e colori anche in inverno
Il periodo che ci accingiamo ad affrontare non è davvero il massimo per la stragrande maggioranza delle piante da fiore e la cosa si ripercuote non solo sul nostro pollice verde ma anche sul nostro umore. Il progressivo calo della luce e l’inesorabile abbassamento delle temperature costringono buona parte delle piante presenti nei giardini a tirare i remi in barca e ad aspettare periodi migliori, trasmettendo un generale senso di tristezza e di abbandono che non favorisce certo l’allegria e la spensieratezza. Se a questo aggiungiamo l’imminente ritorno all’ora solare, che accorcerà ulteriormente le ore di luce a disposizione, si capisce perché in questi mesi è facile farsi prendere dalla malinconia. Per alleviare questo senso di mestizia, almeno in giardino, in questo periodo è possibile mettere a dimora alcune specie, varietà e ibridi di Viole che sono tra le poche piante capaci, in particolari condizioni, di regalare una ricca e coloratissima fioritura per tutto il periodo invernale.
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