Parlavo ieri di quanto c’è poco da stare allegri per i mutamenti climatici che sta subendo la terra e di quello che, nel nostro piccolo, possiamo fare di concreto per invertire la rotta e ridare speranza al futuro della terra e quindi al futuro di tutti noi.
Un primo passo importante in questo senso è sicuramente quello di riallineare le nostre abitudini alimentari ai ritmi delle stagioni (è vero: quel che resta delle stagioni…). È bene ricordare infatti che, contrariamente a quello che cerca di farci credere il mercato, non esiste un’unica stagione in cui è possibile trovare praticamente tutta la frutta e la verdura disponibile ma, da sempre, esiste un’alternanza di prodotti che crescono e maturano in armonia con la natura che li produce al ritmo delle stagioni.
Ok, siete scettici e pensate che dopo tutto questo comportamento non serva a un granché? Ecco un esempio:
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Il decennio più caldo degli ultimi 1300 anni
No, la foto che vedete non è venuta male, l’aria era proprio così!
Sabato, in quasi tutto il centro-sud, il caldo afoso era oggettivamente insopportabile. La cappa nell’aria, un opprimente misto di smog, polveri sottili e umidità, era tale e tanta che quasi la si poteva affettare con un coltello e la sua densità celava alla vista il paesaggio circostante già a 5 km di distanza. A peggiorare la situazione aggiungeteci il virus di un raffreddore che ho avuto il “piacere” di ospitare (definirlo mistico è riduttivo: 4 pacchetti di fazzoletti di carta all’ora…) e che mi ha reso la respirazione ancora più difficoltosa tanto da costringermi a sospendere qualsiasi attività fisica e a rintanarmi in casa in cerca di un po’ di respiro che ovviamente non ho trovato. Una volta al fresco (?) delle domestiche 4 mura ho fatto un giretto nel web e mi sono imbattuto in un articolo che più che una notizia suona come una conferma: L’ultimo decennio è stato il più caldo da (almeno) 1300 anni a questa parte.
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I primi 20 anni di Festambiente
I motivi per i quali vale la pena visitare la Toscana non sto certo qui ad elencarli (anche perché non basterebbe lo spazio di questo blog) ma dall’8 al 17 agosto c’è una ragione in più: Festambiente, il Festival Internazionale di Ecologia e Solidarietà organizzato da Legambiente, (a Rispescia, in Provincia di Grosseto) compie 20 anni e per l’occasione propone un’edizione ricca di eventi e iniziative veramente da non perdere.
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vuoi far del bene al Pianeta? consuma solo frutta e verdura di stagione
Funziona così: quando non varcano gli oceani provenienti da altri continenti frutta e verdura vengono ormai coltivate essenzialmente fuori stagione perché fuori stagione hanno un valore di mercato accettabile per i produttori mentre quando entrano nella loro di stagione perdono valore a tal punto che nella stragrande maggioranza dei casi i prodotti vengono lasciati a marcire nei campi perché non vale la pena raccoglierli.
Ha un senso tutto ciò?
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Il Monito del Giardino premia Polak e la sua tecnologia low cost
Pompe di bambù per irrigare i campi in Bangladesh, urea seminata col riso per raddoppiare il raccolto, minifiltri per sterilizzare l’acqua, borse per immagazzinare l’energia del sole: cosa hanno in comune queste cose? semplice, sono tutte invenzioni promosse e diffuse da Paul Polak, geniale filantropo canadese che con la sua IDE (International Development Enterprise) ha contribuito, tramite tecnologia low cost ed eco-compatibile, a togliere dalla fame milioni e milioni di persone in paesi, tra gli altri, come il Bangladesh, la Cambogia e il Nepal e che domani a Firenze verrà insignito de Il Monito del Giardino, prima edizione del premio internazionale che ambisce a diventare un punto di riferimento per la difesa degli equilibri ecologici della Terra.
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Perso un terzo di biodiversità in 30 anni: diamoci una svegliata!
Quando si dice piove sul bagnato: appena due giorni fa commentavo le (molte) brutte notizie a proposito degli effetti disastrosi che noi e il nostro stile di vita causiamo alla terra, ai suoi abitanti ed ai suoi equilibri, che la mattina stessa esce il rapporto indice globale della biodiversità del WWF (ripreso in questo articolo da Repubblica.it) che riporta numeri che definire allarmanti suona eufemistico: in 30 anni il numero di specie presenti sulla terra è calato di un terzo.
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