Perilla, un aiuto contro le allergie

Perilla, un aiuto contro le allergie
La perilla (Perilla frutescens), detta anche shiso o egoma, è una pianta aromatica annuale appartenente alla famiglia delle Lamiaceae (o, se preferite Nomen conservandum, Labiatae), coltivata principalmente in Oriente (soprattutto in Cina, in Giappone e in Corea). Possiede foglie ovali seghettate verdi o rosse, infiorescenze in spighe, che producono i semi. Pur vagamente somigliante all’ortica è assimilabile per famiglia alla menta e al basilico e a quest’ultimo per struttura ed è per questo chiamata basilico (o timo) giapponese (o cinese). La perilla è da sempre impiegata in Oriente a scopo gastronomico e per insaporire le pietanze, mentre le foglie e i semi sono le parti utilizzate in fitoterapia.
I costituenti principali sono i polifenoli (flavonoidi ed antociani), terpinoidi, vitamina A, vitamina E e un olio essenziale ricco in betacariofillene.
I semi contengono un olio ricco di acidi grassi polinsaturi, in particolare acido linoleico. Read More

Arnica montana, ottima per traumi e contusioni

Arnica montana, ottima per traumi e contusioni
Il genere Arnica comprende circa 30 specie appartenenti alla famiglia delle Asteraceae o Compositae. L’unica che cresce spontaneamente in Italia è l’Arnica montana ed è di questa pianta che parliamo delle sue proprietà benefiche. Pianta erbacea perenne, preferisce i climi freschi e soleggiati, infatti cresce spontaneamente sui pascoli delle Alpi e dell’Appennino settentrionale da 1000 a 2400 m.. Assomiglia alla margherita, anche se i suoi fiori sono giallo-arancioni ed emanano un forte odore aromatico che in alcuni può provocare starnuti. Le foglie sono glabre nella parte inferiore, ma ricoperte di piccola peluria nella parte superiore. A causa della progressiva sparizione del suo habitat naturale, compresso dalle colture intensive, la A. montana è sempre più rara da incontrare ed è inclusa tra la flora protetta.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono i fiori e il rizoma. I costituenti principali sono i flavonoidi, i triterpeni, i lattoni sesquiterpenici, un olio essenziale contenente anche timolo, le cumarine e i derivati dell’acido caffeico. Altri componenti sono una sostanza amara chiamata arnicina, tannini e un alcaloide proprio, detto arnicaina.
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Pino silvestre, balsamico e fluidificante

Pino silvestre, balsamico e fluidificante
Il genere Pinus appartiene alla famiglia delle Pinaceae e comprende circa 120 specie. Di queste in Italia è possibile trovarne diverse, dal pino silvestre, al pino mugo, al pino domestico, al pino d’Aleppo e, sui nostri litorali, il pino marittimo. Oggi parliamo del pino silvestre (Pynus sylvestris L.) che già Ippocrate usava con successo come medicinale, per via della sua capacità di curare le malattie respiratorie. Adesso, infatti, il suo impiego principale avviene in relazione ai disturbi da raffreddamento, in particolare quelli a carico della gola ma anche e soprattutto quelli che interessano i bronchi. Il pino silvestre, spontaneo nelle zone alpine d’Italia, è un albero sempreverde con foglie aghiformi riunite a due a due (raramente in tre o quattro) e con fiori che fioriscono all’inizio estate e possono essere microsporofilli e macrosporofilli, con quest’ultimi che formano I frutti, ovvero le pigne, che maturano dopo tre anni e che producono semi alati.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono le gemme e gli aghi. I costituenti principali sono l’olio essenziale, ricco in monoterpeni: alfa- e betapinene, canfene, limonene, eucaliptolo, acetato di bornile. L’olio essenziale è presente in Farmacopea e numerose sono le specialità medicinali. Read More

Dal genere Hibiscus molte qualità fitoterapiche interessanti

Dal genere Hibiscus molte qualità fitoterapiche interessanti
Al genere Hibiscus (della famiglia delle Malvaceae) appartengono oltre 300 specie tra alberi, arbusti e piante erbacee originarie dell’Africa orientale e dell’Asia tropicale. Molte di queste specie vengono coltivare in tutte le regioni tropicali, e in Africa ma trovano impiego come ornamentali anche in Europa e Nord America. In generale il loro fusto può superare i due metri con foglie di diverse forme ma di solito ovali, spesso allungate o trilobate, ed alterne. Il loro fiore è caratterizzato dalla tipica forma a imbuto ed è di colore bianco o rosa, rosso o rossastro negli ibridi. Proprio dai fiori di queste piante (e in particolare dalla specie H. sabdariffa) si ottiene la famosa bevanda conosciuta col nome di Karkadé.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono soprattutto i fiori e, in misura minore, le foglie, le radici, i frutti e i semi. I costituenti principali sono flavonoidi, antociani, vitamina C, mucillagini, acidi organici (acido citrico, malico e tartarico). Molte piante di questo genere presentano interessanti proprietà antinfiammatorie e il tè (o infuso) da esse ottenuto è utilizzato come bevanda dissetante e come fonte di polifenoli ad attività antiossidante. Read More

Ononide, antinfiammatoria, diuretica e depurativa

Ononide, antinfiammatoria, diuretica e depurativa
L’Ononide spinosa (Ononis spinosa L.) della famiglia delle Fabaceae, ma nelle classificazioni più vecchie viene detta anche Leguminosae, è un arbusto spinoso spontaneo di modeste dimensioni e può raggiungere l’altezza di 60- 70 cm. Cresce nei luoghi assolati, nei terreni aridi e sassosi, nei prati e nei campi abbandonati, dalla pianura fino alla bassa montagna. Il fusto, legnoso alla base, è molto resistente e le radici, abbastanza profonde, servono alla pianta per superare lunghi periodi di siccità. I delicati fiori rosa assomigliano a quelli dei piselli, le foglie inferiori sono formate da trifogliate, mentre quelle superiori sono indivise. Il termine prende il nome da “onos”, che significa asino, animale che sembra vada ghiotto di questa pianta nonostante la presenza delle spine che possono recargli qualche difficoltà. Le parti usate in fitoterapia sono le radici che vengono raccolte nel periodo settembre- novembre. I costituenti principali sono i glucosidi isoflavonici (spinonina, ononina e biocanina), un olio essenziale, alcuni triterpeni e sitosteroli. Read More

Partenio, un antinfiammatorio naturale per la prevenzione dell’emicrania

Partenio, un antinfiammatorio naturale per la prevenzione dell'emicrania
Il Partenio (Tanacetum parthenium) è una pianta erbacea molto simile nell’aspetto alla comune Camomilla e come questa appartiene alla famiglia delle Compositae (o Asteracee). Pianta perenne, che viene però coltivata come annuale, è originaria del Nord Europa e delle Americhe. Si trova in piccoli cespugli e raggiunge un’altezza di circa 60 e 70 centimetri, le foglie, ricoperte da leggera peluria, sono di colore verde pallido ed emettono un odore acre, i fiori sono bianchi o gialli e arrivano ai due centimetri circa di diametro. Nell’antichità questa pianta era conosciuta e utilizzata soprattutto per alleviare i dolori mestruali: la sua etimologia deriva dal greco pàrthenos, che significa fanciulla, vergine, mentre il nome Tanaceto, deriva sempre dal greco tànaos che significa lungo e akéomai  io guarisco.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono le foglie. I costituenti principali sono i polifenoli (flavonoidi e tannini), i terpenoidi, numerosi lattoni sequiterpenici, fra i quali il partenolide e i guaianolidi (monossidi, diepossidi, endoperossidi). Read More

Cipresso, un buon rimedio contro l’insufficienza venosa

Cipresso, un buon rimedio contro l'insufficienza venosa
Il cipresso mediterraneo (Cupressus sempervirens L.) è una pianta che cresce spontaneamente in tutta l’area mediterranea. Comunissimo in Italia è caratteristico di molte Regioni come per esempio la Toscana dove fa parte integrante del paesaggio e dove, tra gli altri impieghi nei quali è adoperato questo albero, ci sono anche i suggestivi viali, il più famoso dei quali è ricordato dal Carducci nella sua poesia “Davanti a San Guido“.
Il cipresso ama il sole e una temperatura mite, ma si adatta a vivere anche con inverni rigidi e non è esigente in fatto di clima e terreno. Sembra che il suo nome derivi dal giovane greco Ciparisso, che per sbaglio uccise il cerbiatto amorosamente allevato da lui stesso e che per il dispiacere si suicidò.
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Achillea millefoglie, antinfiammatoria e antiemorragica

Achillea millefolium
L‘Achillea millefoglie (Achillea millefolium L.), della famiglia delle Asteraceae (Compositae) è una pianta erbacea rustica, perenne, che cresce spontaneamente nei prati di tutta Italia. I fusti che raggiungono un’altezza di circa 50-70 cm, sono eretti, striati e ramificati in alto. Le foglie sono pelose, frastagliate e hanno un certo odore aromatico. I fiori sono piccoli di colore variabile dal bianco al rosa intenso e sono riuniti in infiorescenze. La fioritura avviene da giugno a settembre e produce acheni. Il suo nome deriva dalla tradizione dell’antica Grecia secondo la quale sembrerebbe che Achille ne facesse uso per curare i suoi soldati feriti nelle battaglie. La pianta deve infatti la notorietà alle sue proprietà emostatiche, antiemorragiche e spasmolitiche. Le parti utilizzate sono le sommità fiorite e le foglie. I principali costituenti sono i polifenoli, i flavonoidi, un olio essenziale ricco in terpeni ed azuleni e lattoni sesquiterpenici (leucodina, achillicina ecc.). Read More

Tormentilla, antibatterico vegetale contro i disturbi intestinali

Potentilla erecta
La tormentilla (Potentilla erecta), o Potentilla (o, altro sinonimo, Cinquefoglia tormetilla), è una pianta erbacea, perenne alta circa 10-50 cm., dotata di un grande rizoma irregolare dal quale spuntano molte radici. Vive nei boschi, ai margini delle strade, nei prati, nei fossi, e nei campi incolti dell’Europa centrale e meridionale, ma anche in Asia settentrionale, Siberia, Asia Minore, Algeria e Marocco. Ha fusti eretti, foglie palmate disposte a rosetta e fiori piccoli e gialli, forniti di un lungo peduncolo. Il periodo della fioritura è da Giugno a Settembre, mentre la parte medicinale, che si ricava dal rizoma privato delle radici, si raccoglie in Settembre fino a Novembre, quando la pianta entra in riposo.
La tormentilla è una delle piante salutari più ricche in tannini, i quali esercitano sull’organismo proprietà astringenti, antinfiammatorie, antimicrobiche, decongestionanti e lenitive. Ma oltre ai tannini catechici (agrimonina) e tannini idrolizzabili, derivati dell’acido cumarico, caffeico ed ellagico, possiede altri principi attivi che vanno dalla gomma ai favonoidi ai triterpeni fino a qulche traccia di olio essenziale. Read More

Artiglio del diavolo, un buon rimedio contro i dolori

harpagophytum-procumbens
L‘artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens) della famiglia delle Pedaliacee, è una pianta erbacea che cresce nell’ Africa tropicale e del sud, particolarmente diffusa nel deserto del Kalahari, nelle steppe della Namibia, nel Madagascar ed in Sud Africa. Il suo nome deriva dalla presenza di spine uncinate che ricoprono i suoi frutti e nei quali possono rimanere intrappolati piccoli mammiferi. In realtà il nome ufficiale della pianta è arpagofito anche se è conosciuto da tutti con il nome di artiglio del diavolo. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le radici secondarie (presenti in Farmacopea Ufficiale). I costituenti principali sono i glucosidi iridoidi, soprattutto arpagoside, ma anche procumbide e arpagide, triterpeni, polifenoli, fitosteroli, flavonoidi e acidi organici (acido caffeico, acido cinnamico, acido clorogenico). Le principali attività sono quelle antidolorifica, antinfiammatoria e antireumatica.
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