Albero delle melanzane, riuscirò mai ad avere piante così? (e meno male che c’è Giuseppe…)

Albero delle melanzane, riuscirò mai ad avere piante così? (meno male che c'è Giuseppe...)
“Questo innesto non s’ha da fare”. È così che, parafrasando una delle frasi più celebri della letteratura italiana, si può riassumere al meglio il mio tormentato rapporto con il Solanum torvum, la pianta che rappresenta uno dei portainnesti più diffusi in agricoltura e che da un po’ di tempo a questa parte ha raggiunto una certa fama grazie al fatto che con esso è possibile realizzare l’ormai noto albero delle melanzane. Sono in possesso di questa pianta da quasi due anni e, per una serie infinita di vicissitudini e/o contrattempi e/o problemi (o più semplicemente per la mia incapacità…?), non sono ancora riuscito a realizzare ‘sto benedetto innesto con la Solanum melongena. E, calendario alla mano, il tutto è rimandato alla prossima primavera-estate. Come minimo…
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Innesto Solanum torvum, nuovo contributo da parte di un lettore

Innesto di pomodoro e melanzana su una pianta di Solanum torvum
Dopo l’intervento di Giuseppe che ha illustrato i suoi progressi con il Solanum torvum, è la volta di un altro lettore, Antonio Carrisi, che mi scrive per inviarmi il suo interessantissimo contributo sull’argomento, con l’aggiunta tra l’altro di ben tre gallerie fotografiche.
Il secondo intervento del genere in pochi giorni può solo significare che, grazie anche all’opera “mediatrice” di questo blog, la coltivazione del S. torvum sta via via diffondendosi tra i molti coltivatori amatoriali sparsi lungo tutta la Penisola e questo, è logico, non può che farmi piacere.
Sono molti ormai i lettori che, ottenuti i semi di questa pianta, si cimentano con la sua coltivazione e tentano l’innesto del S. torvum con la melanzana e/o il pomodoro, seguendo magari l’esaustivo video dell’innesto erbaceo che illustra la tecnica cosiddetta “per approssimazione”.  E gli ottimi risultati raggiunti dagli appassionati testimoniano la validità di quanto mostrato.
Ma bando alle ciance, vi lascio all’intervento di Antonio:
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Solanum torvum, l’interessante esperienza di un lettore con l’innesto erbaceo

Innesto erbaceo della melanzana sul Solanum torvum
In attesa di sciogliere il dubbio amletico sulle mie piante di Solanum torvum (“frutti o innesto, questo è il dilemma“) l’altra settimana mi ha scritto da Palermo un lettore abituale di queste pagine, Giuseppe Pergolizzi, che mi ha inviato alcune foto molto interessanti sulla sua esperienza con l’innesto erbaceo tra il S. torvum e una piante di melanzana.
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Innesto erbaceo per approssimazione, piccoli esperimenti crescono…

Innesto erbaceo per approssimazione di un cocomero sulla lagenaria
Dopo più di tre settimane di pioggia ininterrotta sono ormai quattro giorni che un cielo praticamente sgombro da nuvole ci dona delle splendide giornate e ci da finalmente il tempo per poter riprendere i lavori nell’orto che quest’anno sono davvero in un ritardo clamoroso. Proprio per l’interminabile “stagione dei monsoni” di cui sopra, gli orti della zona sono per lo più privi di ortaggi e quei pochi che avevano rischiato le prime piante a dimora sono nella maggior parte dei casi costretti a ripartire da capo, visto che quest’ultime sono letteralmente affogate. C’è poco da fare, quest’anno è andata così, ma tutti i lavori rimandati dell’ultimo mese si ripresentano ora insieme creando una lista lunghissima di cose da fare. Come per esempio la sistemazione delle piante innestate con il metodo dell’innesto erbaceo per approssimazione che ho umilmente sperimentato seguendo le indicazioni dell’ottimo video che Giuseppe ha girato in proposito.
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Video, innesto erbaceo per approssimazione dell’anguria sulla lagenaria


Come è noto, l’innesto nasce anche dalla esigenza di creare piante arboree ed orticole per meglio adattarle, attraverso le qualità del portainnesto, alle diverse composizioni chimico fisiche dei terreni. In terreno pesante, ad esempio in quello argilloso, difficilmente una pianta di anguria riuscirebbe a svilupparsi e produrre i suoi frutti che nel migliore dei casi non supererebbero i 4 chilogrammi. Risultati assai diversi si ottengono se andiamo a sostituire “il motore” dell’anguria con quello della zucchina che è molto più potente. Chiaramente per chi si avvicina per la prima volta al mondo degli innesti erbacei, (quello per approssimazione è uno dei tanti), dovrà abituarsi all’uso del bisturi ( si fa per dire), basta all’uopo una lametta da barba, anche se non si sbaglierebbe se si definisse l’intervento di microchirurgia botanica!
L’esecuzione di questo tipo d’innesto è alla portata di tutti: si potrà sbagliare il primo ma, dal secondo in poi, si può incominciare a gustare l’anguria gigante dall’orto di casa.
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