Equiseto, un aiuto contro l’osteoporosi

Equiseto, un aiuto contro l'osteoporosi
L’Equisetum è il solo genere appartenente alla famiglia delle Equisetaceae e consta, a seconda delle varie interpretazioni, dalle 20 alle 30 specie. Nel post odierno parliamo della specie più diffusa in Europa, l’equiseto dei campi (Equisetum arvense). Noto con il nome di coda cavallina, è una pianta che si trova oltre che in Europa, anche in Asia, in  Medio Oriente e in Nord America, inoltre preferisce i luoghi umidi con terreno argilloso e ricco di silicio, per questo si può trovare in prossimità dei fossati e dei torrenti, anche in alte quote. L’aspetto della pianta è caratteristico così come il suo apparato riproduttivo che avviene per mezzo di spore, un po’ come i funghi. Gli agricoltori la odiano perché è infestante e difficile da estirpare, anche se può essere usata come fungicida naturale in difesa delle piante, ma nella medicina popolare è assai apprezzata per le sue proprietà benefiche.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono i fusti sterili. La pianta contiene in particolare flavonoidi, tannini, saponine, silice solubile e insolubile ed altri minerali (potassio, calcio, magnesio, zinco ecc.), vitamine e tracce di alcaloidi. Read More

Video, come ottenere da 9 piante un super antiparassitario naturale

Da tempo mi chiedevo come ottenere un antiparassitario naturale ed efficace contro i principali parassiti e malattie delle piante, cioè un prodotto ottenuto dalle piante e capace di una valida azione protettiva nei casi più comuni di attacchi da parte di insetti fitofagi o da altre patologie. Per curiosità mi sono messo dunque a sperimentare una miscela composta dagli estratti di piante dalle proprietà antiparassitarie e, colpito in pieno dalla “sindrome dell’alchimista folle”, ho cominciato a mischiare infusi, macerati e polveri sciolte ottenendo alla fine, dopo aver impiegato la bellezza di nove-piante-nove, un super antiparassitario a impatto zero temuto dai parassiti come un kubrickiano “ordigno-fine-di-mondo”. Il loro.
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L’Equiseto dei campi, fungicida naturale


L’Equiseto dei campi (Equisetum arvense) appartiene all’unico genere rimasto in vita della famiglia delle Equisetaceae ed è considerato un “fossile vivente”, ovvero una pianta che, come per esempio il Ginkgo biloba, le Cycas, l’Araucaria araucana e le felci, è sopravvissuta all’estinzione toccata in sorte alle sue consimili qualche era geologica fa oppure perché, nonostante le altre si siano evolute, è rimasta uguale a sé stessa per un lungo periodo temporale. E infatti osservandolo da vicino ti accorgi dalla sua forma bizzarra, quasi “aliena”, che si tratta davero di una pianta molto antica: si fa risalire la sua nascita a circa 300 milioni di anni fa mentre resti fossili di specie appartenenti alla famiglia delle Equisetaceae risalgono addirittura al Devoniano ovvero qualcosa come 395-345 milioni di anni fa. Senza dilungarsi sulla sua morfologia (che potete approfondire partendo dalla pagina di Wikipedia), basta ricordare che sono piante più primitive delle Angiosperme, si riproducono tramite la produzione di spore e per questo non da molto sono state incluse (non senza qualche polemica) nella divisione delle Pteridofite (la stessa dele felci). Tra le tante caratteristiche peculiari, le proprietà fitoterapiche e quelle cosmetiche va aggiunto che con l’equiseto si può ottenere un decotto e un macerato utili come fungicida naturale.
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