Le reti Wi-Fi sono nocive per le piante?

Le reti Wi-Fi sono nocive per le piante?
L’altro giorno è uscita sul Web una notizia che rilancia l’ennesimo allarme sulle radiazioni emesse dalle antenne delle reti wireless che una ricerca sì e una no ritiene nocive per la salute dell’uomo, e non solo. Questa volta infatti un nuovo studio sposta l’obiettivo su altri organismi viventi e individua nelle piante le possibili vittime delle onde elettromagnetiche.
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No ai prodotti fuori stagione, impariamo a conservare la frutta e la verdura!

No ai prodotti fuori stagione, conserviamo frutta e verdura!
Una delle storture più insidiose prodotte dalla globalizzazione è senz’altro l’acquisto dei prodotti fuori stagione, la possibilità cioè di trovare  tutti i tipi di frutta e verdura disponibili e in vendita ogni giorno dell’anno. Insidiosa perché lavora dal di dentro, sulle nostre menti e sulle nostre abitudini tantoché alla fine ci sembra normale mangiare per esempio le ciliege a dicembre e le arance a luglio. Eppure non ci vuole molto a rendersi conto che questo comportamento non porta benefici a nessuno, né a chi lo pratica né tanto meno al pianeta Terra.
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Nuova invasione di alghe in Bretagna, sott’accusa agricoltura e allevamenti intensivi

Nuova invasione di alghe in Bretagna, sott'accusa agricoltura e allevamenti intensivi
Di nuovo le alghe protagoniste della cronaca, ma questa volta in senso negativo. Se la scorsa settimana infatti avevo commentato positivamente gli investimenti del governo statunitense nella ricerca di biocarburanti ottenuti dalle alghe, è una notizia di questi giorni la nuova e grave invasione di alghe verdi che sta colpendo alcune spiagge della Bretagna in Francia, talmente grave da costringere alla chiusura delle zone interessate per permettere la raccolta delle piante in putrefazione. Perché lasciarle sulla spiaggia sarebbe molto pericoloso.
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Earth Day 2010, oltre un miliardo di persone per salvare il Pianeta


E sempre prendendo spunto dal vulcano islandese che sta creando tanti problemi, se siete seguaci delle teorie di James Lovelock e ritenete che il nostro pianeta sia un superorganismo vivente chiamato Gaia (nate, per intenderis, molto prima di Avatar…),  allora l’eruzione dell’Eyjafjallajökull vi sembrerà qualcosa di molto simile a un grido d’allarme, un tentativo (tra l’altro, sembra, ben riuscito) di richiamare l’attenzione su quella che è una giornata simbolo per la salvaguardia della Terra: domani è infatti il 22 aprile e come tutti gli anni si celebra l’Earth Day.

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Piante che purificano l’ambiente domestico: Gerbera jamesonii


Nuovo appuntamento con le piante che riescono a purificare gli interni dove trascorriamo gran parte della giornata dai veleni che lì si possono annidare e, dopo l’Aglaonema modestum, lo Spatifillo, la Rhapis excelsa, la Sansevieria e il Pothos, è la volta di una pianta famosa per il suo duraturi e perfetti fiori: la Gerbera jamesonii.
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Urban Biofilter, come depurare acqua e aria in città e vivere felici


… o quanto meno a vivere meglio. È quello che cerca di fare il progetto denominato Urban Biofilter che, unendo concetto di fitodepurazione la capacità di alcune piante di operare da filtro contro gli inquinanti atmosferici, vuole assicurare alle popolazioni urbane una qualità di vita migliore e più sana.

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Piante che purificano l’ambiente domestico: Aglaonema modestum

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Lo so, a chi vive sotto la venefica nube di smog che ammanta la Pianura Padana per tutto l’anno, darsi da fare per migliorare l’aria all’interno della propria abitazione farà lo stesso effetto del cercare di spengere una candela mentre tutta la casa è divorata dalle fiamme ma, anche se il pessimismo cosmico tende a prendere il sopravvento, è sempre bene ragionarci sopra. Le sostanze inquinanti presenti negli interni, come benzene, formaldeide, tricloroetiline e compagnia bella, non sono certo migliori del PM10, anzi! Molte di loro sono potenzialmente cancerogene e se sommate all’inquinamento cittadino moltiplicano la loro pericolosità. Trovare queste sostanze in casa è tutt’altro che raro e anche se areare i locali è una misura efficace farlo per esempio a Milano è forse una mossa da evitare…
Visto che il quadretto non è proprio idilliaco vale la pena tentare allora di purificare l’ambiente domestico con l’ausilio di determinate piante, tanto più se quest’ultime, come nel caso di Aglaonema modestum, per la loro facilità di coltivazione rientrano nella categoria “Piante per principianti“.
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Piante che purificano l’ambiente domestico: lo spatifillo

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Per trovare le piante che purificano l’ambiente domestico non serve cercare particolari specie esotiche difficili da reperire, anzi! spesso quelle più comuni nei nostri appartamenti svolgono, noncuranti della nostra ignoranza o indifferenza, una preziosa azione di miglioramento dell’aria grazie alla loro capacità di assorbire molte sostanze potenzialmente nocive presenti negli edifici.
E così, dopo aver conosciuto le doti delle familiari pothos e sansevieria, scopriamo le sorprendenti proprietà “assorbiveleni” di un’altra pianta ospite abituale delle nostre case, lo Spatifillo.

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50 Ways to Help the Planet, cerchiamo di migliorare il nostro stile di vita

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Si fa giustamente un gran parlare di cambiamenti climatici, di innalzamento delle temperature, di desertificazione e altre simpatiche sciagure senza che nessuno faccia qualcosa di realmente utile per migliorare la situazione. Né ai piani alti, come dimostra il totale fallimento di Copenhagen, né ai piani bassi, cioè tutti noi, poco disposti a cambiare il nostro stile di vita, come dimostra il comprare la rucola a 27 euro al chilo solo per inquinare ulteriormente la Terra.
Eppure basterebbe poco per rendere più sostenibile il nostro stile di vita, non dico per risolvere la situazione (le cose importanti da cambiare sarebbero altre), ma almeno per ridurre l’impatto della nostra impronta ecologica, questo sì.
Lo dimostra 50 Ways to Help the Planet, un elenco di consigli messi insieme da Wire & Twine che non brillerà certo per originalità (nulla di nuovo sotto il sole che già non sapevamo) ma che risulta essere un utile promemoria nell’aiutarci a correggere i nostri piccoli grandi vizi quotidiani.
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Rucola da lavare vs. rucola già lavata, c’è rimasto ancora un po’ di buon senso?

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Piccolo, semplice, esperimento. Ieri mattina per prima cosa ho comprato dal fruttivendolo un mazzetto di rucola dal peso di circa 70 grammi e dal costo di 65 centesimi di euro poi, cambiato negozio, ho acquistato di nuovo la rucola ma questa volta quella accuratamente selezionata, lavata, asciugata e depositata nella vaschetta di plastica, dal peso di 100 grammi e dal costo di 2,70 euro. Detta così, in altre faccende affaccendati come di solito siamo, potrebbe anche passare inosservata la “sottile” differenza di prezzo che passa tra le due offerte dello stesso prodotto e allora, per scongiurare questo rischio, ecco buttati di seguito due-numeri-due abbastanza eloquenti: la prima rucola, quella da lavare, costa 9 euro al chilo, la seconda, quella già generosamente lavata per noi, costa 27 euro al chilo. Sì, avete letto bene, la seconda costa esattamente il triplo della prima (già di suo tutt’altro che a buon mercato…), anche se in entrambi i casi si tratta, né più né meno, di Eruca sativa.
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