Visto che l’altro giorno il mio amico Diego ha messo a dimora alcune piante di zucchina, per altro le ultime uscite da un supreproduttivo semenzaio, ho preso la mia vecchia e fida videocamera e ho immortalato l’operazione. Ne è uscito un video semplice semplice che documenta quanto sia facile la tecnica che dalle mie parti va per la maggiore per trapiantare le zucchine. E non solo.
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“Un posto nel semenzaio”, anno terzo: i preparativi
Anche quest’anno eccomi alle prese con il semenzaio a letto caldo che ho costruito tre anni fa. Il grosso dell’attività orticola sta infatti iniziando e per anticipare la maggior parte delle semine, che altrimenti slitterebbe di un mese abbondante, non c’è niente di meglio di un semenzaio “alimentato” con il letame fresco. Ecco dunque di seguito il fotoracconto dei lavori che precedono la semina vera e propria.
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Orto a gennaio: la lavorazione del terreno
Per chi si diletta con la coltivazione di un orto quello di gennaio è in assoluto il mese di maggior riposo, almeno se si prende in considerazione una buona fetta dell’italico Stivale. Molti ortolani amatoriali, non importa se della prima o dell’ultima ora, trascinati dalla passione per questo vecchio/nuovo hobby non riescono proprio a stare con le mani in mano e talvolta cercano di precorrere i tempi, anticipando trapianti e semine all’aperto con il risultato di ottenere, nella stragrande maggioranza dei casi, solo una inutile perdita di tempo. Il mio consiglio in questi casi è quello di resistere a tali tentazioni e lasciarsi guidare dai ritmi naturali dettati dalle stagioni, concentrandosi invece verso quelle poche ma fondamentali attività, come la lavorazione del terreno, che è possibile svolgere in questo periodo e che risulteranno determinanti per la buona riuscita dell’orto nelle stagioni successive.
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Concimi naturali, lo stallatico
I fertilizzanti di origine chimica, è risaputo, sono dannosi per l’ambiente e alla lunga impoveriscono il terreno. Del resto i loro effetti negativi vennero indicati addirittura dal loro inventore, Justus von Liebig, che, come ho già avuto occasione di ricordare, prima di morire lasciò le seguenti ed emblematiche parole:
Confesso volentieri che l’impiego dei concimi chimici era fondato su delle supposizioni che non esistono nella realtà. Questi concimi dovevano portare una rivoluzione completa in agricoltura. Il concime di stalla doveva essere completamente escluso e tutte le materie minerali asportate dai raccolti, sostituite con dei concimi chimici. Il concime doveva permettere di coltivare su di uno stesso campo, senza discontinuità e senza esaurimento, sempre la stessa pianta, il trifoglio, il grano ecc., secondo la volontà e i bisogni dell’agricoltore. Avevo peccato contro la saggezza del Creatore e ho ricevuto la dovuta punizione. Ho voluto portare un miglioramento alla Sua opera e nella mia cecità ho creduto che nel meraviglioso concatenamento delle leggi che uniscono la vita alla superficie della terra, rinnovandola continuamente, un anello era stato dimenticato, che io povero verme impotente, dovevo fornire.
Se ebbe a dirlo lui…
Per garantire elementi nutritivi alle nostre piante, e al contempo ristabilire quella fertilità del terreno andata persa a causa della chimica, tra le tante valide alternative si può provare la versatilità dello stallatico.
Un semenzaio pieno di m….!
Perdonatemi la latente e al contempo palese (contraddizione in termini?) volgarità del titolo ma di questo si tratta: finalmente sono riuscito, sfruttando gli unici due o tre giorni di (relativo) bel tempo, a riempire il semenzaio di letame, a fare cioè il pieno di quella che è ritenuta una poco nobile sostanza che servirà da “carburante” per tenere al calduccio le nuove semine. Anche perché sembra proprio che di calduccio ce ne sia ancora un sacco di bisogno.
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Semenzaio a letto caldo, preparativi per la nuova stagione
In barba alle previsioni meteo che parlano di un marzo freddo, ho cominciato i preparativi per riattivare il semenzaio a letto caldo che ho costruito un anno fa. Del resto la meteorologia studia quel che si definisce un sistema caotico (l’atmosfera, appunto) e i risultati che ottiene in termini di previsioni sono poco attendibili già dopo 48 ore, figuriamoci dopo un mese…
In realtà scrivo così per farmi coraggio perché è ovvio che dopo queste mie “ultime parole famose” ci ritroveremo a entrare in primavera con temperature glaciali ma tant’è, ho dato il via ai lavori e chi vivrà vedrà, spero almeno che il calore sprigionato dal letame sia sufficiente a far sopravvivere le malcapitate piante.
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Video, costruire un semenzaio a letto caldo
(Nota: se guardate il video ricordatevi di attivare i sottotitoli)
Mi è sempre piaciuta l’idea di ricreare, nell’orto, il ciclo completo delle piante, ottenenere cioè gli ortaggi direttamente dal seme per poi, una volta coltivati, ricavare da loro i semi per l’anno successivo realizzando quello che si dice da “seme a seme”. Tutto ciò si può fare solo se si è in grado di anticipare le semine assicurando ai semi stessi le condizioni ideali per poter germogliare e crescere anche nei freddi mesi di febbraio e marzo e questo è possibile solo se si semina al coperto. Un metodo efficace per ottenere l’anticipo delle semine è un metodo semplice quanto antico, conosciuto dai nonni dei nostri nonni: il semenzaio a letto caldo.
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“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”
Così cantava uno dei maggiori poeti del ‘900 ricordandoci, dall’alto della sua sconfinata arte, la più semplice delle verità: il tanto vituperato letame, usato spesso come peggior epiteto, è in realtà il miglior “carburante” che abbiamo a disposizione per far crescere le nostre piante.
Spesso accantonato per far posto alla chimica la sua migliore rivincita venne proprio dall’inventore dei concimi chimici, Justus von Liebig, che nel suo testamento scrisse:
Confesso volentieri che l’impiego dei concimi chimici era fondato su delle supposizioni che non esistono nella realtà. Questi concimi dovevano portare una rivoluzione completa in agricoltura. Il concime di stalla doveva essere completamente escluso e tutte le materie minerali asportate dai raccolti, sostituite con dei concimi chimici. Il concime doveva permettere di coltivare su di uno stesso campo, senza discontinuità e senza esaurimento, sempre la stessa pianta, il trifoglio, il grano ecc., secondo la volontà e i bisogni dell’agricoltore. Avevo peccato contro la saggezza del Creatore e ho ricevuto la dovuta punizione. Ho voluto portare un miglioramento alla Sua opera e nella mia cecità ho creduto che nel meraviglioso concatenamento delle leggi che uniscono la vita alla superficie della terra, rinnovandola continuamente, un anello era stato dimenticato, che io povero verme impotente, dovevo fornire.
Febbraio, i lavori nell’orto
Non serviva certo la patetica e disgustosa caciara scatenatasi intorno alle tristi vicende di questi giorni per farsi l’idea, una volta di più, che il nostro non è un Paese normale. Del resto normale non lo è fin dalla conformazione geoclimatica (ci sarà una relazione?), visto che dalle Alpi a Lampedusa si registrano, in ogni periodo dell’anno, differenze climatiche anche molto importanti. Lungo più di mille chilomentri e stretto tra mari e monti, con la dorsale appenninica che lo percorre da cima in fondo e lo taglia di fatto in due, l’italico stivale è un concentrato di climi e microclimi tale da rendere problematico consigliare attività come la semina senza cadere in contraddizioni o inesattezze. In condizioni normali infatti, alla prudente semina di un ortaggio per esempio nella pianura padana, può corrispondere, in Sicilia, la stessa coltura già allo stadio di giovane pianta. Per questo motivo possono servire mappe come quella che vedete sopra dove, data un’area di riferimento, viene riportato l’anticipo e il posticipo delle semine in relazione alle varie regioni italiane. È vero, il clima impazzito degli ultimi tempi consiglia di non prenderla certo per oro colato (ci mancherebbe!) ma può essere comunque un’utile traccia per regolare le attività di semina in tutta Italia visto che è più o meno sovrapponibile alla cartina delle principali zone climatiche del nostro paese. Read More
Gennaio, i lavori nell’orto
Gennaio è forse il mese che richiede il minor numero di ore lavorative nell’orto: freddo, gelo, neve (quest’anno in particolare) non permettono grandi attività; il terreno però trae beneficio dai fenomeni meteorologici che riempono le riserve idriche, favoriscono i processi di arricchimento del suolo e permettono alle zolle una più facile disgregazione in fase di lavorazione del terreno. Se infatti avete la possibilità di rilavorare un terreno già vangato e che ha subìto temperature rigide vi accorgerete che la terra si sgretolerà senza fatica grazie all’azione meccanica, dovuta alla dilatazione dell’acqua che dallo stato liquido passa a quello solido, che ha lavorato per noi durante le gelate.
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