Non deve essere semplicissimo trasferirsi dallo Iowa e adattarsi al clima dell’Alaska. Certo, non è che lo stesso Iowa, con i suo clima continentale e i suoi inverni freddi e piovosi, sia proprio quello che si intende uno stato mite ma niente in confronto a Juneau, Alaska: qui le temperature medie annuali sono inferiori a 5° C e, a causa della vicinanza dell’oceano, nevica molto e abbondantemente, tanto che avere anche 4 metri di neve per un paio di mesi è ritenuta una cosa normale. E Juneau è la città più mite dell’Alaska…
In questo contesto qualche anno fa è arrivata Suzanne Forsling e, essendo appassionata di giardinaggio ha fin da subito messo in pratica il suo hobby ma si è trovata davanti una situazione davvero ostile: non bastassero le temperature rigide di cui sopra deve fare i conti anche, a causa della vicinanza della casa ad un ghiacciaio, con un terreno povero di materia organica e soprattutto con un giardino piccolo, ostacolato da alberi e mal esposto al sole. Per tacere poi delle poco gradite visite di istrici, gatti, orsi, corvi e compagnia bella…
Dopo alcuni anni di deludenti tentativi di “coltivazione tradizionale”
Suzanne ha quasi perso il sonno alla ricerca di una soluzione ma alla fine ha avuto un’idea semplice quanto geniale: coltivare gli ortaggi in verticale sulla parete della casa.
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Produrre 40 kg di patate in mezzo metro quadrato
Tempo fa ho pubblicato il video di Carlo intento a mettere a dimora le patate perché ritengo che in ogni orto che si rispetti non debba mancare la coltivazione della regina dei tuberi. Facile e semplice (più o meno) se si possiede un pezzo di terra da coltivare a orto, lo è un po’ meno se il terreno a disposizione è ridotto al minimo o peggio inesistente. Per chi non ha spazio e vuole comunque provare a coltivare le patate esistono metodi potenzialmente validi per farlo in un’area minima del giardino o addirittura del balcone, il principale dei quali è la cosiddetta coltura della patata nel bidone. Sostanzialmente si tratta di portare alle estreme conseguenze la pratica della rincalzatura delle patate, tecnica quest’ultima che consiste nell’addossare del terreno al colletto della pianta allo scopo di impedire l’inverdimento dei tuberi e stimolarne la crescita di nuovi. In soldoni si fa così: posizionando le patate sul fondo del bidone e ricoprendole con del terriccio si aspetta che sviluppino le giovani piante dopodiché si aggiunge terra (o altri materiali, più leggeri e gestibili) fino a ricoprire un terzo/metà della pianta stessa, ripetendo l’operazione ogniqualvolta la vegetazione è ricresciuta e fino al completo riempimento del bidone. Il risultato finale sarà appunto un bidone riempito di terra e patate grazie all'”inganno” perpetrato ai danni della pianta, spinta a credere di essere ancora sottoterra costringendola così a sviluppare nuovi tuberi.
Potete trovare degli ottimi esempi di questo metodo su Di tutto di più o su L’orto di carta dove è spigata la tecnica e alcuni suggerimenti su come realizzarla, personalmente ho in mente una modifica che ritengo interessante e che spero di poter documentare quanto prima, quello che volevo però segnalare oggi è una variante geniale ed efficace di questo modo di coltivare patate ottenendone 40 kg in mezzo metro quadrato.
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Frutta e verdura di stagione: i prodotti di aprile
Dopo aver saltato il mese di marzo torna il post su frutta e verdura di stagione relativo al mese corrente cioè aprile. Colpevolmente saltato, devo esser sincero, perché dopo cinque mesi a consigliare clementine, mandarini, arance e kiwi non ho avuto il coraggio di ripetere per l’ennesima volta il solito elenco dei pochi frutti sopra citati… Ebbene sì, non se ne può più! Certo, grazie al kiwi e agli agrumi (leggi abbondanza di vitamina C), ci siamo difesi piuttosto bene dai raffreddori e dai malanni stagionali ma di un po’ di alternative, specialmente tra la frutta, se ne sente davvero il bisogno. Non fatevi facili illusioni però, se avete deciso di mangiare solo frutta e verdura di stagione, anche per questo mese dovrete sorbirvi arance e kiwi in abbondanza anche se non per molto perché sta arrivando qualche gradita e gustosissima novità.
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Marzo, l’orto e il semenzaio
Quello che vedete nella foto (e nella galleria in fondo al post) è come si presentava l’altro ieri il mio semenzaio. Devo dire che per il momento sono molto soddisfatto dell’esperienza perché il letto caldo funziona che è una meraviglia: ieri sera, col freddo che faceva, la copertura di policarbonato era per buona parte ricoperta di condensa, segno evidente che là sotto le piantine se ne stavano tranquille al calduccio. A proposito di piantine, dopo una decina di giorni dalla semina sono apparsi i primi germogli, per la precisione di cetrioli, veri e propri campioni di germinazione e a seguire, qualche giorno dopo, sono spuntati molti altri ortaggi: pomodori, zucchine, meloni, cocomeri, basilico e peperoni mentre ancora nessuna melanzana anche se non dispero che possano ancora farcela. Sono molto fiducioso a questo punto, visto l’ottimo funzionamento del letto caldo, di riuscire a far crescere le piante fino alla loro messa a dimora definitiva nonostante si sia nel bel mezzo di un ritorno del freddo che potrebbe seriamente pregiudicare il tutto.
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Video, costruire un semenzaio a letto caldo
(Nota: se guardate il video ricordatevi di attivare i sottotitoli)
Mi è sempre piaciuta l’idea di ricreare, nell’orto, il ciclo completo delle piante, ottenenere cioè gli ortaggi direttamente dal seme per poi, una volta coltivati, ricavare da loro i semi per l’anno successivo realizzando quello che si dice da “seme a seme”. Tutto ciò si può fare solo se si è in grado di anticipare le semine assicurando ai semi stessi le condizioni ideali per poter germogliare e crescere anche nei freddi mesi di febbraio e marzo e questo è possibile solo se si semina al coperto. Un metodo efficace per ottenere l’anticipo delle semine è un metodo semplice quanto antico, conosciuto dai nonni dei nostri nonni: il semenzaio a letto caldo.
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Febbraio, i lavori nell’orto
Non serviva certo la patetica e disgustosa caciara scatenatasi intorno alle tristi vicende di questi giorni per farsi l’idea, una volta di più, che il nostro non è un Paese normale. Del resto normale non lo è fin dalla conformazione geoclimatica (ci sarà una relazione?), visto che dalle Alpi a Lampedusa si registrano, in ogni periodo dell’anno, differenze climatiche anche molto importanti. Lungo più di mille chilomentri e stretto tra mari e monti, con la dorsale appenninica che lo percorre da cima in fondo e lo taglia di fatto in due, l’italico stivale è un concentrato di climi e microclimi tale da rendere problematico consigliare attività come la semina senza cadere in contraddizioni o inesattezze. In condizioni normali infatti, alla prudente semina di un ortaggio per esempio nella pianura padana, può corrispondere, in Sicilia, la stessa coltura già allo stadio di giovane pianta. Per questo motivo possono servire mappe come quella che vedete sopra dove, data un’area di riferimento, viene riportato l’anticipo e il posticipo delle semine in relazione alle varie regioni italiane. È vero, il clima impazzito degli ultimi tempi consiglia di non prenderla certo per oro colato (ci mancherebbe!) ma può essere comunque un’utile traccia per regolare le attività di semina in tutta Italia visto che è più o meno sovrapponibile alla cartina delle principali zone climatiche del nostro paese. Read More
Gennaio, i lavori nell’orto
Gennaio è forse il mese che richiede il minor numero di ore lavorative nell’orto: freddo, gelo, neve (quest’anno in particolare) non permettono grandi attività; il terreno però trae beneficio dai fenomeni meteorologici che riempono le riserve idriche, favoriscono i processi di arricchimento del suolo e permettono alle zolle una più facile disgregazione in fase di lavorazione del terreno. Se infatti avete la possibilità di rilavorare un terreno già vangato e che ha subìto temperature rigide vi accorgerete che la terra si sgretolerà senza fatica grazie all’azione meccanica, dovuta alla dilatazione dell’acqua che dallo stato liquido passa a quello solido, che ha lavorato per noi durante le gelate.
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Victory Gardens, di nuovo “in guerra” questa volta per l’ambiente
L’altro giorno a zonzo per la rete mi sono imbattuto in Victory Gardens, un interessante progetto che riporta la memoria alla seconda guerra mondiale. Il nome deriva infatti dai “Giardini della vittoria” che furono allestiti in tutti gli Stati Uniti dai cittadini americani per far fronte alle carenze alimentari causate dal conflitto.
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Fatevi il vostro orto: esposizione e orientamento
Per tutti coloro che, partendo da zero, vogliono provare a coltivare ortaggi, torno volentieri a scrivere su come realizzare un orto partendo da zero e questa volta lo faccio per parlare di esposizione e orientamento del terreno.
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Fatevi il vostro orto! La scelta del terreno
Se siete abituali consumatori di frutta e verdura ma ne avete le tasche piene dei continui aumenti che rendono questi alimenti ormai quasi un lusso, se desiderate consumare prodotti buoni, sani, genuini e soprattutto sicuri beh allora questo post è quello che fa per voi: ho deciso, dopo la lettura di un commento, di provare a scrivere su come realizzare un orto partendo da zero. Iniziando ovviamente dalla scelta del terreno.
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