Per non rendere chilometrico il post sui 5 consigli per coltivare ortaggi durante l’autunno e l’inverno ho preferito approfondire a parte un punto in particolare, il quinto, relativo alla Protezione delle colture: la serra, il tunnel e il tessuto non tessuto perché nel precedente intervento lo spazio a disposizione non consentiva che una veloce introduzione all’argomento. Che invece merita una diversa attenzione perché è proprio grazie all’impiego di una protezione che è possibile, anche per il semplice appassionato, prolungare ai mesi più freddi e con ottimi risultati (almeno per buona parte del territorio italiano) il periodo di raccolta degli ortaggi.
Per quanto riguarda il tempo e il denaro impiegati in relazione ai risultati ottenuti, l’utilizzo del tessuto non tessuto è forse la soluzione migliore.
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Orto, 5 consigli per coltivare ortaggi durante l’autunno e l’inverno
È risaputo che il migliore periodo per coltivare un orto è quello che va dalla primavera alla fine dell’estate, sia per la maggiore facilità di coltivazione sia per la qualità e la quantità di ortaggi che si riescono a ottenere. Le alte temperature, le ore di luce a disposizione, la (relativa) stabilità climatica e altre “facilitazioni” tipiche del periodo rendono infatti l’esperienza di coltivare un orto più che soddisfacente per la maggior parte dei molti appassionati che ormai si cimentano in questa pratica con successo ed entusiastica passione. Per molti di loro però il periodo di coltiavazione sta volgendo a termine perché la loro attività è spesso concentrata appunto nei mesi più caldi dell’anno, scelta che li costringe a rinunciare quasi del tutto alla coltivazione nelle restanti stagioni. Eppure con alcuni semplici accorgimenti è possibile prolungare l’attività dell’orto anche ai mesi autunnali e invernali, quelli più freddi, e ottenere così prodotti freschi provenienti dal proprio orto praticamente per tutto l’anno. In una veloce carrellata vediamo quali consigli generici adottare per ottenere tutto ciò.
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Varietà rare: il pomodoro “Pêche Rose”, piccolo, buono e… peloso!
Di solito, anche in ambiente domestico, si tende a privilegiare la coltivazione di varietà di ortaggi che garantiscano la qualità del prodotto, un’alta produttività e una certa resistenza agli agenti patogeni. Il problema è che le piante che soddisfano queste caratteristiche sono poche e alla fine la scelta sulle varietà da coltivare si assottiglia di molto. Non fa eccezione certo il pomodoro del quale quasi sempre viene coltivata non più di una decina di varietà. Eppure basta mettere il naso fuori – è proprio il caso di dire – dal proprio orticello per scoprire l’enorme numero di tipi di pomodoro disponibili: su Tatiana’s TOMATObase per esempio è possibile scegliere tra oltre 3.000 varietà di questo fondamentale ortaggio, numero già impressionante così ma che è destinato di sicuro a crescere rapidamente.
Per far conoscere e diffondere questo immenso patrimonio (siamo pur sempre nell’anno della biodiversità), questo blog, nel suo piccolo, ha sperimentato per voi la coltura di varietà sconosciute ai più, alcune delle quali davvero strane e/o curiose. E dopo il pomodoro Spoon (il più piccolo del mondo), lo squisito Feuerwerk e quella specie di informe blob chiamato Reise, è la volta di parlare di un’altra inusuale e antica varietà (già presente nella Francia del 1890), quella detta Pêche Rose, ovvero pesca rosa. Chiamata così perché con il celebre frutto estivo non condivide soltanto forma e colore ma anche la peluria che ne ricopre la buccia.
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Albero delle melanzane, riuscirò mai ad avere piante così? (e meno male che c’è Giuseppe…)
“Questo innesto non s’ha da fare”. È così che, parafrasando una delle frasi più celebri della letteratura italiana, si può riassumere al meglio il mio tormentato rapporto con il Solanum torvum, la pianta che rappresenta uno dei portainnesti più diffusi in agricoltura e che da un po’ di tempo a questa parte ha raggiunto una certa fama grazie al fatto che con esso è possibile realizzare l’ormai noto albero delle melanzane. Sono in possesso di questa pianta da quasi due anni e, per una serie infinita di vicissitudini e/o contrattempi e/o problemi (o più semplicemente per la mia incapacità…?), non sono ancora riuscito a realizzare ‘sto benedetto innesto con la Solanum melongena. E, calendario alla mano, il tutto è rimandato alla prossima primavera-estate. Come minimo…
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Solanum torvum, un’altra (ottima) esperienza di un lettore
Grazie al meccanismo virtuoso (di cui questo blog è solo il tramite) che si è instaurato grazie ai noti esperti del settore la coltivazione del Solanum torvum si sta via via diffondendo tra i coltivatori amatoriali un po’ in tutta la Penisola. Dopo le esperienze di Giuseppe Pergolizzi e di Antonio Carrisi l’altro giorno ho ricevuto alcune foto da parte di un altro lettore, Vincenzo Messana, che, dopo aver ricevuto i semi di questa pianta ormai famosa, ha potuto coltivare prima e innestare poi alcune piante di S. torvum con dei risultati, come è possibile vedere dall’esaustiva galleria fotografica, davvero eccelsi. Ma lascio volentieri spazio a Vincenzo, non prima però di essermi complimentato con lui per l’ottima riuscita e soprattutto per il metodo di coltivazione adottato (si veda per esempio l’impianto di irrigazione).
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Varietà rare: l’incredibile pomodoro Reise, più strano di così…
Pur non essendo certo quel che si dice un espertone dell’argomento, devo dire che di pomodori in vita mia ne ho visti di diversi tipi, soprattutto negli ultimi tempi: piccoli, medi, grandi, giganteschi, rossi, gialli, scuri (quasi neri…), lunghi, stretti, larghi, tondi ecc ecc. ma una varietà strana come il pomodoro Reise non l’avevo mai incontrata.
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Animali utili nell’orto e nel giardino
Alcuni dei migliori alleati che abbiamo nella lotta ai parassiti delle piante dell’orto e/o del giardino non ce li fornisce una fabbrica di veleni chimici ma la Natura stessa. Diversi animali – tra rettili, anfibi, uccelli e mammiferi – giocano infatti un ruolo non secondario nel controllo delle specie fitofaghe ed è per questo consigliato rispettarli e magari favorirne l’insediamento nel nostro terreno tramite comportamenti ad hoc che li invoglino a rimanere “a disposizione” ottenendo in cambio un valido aiuto in difesa delle nostre piante. Vediamo una veloce carrellata degli animali cosiddetti “utili”.
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Cosa coltivare nell’orto, c come carota
Non so di preciso perché ma la carota era rimasta fuori dalla serie di post intitolati “Cosa coltivare nell’orto” e, forse semplicemente per essermene scordato, ero passato a descrivere la coltivazione del cavolo prima e del cetriolo poi. Del resto non è che abbia niente contro questo ortaggio, anzi! Tagliata per esempio à la julienne e condita con olio e un po’ di limone la carota risulta davvero molto buona, rinfrescante (specie in queste torride giornate estive) nonché ricchissima di Betacarotene, di vitamine B, C, PP, D ed E, e di sali minerali.
Poi nei giorni scorsi ho letto l’articolo di Carlo Petrini intitolato “Quei nove centesimi nelle tasche dei contadini” e, oltre a indignarmi per le condizioni in cui versa la nostra agricoltura (i nove centesimi del titolo si riferiscono proprio al compenso che spetta a un agricoltore per un chilo di carote da lui prodotte quando lo stesso chilo a noi ci viene a costare un euro, ovvero con un vergognoso ricarico del 1100%!!!), mi sono ricordato di questo ortaggio talmente comune nei nostri orti da passare quasi inosservato.
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Varietà rare: il pomodoro Feuerwerk
Dopo quella definita “la più piccola del mondo” è il momento di parlare di un’altra varietà poco conosciuta di quello che è forse l’ortaggio più diffuso tra i coltivatori amatoriali, ovvero il pomodoro. E, senza nulla togliere al simpatico Spoon, il salto di qualità è davvero notevole perché il Feuerwerk può essere definito a tutti gli effetti un pomodoro molto pregiato.
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Innesto Solanum torvum, nuovo contributo da parte di un lettore
Dopo l’intervento di Giuseppe che ha illustrato i suoi progressi con il Solanum torvum, è la volta di un altro lettore, Antonio Carrisi, che mi scrive per inviarmi il suo interessantissimo contributo sull’argomento, con l’aggiunta tra l’altro di ben tre gallerie fotografiche.
Il secondo intervento del genere in pochi giorni può solo significare che, grazie anche all’opera “mediatrice” di questo blog, la coltivazione del S. torvum sta via via diffondendosi tra i molti coltivatori amatoriali sparsi lungo tutta la Penisola e questo, è logico, non può che farmi piacere.
Sono molti ormai i lettori che, ottenuti i semi di questa pianta, si cimentano con la sua coltivazione e tentano l’innesto del S. torvum con la melanzana e/o il pomodoro, seguendo magari l’esaustivo video dell’innesto erbaceo che illustra la tecnica cosiddetta “per approssimazione”. E gli ottimi risultati raggiunti dagli appassionati testimoniano la validità di quanto mostrato.
Ma bando alle ciance, vi lascio all’intervento di Antonio:
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