Piante Solanum torvum in fiore e pronte per diventare l’albero delle melanzane

Piante di Solanum torvum in fiore a maggio

Con mia grande soddisfazione sono riuscito a far attraversare l’inverno a una decina di piante di Solanum torvum da me seminate lo scorso anno senza che queste subissero particolari danni e, quel che è più importante, le due piante speditemi da Francesco nel novembre del 2008 non solo sono esplose in una promettente fioritura (che se va in porto produrrà semi da mettere in palio nel Florablog Contest) ma hanno finalmente raggiunto un’altezza sufficiente per tentare l’innesto e ottenere così l’agognato albero delle melanzane.
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Cosa coltivare nell’orto, c come carciofo

Cosa coltivare nell'orto, c come carciofo
Continuo con la carrellata degli ortaggi che è possibile coltivare nel proprio orto e, giunto alla lettera c, è il momento di una pianta famosissima quanto gustosa: il carciofo.
Alzi la mano chi non vorrebbe nel proprio orto una bella carciofaia? Vero, ci vuole un po’ di tempo a disposizione e una discreta porzione di terreno da dedicare a questa coltura ma il piacere di portare in tavola i propri carciofi ripaga ampiamente del tempo e dello spazio impiegati.

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Cosa coltivare nell’orto: b come barbabietola


Continuo questa veloce carrellata alfabetica degli ortaggi da coltivare nel proprio orto e lo faccio parlando, alla lettera b, della barbabietola. La conoscenza e la coltivazione della bieta risalgono a oltre 2 millenni fa quando la troviamo in scritti greci risalenti al 420 a.C. dove viene chiamata beta, nome che poi verrà assunto per il genere. Alla Beta vulgaris appartengono diverse varietà molto importanti per diffusione e coltivazione: B. vulgaris var. saccarifera, nota come barbabietola da zucchero, B. vulgaris var. crassa ovvero la barbabietola da foraggio, B. vulgaris var. cicla detta bietola da coste e B. vulgaris var. cruenta chiamata più comunemente Bietola da orto. Vediamo per sommi capi come coltivare queste due ultime varietà.
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compost maturo, vagliato e pronto all’uso

Se lo spazio a nostra disposizione lo permette, produrre in proprio il compost è cosa buona e giusta, almeno per due ottimi motivi. Per primo, e fondamentale, compostando i rifiuti organici si evita di dirottare una bella fetta di rifiuti (la principale componente della spazzatura domestica, stimabile intorno al 25-30% del totale) in discarica risparmiando all’ambiente un po’ dei nostri veleni. Per secondo, quando il meccanismo è innescato si ricava dell’ottimo humus utile per ottenere vari tipi di terriccio e da usare praticamente in tutte le attività da pollice verde: nelle colture in vaso, in giardino e nell’orto.

Una volta a regime, il nostro sistema di compostaggio ci regala dunque (e a costo zero) la materia prima che dovremmo altrimenti acquistare sottoforma di terriccio che di solito si rivela di scarsa, se non di scarissima, qualità.
Il tutto senza fare praticamente niente se non accumulare rifiuti organici in un apposito contenitore (o nel vecchio, caro, efficiente, cumulo all’aperto) e aspettare che la natura faccia il suo mestiere. A quel punto e prima del suo utilizzo si dovrà compiere l’unica operazione veramente indispensabile, ovvero la vagliatura del compost.

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Video, innesto erbaceo per approssimazione dell’anguria sulla lagenaria


Come è noto, l’innesto nasce anche dalla esigenza di creare piante arboree ed orticole per meglio adattarle, attraverso le qualità del portainnesto, alle diverse composizioni chimico fisiche dei terreni. In terreno pesante, ad esempio in quello argilloso, difficilmente una pianta di anguria riuscirebbe a svilupparsi e produrre i suoi frutti che nel migliore dei casi non supererebbero i 4 chilogrammi. Risultati assai diversi si ottengono se andiamo a sostituire “il motore” dell’anguria con quello della zucchina che è molto più potente. Chiaramente per chi si avvicina per la prima volta al mondo degli innesti erbacei, (quello per approssimazione è uno dei tanti), dovrà abituarsi all’uso del bisturi ( si fa per dire), basta all’uopo una lametta da barba, anche se non si sbaglierebbe se si definisse l’intervento di microchirurgia botanica!
L’esecuzione di questo tipo d’innesto è alla portata di tutti: si potrà sbagliare il primo ma, dal secondo in poi, si può incominciare a gustare l’anguria gigante dall’orto di casa.
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Cosa coltivare nell’orto: a come asparago

Della serie “Cosa coltivare nell’orto”, in ordine alfabetico e alla lettera a, dopo l’aglio è la volta di asparago. Se decidete di intraprendere la coltivazione di questo ottimo ortaggio, la vostra esperienza di coltivatori orticoli subirà un netto salto di qualità. Non tanto perché difficile da coltivare, anzi! l’asparago è una pianta piuttosto rustica che cresce bene un po’ ovunque, ma perché l’impianto di un’asparagiaia impegna una discreta porzione di terreno per molto tempo e questo significa che il vostro progetto di orto è a lungo termine e che dovrà essere tenuto vivo per diversi anni.
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Cosa coltivare nell’orto: a come aglio


Se avete intenzione di iniziare a coltivare un orto (o già lo fate da tempo) non potete non lasciare una porzione di terreno per sua maestà l’aglio. Non fatevi condizionare da pubblicità denigratorie che ironizzano sui suoi effetti sull’alito, per facilità di coltivazione, bontà e impiego l’aglio non ha forse eguali tra gli ortaggi comunemente coltivati. E dopo aver fatto conoscenza con le sue qualità benefiche e dopo aver visto quanto sia facile ottenerlo anche sul balcone di casa, vediamo per sommi capi come coltivarlo nel proprio orto.

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Zucca serpente di Sicilia, da seme a seme

zucca serpente di Sicilia, da seme a seme
Una volta constatate le qualità organolettiche della zucca serpente di Sicilia (leggi: è buona) insieme a Simone e Carlo (i miei coltivatori  di riferimento) abbiamo deciso di riprodurre il seme per ripetere la coltura anche quest’anno. Il fatto curioso è che sono entrato in possesso dei semi di questa varietà di zucca grazie a un singolare “rinterzo” con protagonisti due amici siciliani e i semi di Solanum torvum che, prima di giungere da un Giuseppe all’altro, sono partiti da Palermo, sono rimbalzati in Toscana per poi tornare… di nuovo a Palermo!
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Orto, a marzo si ricomincia (tempo permettendo…)

orto-a-marzo

Quello che vedete qui sopra è come si presentava l’orto di Simone l’altro ieri. Quel po’ di tristezza che scaturisce dall’apparente stato di abbandono non è dovuta alla sua poca voglia di lavorarci o alla scarsità di tempo per farlo, anzi! Lui e soprattutto suo zio Carlo non vedono l’ora di rimettersi di nuovo all’opera ma, data l’interminabile Stagione delle piogge, sono costretti a rimandare di continuo l’inizio delle attività; c’è da dire che sono in ottima compagnia visto che anche gli altri coltivatori della zona sono palesemente indietro con i lavori tanto che in molti non hanno ancora potuto lavorare neanche il terreno.
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