Ratania è il nome che viene di solito attribuito a 17 specie facenti parte del genere Krameria, l’unico appartenente alla famiglia delle Krameriaceae. Questo termine viene usato anche per indicare un rimedio fitoterapico ottenuto dall’essiccazione della radice di alcune specie appartenenti a questo genere e più in particolare a quelle di K. argentea e K. lappacea, questa conosciuta anche con il nome di K. triandra. Quest’ultima pianta è un delicato arbusto ramificato originario delle Ande boliviane e peruviane, dove cresce tra i 900 ed i 3000 metri di altitudine. Sviluppa radici molto ramificate, non troppo lunghe, che si estendono in senso orizzontale. La sua corteccia è spessa, bruno-rossastra, all’interno di colore rosso. Il gambo è cilindrico e ramificato, con rami che misurano 50-80 cm di lunghezza, dapprima biancastri e pelosi mentre in età adulta diventano scuri e perdono la peluria. Ha le foglie alternate, sessili , oblungo-ovali. Il fiore è grande e di colore rosso mentre il frutto è una drupa secca, pubescente, che contiene uno o due semi.
Detta anche Ratania del Perù, è molto apprezzata in ambito terapeutico. Gli indios la utilizzano per l’igiene e la cura dei denti, infatti conferisce loro saldezza e rinforza le gengive. Ma parliamo delle parti utilizzate in medicina, che sono le radici, fra l’altro presenti in Farmacopea Ufficiale. I costituenti principali sono i tannini catechici (acido ratanotannico), i flavonoidi e le mucillagini. Read More