L’Equisetum è il solo genere appartenente alla famiglia delle Equisetaceae e consta, a seconda delle varie interpretazioni, dalle 20 alle 30 specie. Nel post odierno parliamo della specie più diffusa in Europa, l’equiseto dei campi (Equisetum arvense). Noto con il nome di coda cavallina, è una pianta che si trova oltre che in Europa, anche in Asia, in Medio Oriente e in Nord America, inoltre preferisce i luoghi umidi con terreno argilloso e ricco di silicio, per questo si può trovare in prossimità dei fossati e dei torrenti, anche in alte quote. L’aspetto della pianta è caratteristico così come il suo apparato riproduttivo che avviene per mezzo di spore, un po’ come i funghi. Gli agricoltori la odiano perché è infestante e difficile da estirpare, anche se può essere usata come fungicida naturale in difesa delle piante, ma nella medicina popolare è assai apprezzata per le sue proprietà benefiche.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono i fusti sterili. La pianta contiene in particolare flavonoidi, tannini, saponine, silice solubile e insolubile ed altri minerali (potassio, calcio, magnesio, zinco ecc.), vitamine e tracce di alcaloidi. Read More
Cumino, ottimo per la digestione e per la funzonalità gastrointestinale
Il cumino (Cuminum cyminum) della famiglia delle Apiaceae (o Umbrelliferae) è una pianta annuale con foglie filiformi, con ombrelle di fiorellini estivi bianco-rosa che contengono un solo seme per fiore. Raggiunge un’altezza di 30 cm. ed è originaria del bacino Mediterraneo e dei paesi orientali come quelli Mediorientali, dell’India, di Malta e della Cina. Cresce bene nelle radure soleggiate e ben drenate.
Il cumino, dato le sue qualità benefiche e curative, figurava nella maggior parte delle ricette culinarie dei Romani, mentre Plinio il Vecchio lo faceva assumere con dell’acqua, come medicinale, proprio per le proprietà digestive e quindi alleviare la pesantezza che seguiva ai loro festini.
Le parti usate in fitoterapia sono i frutti, costituiti da un olio essenziale (contenente prevalentemente terpeni come carvone e limonene), da flavonoidi, tannini, mucillagini, Vitamine B1, B2, B6, PP, C, K, Acido folico e sali minerali (calcio, ferro, sodio, fosforo, magnesio, potassio, manganese e selenio). Read More
Timo comune, antisettico ed espettorante
Il genere timo (Thymus) comprende circa 300 specie che appartengono alla famiglia delle Lamiaceae. Il timo comune (Thymus vulgaris L.) è quello che adesso prendiamo in considerazione. Piccola erbacea perenne, molto ramosa, diffusa soprattutto in Europa meridionale, con la fioritura tra maggio e ottobre, non supera i 30 cm. ed emana un odore abbastanza gradevole. Il fusto è tortuoso e abbondantemente ramificato, le foglie sono piccole di color grigio-verdi, i fiori, piccoli e tubolari, di color bianco-rosato, ermafroditi, compaiono all’inizio della primavera. Le proprietà medicinali del timo utilizzate in erboristeria, soprattutto per le proprietà antisettiche, sono conosciute fin dall’antichità. Plinio il Vecchio lo raccomandava come un antidoto contro le morsicature e contro il mal di testa. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le sommità fiorite e le foglie fresche o essiccate. I costituenti principali sono i flavonoidi, responsabili dell’azione antispastica sulla muscolatura liscia, resina, acidi fenolici, tannini e olio essenziale, presente fra l’altro anche nella Farmacopea Ufficiale italiana, ricco in fenoli (timolo e carvacrolo), ma anche in alcoli e monoterpeni. Read More
Farnia, astringente e antinfiammatoria
Appartenente alla famiglia delle Fagaceae, il genere Quercus include circa 600 specie. Tra le molte specie presenti in Italia la farnia (Quercus robur), la quercia più diffusa in Europa, è un albero rustico e si adatta bene sia al clima secco che a quello umido e tollera inverni freddi. Ama i terreni ben drenati (anche se si adatta bene a molte situazioni, possibilmente esposti al sole. In Italia è presente soprattutto nel nord, nei parchi e nei grandi giardini; albero dal bel portamento, con chioma allargata e tondeggiante, la sua altezza oscilla tra i 25 e i 40 metri, anche se si conoscono esemplari che hanno raggiunto eccezionalmente i 50 metri. Le foglie sono verdi scure e lucide sulla parte superiore, più chiare in quella inferiore e cadono durante il periodo invernale, mentre i frutti chiamati ghiande, sono acheni avvolti nella parte superiore da una cupola emisferica ruvida e legnosa.
La parte utilizzata in erboristeria è la corteccia dei rami giovani raccolti in Primavera o in Autunno. I principali costituenti sono i polifenoli (procianidine, cathechine e tannini). Read More
Il cachi, ottima riserva di elementi nel frutto più buono dell’autunno
Il cachi (Diospyros kaki) della famiglia delle Ebenaceae, è un tipico frutto autunnale, che molti in questo mese di dicembre avranno già gustato, che si caratterizza per il colore arancio brillante, la buccia liscia e lucida e la polpa molto dolce, simile ad una vellutata. L’albero è a foglia caduca e può raggiungere e oltrepassare i 15 metri anche se viene mantenuto più basso attraverso le potature. Originario dell’estremo Oriente dove venne chiamato “Mela d’Oriente”, si diffuse anche in Giappone ricoprendo un ruolo importante nell’alimentazione del popolo nipponico. Nel nostro paese iniziò a diffondersi nella seconda metà del secolo XIX grazie alle importazioni in Europa dal Giappone. Devo ricordare che secondo il vocabolario di lingua italiana singolare e plurale sono la stessa cosa e quindi si deve dire cachi, per uno come per tanti frutti. Moltissimo tempo fa, in un fumetto del mitico Ken Parker, il protagonista parlando con un suo anziano amico che si rattrista per la sua età avanzata, gli dice con tenerezza che tutte le stagioni hanno i suoi frutti, e che quelli autunnali non sono molti ma sono i più saporiti. Devo dire che quando il cucchiaio da tè affonda nella polpa cremosa del cachi ben maturo, spesso mi tornano a mente quelle parole: non solo è saporito, ma anche pastoso e dolcissimo, in pratica uno dei frutti più buoni di TUTTE le stagioni. Io ne sono letteralmente ghiotto ed è per questo che oggi ne parlo, nonostante che in fitoterapia il cachi non presenti grandi proprietà, ma rappresenta comunque un’interessante riserva di elementi molto utili al nostro organismo Read More
Meliloto, diuretico naturale contro l’insufficienza venosa
Il meliloto (Melilotus officinalis) della famiglia delle Leguminosae è una pianta erbacea alta circa dai 60 ai 180 cm, con uno o più fusti eretti, semplici o più spesso ramificati di colore verde chiaro. Le foglie sono divise in tre foglioline con margine irregolarmente dentato. I fiori sono gialli (con profumo dolcemente gradevole che ricorda il fieno), a grappolo allungato, mentre i frutti sono piccoli legumi di circa 2/3 mm. glabri, quasi arrotondati all’estremità, di color verde-giallo paglierino o bruno (quando sono maturi). La pianta è molto diffusa in Europa, Asia e nelle zone temperate e cresce spontanea ai margini delle strade, dei campi, dei boschi e nei terreni calcarei. La pianta officinale di meliloto è utilizzata per le sue proprietà in erboristeria ed omeopatia. Le parti usate sono i fiori. i costituenti principali cono le cumarine, ma sotto forma di glucosidi troviamo anche flavonoidi, tannini e saponine triterpeniche. Read More
Agrimonia, per la protezione del fegato
L’agrimonia (Agrimonia eupatoria L.) della famiglia delle Rosaceae è una pianta erbacea perenne, eretta, con fusto ramificato e solo nella parte finale ricoperto di peluria sul quale sono disposte le foglie. Alta da 40 a 70 cm, preferisce i terreni soleggiati ed è presente in Italia dalle coste fino alla fascia subalpina, nei luoghi erbosi e lungo le sponde dei canali. I fiori sono gialli e sono riuniti in pannocchie, mentre il frutto è formato da due acheni che sono chiusi nel tubo del calice. Le proprietà mediche di questa erba erano note fin dal’antichità tanto che Plinio il Vecchio la consigliava nella cura delle malattie del fegato, come cicatrizzante e antiveleno. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le sommità fiorite. I costituenti principali sono i polifenoli (flavonoidi e tannini catechici), oltre a triterpeni e tracce di olio essenziale. Read More
Parietaria, antinfiammatoria e diuretica
La parietaria (Parietaria officinalis L.), della famiglia delle Urticaceae, è una pianta erbacea perenne alta dai 10 ai 30 cm, i suoi fusti sono eretti, pelosi e di colore rossastro. Le foglie sono ovali a forma di lancia e leggermente appiccicose. I fiori sono molto piccoli e di colore rosato-bianco, mentre il frutto è un achenio di forma ovale. Cresce nelle vicinanze dei fossati, nei boschi e nelle zone umide soprattutto sui muri. Per questo è chiamata erba muraiola. Detta anche erba vetriola perché i contadini la usavano in autunno per pulire le damigiane, bottiglie e fiaschi. La parietaria, insieme alla betulla, è tristemente famosa per le noiose allergie che provocano i suoi pollini durante il periodo primaverile. Ma nonostante i fastidi che procura, è una pianta che in erboristeria è assai conosciuta e apprezzata.
Le parti usate sono le foglie. I costituenti principali sono flavonoidi, tannini, sali di potassio, sostanze amare e mucillagini. Read More
Sambuco, antireumatico, diuretico e antinfluenzale
Il sambuco (Sambucus nigra) della famiglia delle Caprifogliacee è una pianta alta 3- 4 metri che cresce in tutta Europa. In Italia si trova in pianura, nella zona montana, tra le siepi, lungo i corsi d’acqua e le strade. Le foglie sono caduche di colore verde pallido, i fiori sono molto piccoli, profumatissimi, di colore bianco crema, mentre i frutti sono delle piccole bacche nere. Pianta conosciuta fin dall’antichità, tanto che Ippocrate le attribuiva proprietà diuretiche e lassative. Le parti utilizzate in medicina popolare e in fitoterapia sono soprattutto i fiori. Si possono usare anche i frutti, ma la pianta in generale, e i suoi semi in particolare, sono tossici per la presenza di cianuro. I costituenti principali sono flavonoidi, triterpeni, mucillagini, derivati dell’acido caffeico, glicosidi, vitamine A B C e tannini. Read More
Partenio, un antinfiammatorio naturale per la prevenzione dell’emicrania
Il Partenio (Tanacetum parthenium) è una pianta erbacea molto simile nell’aspetto alla comune Camomilla e come questa appartiene alla famiglia delle Compositae (o Asteracee). Pianta perenne, che viene però coltivata come annuale, è originaria del Nord Europa e delle Americhe. Si trova in piccoli cespugli e raggiunge un’altezza di circa 60 e 70 centimetri, le foglie, ricoperte da leggera peluria, sono di colore verde pallido ed emettono un odore acre, i fiori sono bianchi o gialli e arrivano ai due centimetri circa di diametro. Nell’antichità questa pianta era conosciuta e utilizzata soprattutto per alleviare i dolori mestruali: la sua etimologia deriva dal greco pàrthenos, che significa fanciulla, vergine, mentre il nome Tanaceto, deriva sempre dal greco tànaos che significa lungo e akéomai io guarisco.
Le parti utilizzate in fitoterapia sono le foglie. I costituenti principali sono i polifenoli (flavonoidi e tannini), i terpenoidi, numerosi lattoni sequiterpenici, fra i quali il partenolide e i guaianolidi (monossidi, diepossidi, endoperossidi). Read More